Bobby Gillespie – Tenement Kid
Un perfetto romanzo di formazione se non fosse “solo” l’autobiografia di un musicista che ha marchiato a fuoco la stagione Ottanta/Novanta.
BOBBY GILLESPIE racconta la sua difficile e avventurosa vita con dovizia di particolari (forse troppi e con eccessivi dettagli) in un libro che parte dall’infanzia e arriva a una delle indiscutibili pietre miliari del pop rock degli anni Novanta, “Screamadelica” dei suoi Primal Scream, nel 1991.
L’adolescenza nella povera periferia di Glasgow degli anni Sessanta, tra difficoltà varie e le domeniche sugli spalti a tifare Celtic.
Genitori socialisti working class.
“Nelle case dei cattolici c’era il ritratto del Papa, in quelle dei protestanti quello della Regina, da noi Che Guevara e la foto di Tommie Smith e John Carlos con il pugno chiuso alle Olimpiadi di Messico 1968”.
I primi rigurgiti rock con Thin Lizzy e David Bowie e poi il punk che spazza via tutto, l’identificazione nei Sex Pistols, Jam e Clash e il successivo superamento di ciò che in un lampo era diventato “classico”.
“A un certo punto quando i Clash o i Jam suonavano da noi non compravo più i biglietti. Erano diventati troppo famosi, troppo normali. Volevo l’eccitazione di una band che suonava in un piccolo club e che incidesse per una piccola label.
Ero dentro alla faccia più occulta e nascosta del rock ‘n’ roll.
Cercavo nuove energie.
Le Slits, gli Au Pairs, Raincoats, Pop Group, le Modettes”.
L’ascesa verso la notorietà è irta di problemi, sconfitte, delusioni.
Dagli Altered Images, ai Wake, fino ad approdare a una nuova band, caotica, estrema, dissonante, in cui la sua batteria più che minimale ci sta alla perfezione: Jesus and the Mary Chain.
Arriva il successo, quello vero, ma quando i litigiosi fratelli Reid gli intimeranno di scegliere, non avrà dubbi nell’abbracciare il suo primo sogno e progetto, i Primal Scream.
Anche in questo sarà dura e complicato ma, tra eccessi di ogni tipo, alti e bassi, arriveranno i primi posti nelle classifiche e “Screamadelica” li consegnerà alla storia.
Un racconto molto reale e divertente che rappresenta al meglio la vita di quei musicisti che hanno venduto, anzi no, regalato, la vita al rock ‘n’ roll.
“Eravamo ossessionati dal rock ‘n’ roll.
Era una religione per noi.
Nei Jesus and the Mary Chain tutti erano fanatici, ossessionati dalla musica e dall’estetica.
Il rock n roll mi diede il coraggio di essere me stesso, indipendentemente dal lavoro che facessi o il luogo in cui vivessi.
Mi aiutò ad avere un codice per vivere.
Ha risvegliato la mia coscienza.
Il senso di cosa fosse cool e di cosa non lo fosse.
Il punk e il post punk furono la mia rivoluzione culturale.
Mi diedero un modo di pensare e fu una specie di religione, una causa”.
Bobby Gillespie
Tenement Kid
White Rabbit
412 pagine
10 sterline
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