Sons of Anarchy, musiche dall’asfalto profondo
Uomini duri, donne “cazzute”, ferrei codici d’onore, fratellanza, deriva delinquenziale, paesaggi epici, amicizie fra veterani del Viet-Nam, musiche forti, voci roche, soprattutto Harley-Davidson, et voilà “Sons of Anarchy” è servito!
Il biker-drama statunitense, trasmesso da FX a partire dal 2008 è arrivato alla settima stagione con un considerevole successo di pubblico: ottima recitazione, volti noti partendo da Ron Perlman, Clay, caratterista hollywoodiano, indimenticabile nel ruolo di Salvatore il tenero monaco affetto da ritardo, che si esprime solo in esperanto, ne Il Nome della rosa, per arrivare a Charlie Hunnam, Jax, che, mano santa, si è salvato dall’interpretare il ruolo di protagonista maschile di 50 sfumature di grigio.
Ambientata in California, nell’immaginaria città di Charming, la serie racconta le vicende di un club di motociclisti, con legami forti con l’Irlanda, la Svezia e il Regno Unito che, col passare delle stagioni, deviano dall’iniziale codice d’onore, per attività più criminali. In mezzo le vicende personali dei membri della banda, centauri a bordo di Harley-Davidson personalizzate, delle loro donne e dei loro figli: la galleria di personaggi è formidabile, la cura delle personalità è stata pressoché maniacale, dal carattere ai tic, dal look al lessico. Alla narrazione non mancano riminiscenze shakespeariane: il padre di Jax, cui si fa continuamente riferimento, pare il fantasma del padre di Amleto e Jax, nelle sue continue riflessioni, rimanda all’arcinoto “to be or not to be…”; soprattutto non manca la colonna sonora, forse la più bella rotazione musicale che una serie TV abbia mai proposto.
Tutta da ascoltare e da scoprire, sette stagioni sull’onda di The Black Keys, Cycle of Pain, The White Buffalo, Black Mountain, Bad Company, Lions, chitarre libere e arrabbiate, in puro stile SAMCRO (acronimo per Sons of Anarchy Motorcycle Club, Redwood Original), con spazio per Leonard Cohen e Pearl Jam, ballate degli Joung Dubliner e brani alternativi come “Tasselate” degli Alt-J. E molto altro ancora per cercare un po’ di esaltazione in vista della primavera.
See you
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