TAGUA – Carillon
Video di Paolo De Feudis.
“Carillon” è il primo singolo radiofonico dei Tagua accompagnato dal videoclip realizzato dal chitarrista della band Paolo De Feudis.
“‘Carillon’ – raccontano i Tagua – è una canzone decisamente biografica. Una sera di primavera Emanuela, la nostra cantante, ha ritrovato in una vecchia scatola da lei custodita per molti anni il carillon che suo padre le faceva sentire quand’era piccola per cullarla e farla addormentare. Riascoltare quella musica le ha riportato alla mente i momenti bellissimi passati con lui, in un misto di profonda malinconia e dolcezza. Lo stesso mood riecheggia nella melodia su cui Paolo ha lavorato per questo pezzo che parla di mancanza e della sofferenza di chi non può più vivere accanto ad una persona che non c’è più.”
Il significato del brano spiega il senso del clip, dove immagini cosmiche di galassie e nebulose si intrecciano a quelle di una giostra e di paesaggi dove il tempo scorre più velocemente del normale. La memoria, le mancanze, ma anche la volontà ferma di resistere e rinascere sono fra le tematiche di “Sincronisia”, disco rock scuro e impattante che nasconde fra le tensioni di basso e batteria e le abrasioni elettriche delle due chitarre un’inquieta sensibilità femminile, data dalla voce di Emanuela Valsecchi, anche autrice dei testi.
Un contrasto ben rappresentato dal nome della band, ispirato ad una varietà di avorio vegetale ricavato dai semi di una palma del Sud America che è molto simile all’avorio animale per consistenza, colore e aspetto, dunque una materia dura ma non lesiva verso gli animali. Questa indole bivalente trova la propria sincronia – da cui il titolo del disco in forma di neologismo – nei brani del disco, un classico lavoro di indie-rock che nasce dalle cose migliori del rock internazionale anni Novanta, ma anche a quello che accadde in quel periodo nel nostro Paese, dove l’elettricità incontrò la melodia per inevitabili ragioni di dna. Talora però i Tagua virano verso atmosfere più dark o rinforzano la pasta sonora in una direzione maggiormente hard-rock, non tralasciando aperture melodiche ricche di pathos, drittissime quadrature e climax tanto densi quanto brevilinei.
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