LA MAISON – Vainehouse
L’esordio dell’ensemble livornese, un recente passato da buskers che si palesa spesso nell’album, è brillantemente prodotto da quel genio musicale di Enrico Gabrielli che mette ancora più in risalto l’anima scomposta, disordinata, positivamente caotica del gruppo. Si viaggia sulle strade sconnesse care al Tom Waits più ostico di “Bone machine”, tra fanfare punk, ballate che odorano di Balcani, folk europeo, un inevitabile rimando al Capossela di “Ovunque proteggi” e altre delizie sonore che rendono “Vainehouse” terribilmente appetibile, curioso, imprevedibile e con una sotto traccia inquietante e minacciosa che lo fanno ancora più accattivante.
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