ANARCOTICI – Io credo alle fate
Otto brani che oscillano tra punk, stoner, doom, noise tra sferzate violentissime, veloci e sintetiche e lunghe cavalcate di anche 10 minuti, ossessivi, pesanti come macigni, claustrofobici.
Otto brani che oscillano tra punk, stoner, doom, noise tra sferzate violentissime, veloci e sintetiche e lunghe cavalcate di anche 10 minuti, ossessivi, pesanti come macigni, claustrofobici.
Il duo franco/italiano aggiunge un altro devastante tassello alla sua demolizione progressiva delle convenzioni sonore. Il nuovo è dal vivo, registrato in Portogallo all’Amplifest. Drum machine, chitarra, basso, distorsione, tutto è estremo, riduttivo definirlo...
Musica possente e allo stesso tempo scarna, ruvida e abrasiva ma di alta qualità espressiva.
Il videoclip è stato realizzato con il coinvolgimento della fanbase della band, che ha partecipato a un contest in cui si richiedeva di inviare brevi filmati di location desolate.
Tra le band più personali e devastanti degli anni Novanta, con un sound post punk/noise che guardava a realtà come Sonic Youth e Fugazi
Post rock e i Verdena più estremi e sperimentali, noise e post hardcore (Fine Before You Came ad esempio), atmosfere sospese, quasi psichedeliche ed esplosioni rabbiose e violente.
La band siciliana torna con un album torrido, in cui noise e sonorità “soniche” si accavallano, potenti e abrasive.
Noise core ipnotico e devastante che si muove su autonomi binari tribali, inquietanti, tra drone music, avanguardia, industrial.
La band di Teramo scartavetra orecchie e sensi con dieci brani di poco più di due minuti, a base di suoni ruvidissimi, tra noise e post hardcore, riportandoci talvolta alla mente Fugazi e Helios...
Un album molto personale, denso di riferimenti, che cresce ad ogni ascolto, di alta caratura stilistica.
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