ANNABIT feat. DOOMGUY – Alice [We Can’t Be Friends]
Alice, nella fiaba di Dodgson, cade nella tana del Bianconiglio, lo insegue nella sua corsa contro il tempo, attraversa scenari incredibili, per poi svegliarsi. Il mondo di Alice nel sottosuolo è la metafora perfetta per descrivere i paesaggi sonori e musicali che ANNABITe la producer DOOMGUY attraversano durante la loro creazione artistica.
Nella coverart cantautrice e produttrice diventano avatar del processo creativo, a metà tra l’umano che si snoda nella scrittura e il mondo cibernetico della composizione elettronica.
Il videoclip invece è traslato nella vita reale dove il sotto-sopra onirico è rappresentato da una serata in disco. Tutto il rituale, dalla preparazione fino alla festa, è parte di un processo che le ragazze del video fanno per espandere il tempo e fuggire ciò che c’è in superficie.
Alice, nella sua fiaba, sceglie il risveglio dal sogno.
ANNABIT e DOOMGUY, non sicure che il mondo fuori sia più interessante, rimangono nel sottosopra, a creare musica.
ANNABIT, cantautrice di Padova, ha all’attivo due album:
– Né Con Speranza, Né Con Timore uscito nel 2018, dalle sonorità dream pop cantato in italiano;
– The Endless Now, We’Re Living In uscito nell’Ottobre del 2022 per Dischi Soviet Studio, un disco dalle sonorità elettroniche cantato in inglese.
Dal 2023 Annabit ha pubblicato anche diversi singoli: La Bambola, rivisitazione-omaggio in chiave elettronica del brano di Patty Pravo, I Don’t Mind, trascinante singolo techno-pop e Spaceman, cover dei Verdena in chiave vaporwave/dreampop.
Chi è ANNABIT?
ANNA è un nome palindromo che si può leggere in due direzioni opposte, è un nome che si specchia su se stesso e che si può leggere dalla sua fine.
Il BIT informatico è la decisione tra due soluzioni egualmente possibili, lo 0 o l’1, il nulla o l’unità, il vuoto o la materia, il rumore o il silenzio. Il bit è quel concetto astratto, fragile e impalpabile che è alla base del mondo così come lo conosciamo oggi: conti in banca, dati sensibili, privacy, immagini, messaggi d’amore, musica… tutto è costrutto astratto, tanto quanto la realtà di cui ci pensiamo parte?
Potremo definirci esseri umani in società iper-tecnologiche? L’amore conosciuto finora sarà uguale quando diverrà totalmente cibernetico? Stiamo surfando o stiamo annegando nella cosiddetta società liquida? L’intelligenza artificiale ci supererà anche nella ricerca della felicità?
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