YEAT – Afterlyfe
Di solito siamo abituati a parlare di emergenti, di ragazzi che provano a far sentire la propria voce in un mondo difficile e affollato come quello della musica italiana. Ecco, immaginatevi avere 18 anni, vivere in America e cercare di emergere in un paese che conta quasi 330 milioni di abitanti. Certo, la visibilità è immensa, altrettanto lo è però la concorrenza. Nessuno si aspettava dall’allora 2018 che Yeat, artista classe 2000, arrivasse a questo livello, sia di maturità artistica che di unicità. Il suo ultimo album “Afterlyfe” ne è la dimostrazione perfetta: rap, trap, drill, new wave, jersey e anche una sorta di punk moderno per un’artista che si dimostra il più flessibile della scena. Se poi si considerano le sue origini, messicane e rumene, in un paese in cui ancora (purtroppo) c’è ancora tanto lavoro in materia di integrazione, quello di Yeat è un vero e proprio capolavoro mediatico. Vedendo i numeri, con una proiezione di 70.000 copie fisiche vendute nella prima settimana di release dell’album, è veramente il caso di dirlo: nessuno può più ignorarlo, non è più l’emergente interessante del 2018. Yeat nel 2023 è diventato un BIG a tutti gli effetti.
Commenti recenti