Una statua, perché no?

E’ proprio dell’essere umano essere celebrativo, ci piace! Celebriamo avvenimenti con feste, giochi, eventi; celebriamo la natura, gli eroi, l’amore, con canti, poesie, opere d’arte e poi ri-celebriamo le opere d’arte (quadri, statue, dipinti) con scritti, canzoni, poemi. Insomma, pur di celebrare, manteniamo attivo questo circuito tra il vizioso e il virtuoso.

La musica non sfugge a questo turbine, essendo a turno celebrativa e celebrata, con il vantaggio di essere spesso l’onda sonora che accompagna un momento solenne e di essere, più delle altre arti, quella che si insinua nella pancia e nella testa: la musica è un’opera d’arte portatile. Meno portatili, invece, sono i monumenti, in assoluto la forma onorifica più stanziale, la più severa, la più istituzionale: personalmente monumenti “simpatici” non ne conosco: l’aggettivo “monumentale”, da solo, rimanda a qualcosa di incombente, imponente, fisso, autorevole, un po’ come la Signorina Rottermeir di Heidi o Frau Blucher di Frankestein Junior, sarà per questo che i monumenti sparsi per il mondo dedicati alle icone del rock o del pop fanno un po’ effetto. Un effetto anche un po’ cimiteriale.

 

Tuttavia questo non ha impedito di costruire monumenti ai Beatles in Kazakistan come in Italia (a Baronissi, una roba impressionante in acciaio), statue a Elvis e non solo a Graceland, ma anche a Friedberg in Germania, sempre col corredo di chitarra. Il gusto è sempre un po’ dubbio, fa sempre un certo effetto trovarsi davanti al seno prorompente di Dalida in bronzo, nel bel mezzo della piazza a lei dedicata a Montmartre, o a un Lucio Battisti in un parco in provincia di Rieti: non sono proprio belli, ecco, celebrativi sì, ma belli no. Meglio il tondo in mosaico in un viale di Central Park a New York, la cui scritta Imagine ci riporta a John Lennon, una tenera evocazione.

Ma non c’è verso, la statua piace e poco importa se brutta e un po’ gotica, piace talmente tanto che Freddie Mercury ne ha ben un centinaio sparse ai quattro angoli del mondo, le più celebre sul lago di Ginevra; talmente tanto che a Pacentro, città di origine di Madonna, la costruzione di un monumento a lei dedicato, torna in auge con ogni amministrazione (rendiamoci conto!). E mentre il povero Bon Scott, indimenticato leader degli AC/DC, nella sua forma in bronzo canterà per sempre in piedi su un amplificatore, sul lungomare di Fremantle in Australia, a Cadmen Town si aspetta l’effige con Amy Winehouse; ma soprattutto la città di Houston ha commissionato ai designer dello studio Armdeonce Ventures, la statua di Beyoncé, che avrà un tributo ancora da viva… chissà quanto bronzo ci vorrà per realizzare il suo didietro (ok, affermazione da femmine!).

Stay tuned!

Elena Miglietti

Giornalista, appassionata di Medioevo e pallavolo, scrive favole. Per Coop ha coordinato per diverso tempo la redazione piemontese del periodico Consumatori, essendo anche membro della redazione nazionale. Da anni racconta l'esperienza delle cooperative Libera Terra, che lavorano le terre confiscate alla malavita dell'entroterra corleonese. E' fra i promotori del S.U.S.A. Collabora con Radiocoop dal 2010.

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