Il singolo, in maniera pungente ed ironica, evidenza l’abitudine italiana nel lamentarsi dei politici senza però darsi mai alcuna responsabilità:
«Non siamo contenti, ma la colpa è sempre degli altri. Si mette in evidenza, quindi, come sia fondamentale prestare attenzione al momento del voto, alla scheda elettorale, esprimendo la propria scelta con cognizione, sapendo realmente ciò che si sta facendo e dando quindi il proprio contributo al futuro dell’Italia. La canzone fu scritta il giorno dopo che non si raggiunse il quorum sulle piattaforme petrolifere, nel 2016, ennesimo esempio di non curanza etica da parte del popolo italiano. Sembra evidente che serva un cambiamento, sia nella classe politica, ma soprattutto anche nel popolo italiano stesso che resta costantemente spettatore “complice”, in quanto non reagisce, di tutto ciò che sta avvenendo all’Italia. Ho cercato con questo brano di stimolare gli italiani a chiedersi come mai quei politici sono sempre lì, le cose continuano a non andare e noi continuiamo a lamentarci…cioè il tutto si ripete uguale.
Ma il momento per far cambiare le cose è proprio nelle elezioni, usando la scheda elettorale. Se i politici sono al governo è perché il popolo li ha eletti, quindi il popolo faccia anche autocritica ed esprima con maggiore cognizione e concretezza le proprie scelte. È il popolo che deve, tramite il voto, cambiare questa situazione, disarmante, e far capire ai quei “bebè” che la devono smettere di curare solo i loro interessi privati e non quelli della nazione. Se poi si immagina il tutto visto dagli occhi di un emigrato italiano in Canada, il quadro può far ancor più male… in quanto quando ci si allontana, si avverte maggiormente la mancanza di ciò che si ama, la Patria, e vederla bistrattata in un modo indecente è tanto indecoroso quanto doloroso». Toz Antonio Piretti
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