“Shout it Out Loud”, nuovo singolo di Mary Keey che anticipa l’album (“Digital Me”) in uscita il 3 Giugno.
Il sound di Mary è senza dubbio fresco e distintivo: il singolo, come gli altri brani contenuti nell’album, è molto orecchiabile, positivo ma mai banale né superficiale.
Tanti e diversi sono i generi che la influenzano e il risultato è un suono autentico col quale è riuscita a farsi conoscere ed apprezzare sia negli Stati Uniti – grazie anche a diversi tour – e in giro per l’Europa. Questo disco è però più rock che mai.
Ed è proprio in California, durante l’ultimo tour che ha avuto luogo nel mese di Aprile, che è stato girato il video che accompagna “Shout it Out Loud”: Mary, insieme ai suoi musicisti, ha voluto immortalare questi bellissimi posti che porta nel cuore oltre che nella sua musica, alla ricerca dell’anima rock di quella terra iconica.
Il disco, “Digital Me”, parla dell’essere se stessi in tutte le sue sfumature. Per questo motivo alcune canzoni risultano più arrabbiate, in altre emerge un po’ più la frustrazione, altre ancora sono più energiche ed intense. Il tratto comune è che in nessun brano Mary ha paura di mostrare il proprio pensiero.
“Digital Me” è il cammino personale che ognuno di noi deve trovare e percorrere nell’era digitale per ritrovare se stessi. Tutti noi abbiamo un’identità nella vita reale e poi una online che di solito sembra sempre migliore di quella effettiva: i social vengono infatti spesso utilizzati per veicolare un’immagine di sé che risulti quanto più possibile brillante, interessante e mai noiosa tramite scatti e didascalie accattivanti, hashtag, stories e reel. Una versione felice di noi, dunque, che porta al paradosso che senza visibilità non si esiste.
Tutto ciò solleva diversi nuovi problemi emozionali portandoci ad interrogarci su chi siamo veramente e su come possiamo essere noi stessi quando il nostro “io” sui social è così perfetto.
Spesso assumiamo identità virtuali per compiere azioni e dire parole molto distanti dalla nostra realtà quotidiana. Con “Digital Me” Mary vuole togliersi questa maschera e mostrarsi per chi è nella cosiddetta “onlife”, termine impiegato per indicare la natura ibrida delle nostre esperienze quotidiane, in parte digitali e in parte analogiche.
Ma il virtuale è reale?
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