STRE – Uscire
In occasione dell’uscita di “A Pezzi”, brano apprezzatissimo da pubblico e addetti ai lavori, trasmesso dalle più illustri emittenti italiane ed eseguito live sul palco del Lungomare partenopeo per il prestigioso Capodanno a Napoli 2023, il cantautore, musicista, regista e videomaker campano STRE torna in radio e nei digital store con “Uscire”, il suo nuovo atteso singolo.
Eclettico, brillante, camaleontico e definito dalla critica come una delle migliori promesse della scena pop-rock nazionale, l’artista inaugura l’anno con un pezzo che riconferma la versatilità della sua Arte, senza abbandonare l’affascinante dualismo a cui ci ha abituati sin dalla sua prima release.
Il titolo, infatti, racchiude come sempre un’accezione ambivalente, enfatizzata anche da un abbraccio melodico il cui punto di forza è la spiccata originalità dell’arrangiamento, che spazia da suoni di matrice euro-dance anni ’90 a ritmi tipicamente punk-ska con sfumature funky, accennando a barre rap nelle strofe; il tutto, per raccontare le difficoltà derivate dalla fine di una relazione che possono, o per meglio dire, necessitano, di un balzo oltre se stessi, oltre il proprio dolore, per essere comprese, affrontate e lasciate andare.
“Uscire”: da una relazione di coppia giunta al capolinea, da tutte le abitudini legate ad essa, da quella comfort-zone che rappresenta sì afflizione e tormento, ma è pur sempre familiare alla nostra coscienza, connessa a tutti quei ricordi, rapsodici e costanti al contempo, che ci impediscono di riappropriarci della nostra libertà individuale, della nostra identità. Ma anche “uscire” con gli amici per un drink e staccare i pensieri, evadendo per qualche istante da quelle gabbie interiori in cui noi stessi ci inseriamo per il timore di un salto nel vuoto che non è altro che un tuffo nell’amor proprio, cullati da quelle wave autentiche e connaturate al nostro DNA che ci consentono di ritrovare noi stessi.
«Questa canzone – dichiara STRE –, costituisce il sequel diretto di “A pezzi”, in cui descrivevo quanto mi sentivo frammentato, sia moralmente che fisicamente. In “Uscire”, racconto ciò che ne consegue, ovvero, come ho scritto nel testo, quel momento in cui “dovrò poi ricucire”, per poi “resuscitare”. Perché dopo la fine di una relazione, ci si sente un po’ morti dentro, si instaura una routine dalla quale è difficilissimo discostarsi in maniera istantanea, da un giorno all’altro».
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