HELEN BURNS – The rain caller
Chiari riferimenti alle recenti esperienze post punk e pur non mancando influenze post wave classiche, l’approccio è attuale e personale.
Chiari riferimenti alle recenti esperienze post punk e pur non mancando influenze post wave classiche, l’approccio è attuale e personale.
Potentissima miscela di punk rock, Oi!, Nabat, Rough, Cockney Rejects e un pizzico di gusto hard.
Un album che suona come una mitragliata, durissimo, in cui si fondono post hardcore, noise, con punte quasi grindcore.
Allegato alle prime 260 copie del nuovo numero della rivista “Gimme Danger” (realtà autoprodotta, dedicata a garage, punk, rock ‘n’ roll e affini) un 45 giri con brani inediti di CUT, BEBALONCAR, OUTER SPACE.
Dieci brani, registrati volutamente in presa diretta in due giorni, che si spostano tra post rock, shoegaze, sonorità che guardano talvolta al Paisley Underground più ruvido (di stampo Dream Syndycate) o alla lezione dei Dinosaur Jr.
Terzo album per la band milanese che conferma la strada sonora intrapresa fin dagli esordi a base di un solido quanto oscuro post punk dalle tinte dark wave.
L’esordio della band romana è all’insegna di cinque brani emo punk, scarni e minimali ma che si avvalgono di ottimi arrangiamenti di gusto post punk.
Tre nuovi brani che spaziano in un contesto poco definibile, tra post punk, shoegaze, retaggi punk, noise, un gusto psichedelico di fondo.
“In fondo al mondo” è un brano metallico e irrequieto, dove gli Zona tessono melodie di ispirazione post-punk su un riffing di stampo stoner/hardcore.
Nichilismo totale, gusto della provocazione, testi taglienti ed estetica dirompente: la grafica nero-arancione è un segno distintivo di DRIEU, il cui nome è un omaggio a Drieu La Rochelle, scrittore e politico autore tra l’altro di “Fuoco Fatuo”, splendido libro caposaldo del nichilismo letterario.
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