Sesto album per la band molisana, un concept “politico” che parte dalla tragedia vissuta dall’Irlanda nella metà del XIX Secolo che la portò a perdere circa un terzo dei suoi abitanti tra morti per denutrizione ed emigrati in fuga dalla fame, per arrivare, di riflesso, a temi attuali come quello dei migranti. Il tessuto sonoro si mantiene nell’alveo del prog ma in senso più ampio, attingendo anche dal folk e dal rock più tradizionale (a tratti si avvertono riferimenti al Bowie dei primi 70 o ai Pink Floyd). Un disco di ampie vedute artistiche e sonore, ottimo.
Scrittore, musicista, blogger. Ha militato come batterista in una ventina di gruppi (tra cui Not Moving, Link Quartet, Lilith), incidendo una cinquantina di dischi e suonando in tutta Italia, Europa e USA e aprendo per Clash, Iggy and the Stooges, Johnny Thunders, Manu Chao etc. Ha scritto una decina di libri tra cui "Uscito vivo dagli anni 80", "Mod Generations", "Paul Weller, L’uomo cangiante", "Rock n Goal", "Rock n Spor"t, Gil Scott-Heron Il Bob Dylan Nero" e "Ray Charles- Il genio senza tempo". Collabora con i mensili “Classic Rock”, "Vinile" e i quotidiani “Il Manifesto” e “Libertà”. E' tra i giurati del Premio Tenco e del Rockol Awards. Da sedici anni aggiorna quotidianamente il suo blog www.tonyface.blogspot.it dove parla di musica, cinema, culture varie, sport e con cui ha vinto il Premio Mei Musicletter del 2016 come miglior blog italiano. Collabora con Radiocoop dal 2003.
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