MOLECOLA – Primo in orbita
“Primo in orbita” è il nuovo singolo di molecola, uno dei nomi più interessanti della nuova scena indie/elettronica del Centro Italia.
Trattasi della seconda ed ultima anticipazione dall’atteso album d’esordio del producer umbro in uscita il Primo Dicembre 2023 per la label indipendente Tazzina Dischi, intitolato “Protovisioni” (seguito ideale dell’EP datato 2022 “La Festa del Pongo”).
Il progetto molecola nasce da un’idea di Marco Testa, e dall’esigenza di accostare il mondo dell’elettronica d’avanguardia alla lingua italiana, in una sorta di crossover tra IDM, canzone d’autore e paesaggi sonori.
Il brano parla del cosmonauta Yurj Gagarin, primo uomo a volare nel cosmo, portando a termine con successo la propria missione il 12 aprile 1961 a bordo della Vostok 1 e segnando in tal modo una pietra miliare nella corsa allo spazio.
Il testo della canzone, narrato da molecola stesso come se fosse una comunicazione dalla navicella spaziale, prende vita unendo fatti reali ad un fantasioso ragionamento sul fatto che il cosmonauta sarà davanti a tutto il mondo nella linea temporale dell’universo.
Musicalmente parlando, il brano apre con un’introduzione ambient che si arricchisce con bassi Moog profondi e una ritmica elettronica che si evolverà man mano nello sviluppo della traccia. Qui i glissandi la fanno da padrone, muovendo contemporaneamente tutte le parti armoniche.
E sul particolarissimo videoclip che accompagna il video?
Il video ha una propria narrativa intrinseca, all’inizio viene mostrata la bellezza del mondo che man mano viene contaminata dalla civiltà umana, in particolare localizzata in Russia, fino a scene che rappresentano la guerra e conseguente lancio nello spazio. Nel tutto è collocata una figura che rappresenta l’infanzia ed il sogno di tutti noi bambini degli anni ‘90 di andare all’esplorazione dello spazio. A serrare il ritmo del video sono gli zoom sempre più a sincrono con la ritmica e movimenti circolari nel finale.
Il lancio spaziale in reverse alla fine del video ci mette però un dubbio, siamo veramente andati avanti nel cosiddetto progresso o, in fondo in fondo, tutta la corsa alla conquista spaziale/tecnologica non ha ancora migliorato l’idea di civiltà dell’uomo?
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