Ottobre 2024. Il riassunto del mese

Come ogni mese procediamo a un riassunto delle recensioni e dei video pubblicati.
Nel mese di ottobre 2024 abbiamo recensito 60 album e presentato 125 video.

Nel 2024 abbiamo recensito finora 407 ALBUM e presentato 1.042 VIDEO.

ALBUM

ADELAIDE – Insomma

Dopo un ep nel 2022 la band toscana approda alla prima prova sulla lunga distanza discografica con otto brani aspri, crudi e minimali, di derivazione post rock ma che si addentrano anche nell’emo e nel post punk. Le atmosfere esaltano la rappresentazione artistica di un sentimento di disperata malinconia e di senso di solitudine. Il risultano finale è un ottimo lavoro che sarà particolarmente apprezzato dai cultori del genere.

AL VOX – SicknationAL

Il cantautore, polistrumentista, scrittore, attore e regista ligure Al Vox firma un nuovo lavoro che si aggiunge a una già cospicua discografia e ancora una volta non delude le aspettative grazie a un disco particolarmente personale. Sei brani in cui mischia rock, elettronica, rap, ritmi dance e pulsanti, con testi incisivi, tra denuncia sociale e riflessioni intime, con tanto di conclusivo monologo in “Accetta il consiglio, adesso”. Un artista sempre piacevole da seguire.

ALPHATAURUS – 2084: Viaggio nel Nulla

La storica band milanese, autrice dell’eccellente Alphataurus del 1973, torna con un concept distopico dedicato alla scomparsa di tre membri fondatori. Siamo nell’ambito del miglior prog rock di matrice anni Settanta, da Genesis a Jethro Tull, folate hard rock e momenti melodici alla Procol Harum ma perfettamente miscelati e alternati, tanto da rendere l’album calibrato al limite della perfezione. Modalità esecutive e interpretative eccelse, suoni curatissimi. Per gli amanti del genere un vero e proprio gioiello.

MICHELE ANELLI – Dopo tutti questi anni / Non disperdetevi

La lunga storia di Michele Anelli sulle strade del rock ‘n’ roll si sublima con un doppio album che si regala per festeggiare i suoi sessanta anni. Buona parte dei quali trascorsi imbracciando una chitarra in mille esperienze artistiche. Accompagnato dai The Goosebumps, propone quattordici nuovi brani, musicalmente affini alla sua storia musicale (partita con Stolen Cars e The Groovers e proseguita in un ricchissimo e denso percorso solista), più due remix, registrati live in studio, con qualche occasionale sovraincisione. Bruce Springsteen a braccetto con Creedence Clearwater Revival, Clash e la tradizione soul di ruvido stampo Stax Records permeano i due dischi, perfetto riassunto di uno stile di vita più che di un’avventura musicale.

ANTIHERO – The deepest sea

Secondo album del polistrumentista romano Marco Calderano con il nome d’arte Antihero. Otto brani nell’esclusiva dimensione chitarra acustica e voce, tra atmosfere soffuse, sospese, autunnali, dai colori pastello e dall’approccio lieve e “sussurrato”. Nick Drake ed echi di Bon Iver si mischiano a ricordi dei Kings Of Convenience. La scrittura è comunque personale e l’approccio intimista perfettamente consono all’ambientazione sonora del lavoro. Più che ottimo.

BEATRICE ANTOLINI – Iperborea

Torna con il sesto album la formidabile autrice e musicista che può vantare una carriera artistica piena di successi e soddisfazioni (dalle collaborazioni con Baustelle, Emis Killa, A Toys Orchestra e Lydia Lunch, tra le tante, al recente ruolo di polistrumentista nei tour di Vasco Rossi). Per la prima volta un lavoro tutto in italiano, dalla forte impronta cantautorale, con il pianoforte in particolare evidenza a tessere basi e melodie conturbanti, eccellenti orchestrazioni, un lirismo spesso aspro, un uso, piuttosto discreto ma essenziale di elettronica. La classe non è acqua e qui ne troviamo in abbondanza.

FRANCESCA BONO – Crumpled Canvas

Per il suo esordio solista Francesca Bono schiera una squadra di collaboratori di tutto rispetto, tra cui Mick Harvey (Nick Cave & the Bad Seeds), Vittoria Burattini e Egle Sommacal (Massimo Volume). Il risultato è di altissima qualità e riluce di grande personalità. L’anima è di estrazione alt/folk ma non esita a contaminarsi con melodie dream pop e atmosfere post wave. Sembra di ascoltare una Pj Harvey gentile e sognante che gorgheggia con una Bjork più tranquilla del solito. I brani sono curatissimi, la resa finale più che ottima.

BRAT – L’estate eterna

Torna con un nuovo album (preceduto da un ep di quattro brani) il musicista e cantautore Federico Bratovich, in arte Brat. Un lavoro complesso,
prodotto da Flavio Ferri, già fondatore dei DeltaV e recentemente di Jean Paul Agambi Quartet, pubblicato tramite il collettivo SBAM (di cui sotto viene riportato il manifesto). Le canzoni che lo compongono raggruppano un insieme di note e idee, nuove o con, invece, decine di anni alle spalle. Il risultato è un disco comunque lineare, pur attingendo da elementi sonori apparentemente antitetici come folk, prog, canzone d’autore, alt rock, post punk. Perché a tenere il filo conduttore c’è la personalità distintiva di Brat e un sound allo stesso tempo scarno e ricco ma ben definito. “L’estate eterna” è un album ben fatto, pensato e sviluppato con cura. E si sente.

CALIBRO 35 – Jazzploitation ep

La band milanese continua a brillare nella sua ricerca dall’immenso archivio di libraries e colonne sonore. Il nuovo ep non fa eccezione, con la ripresa del jazz funk “Chaser”, composto da Piero Umiliani, già nella colonna sonora del film noir erotico “Il Corpo” del 1974, il formidabile jazz rock funk di “Nautilus” di Bob James e “Ascenseur pour l’échafaud (Générique)” di Miles Davis, per l’omonimo film di Louis Malle. A completare il tutto l’indimenticabile sigla Rai degli anni Ottanta, in chiave disco funk, che anticipava i film del lunedì, “Lunedì Cinema”, composta e cantata da Lucio Dalla, con la partecipazione in questa brillante versione di Marco Castello alla voce (Nu Genea, Erlend Oye). Un’ennesima conferma della loro classe ed eleganza.

CARNERA – Fuori dal ring

Carnera è un collettivo fondato nella provincia del nord-ovest da Potto, Mister X e Deep Maruela, alle prese con un ottimo ep d’esordio di cinque brani, all’insegna di un’elettronica che guarda alla post wave degli anni Ottanta, pur ponendosi in chiave molto attuale. Interessante l’uso delle voci guarda spesso alla lezione hip hop e l’uso di strumentazione acustica conferisce al lavoro una personalità distintiva.

CARNIVAL OF FOOLS – Complete discography 1989-1993

Una delle band più rappresentative della scena underground italiana a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, con una discografia mai ristampata nella sua completezza, trova ora il dovuto riconoscimento in due CD che includono i due album Religious Folk e Towards the Lighted Town, i singoli, brani sparsi su compilation e due live. Trentuno canzoni intrise di blues, punk, violenza, sofferenza, intimismo, “malattia”. Era il mondo del gruppo di Mauro Ermanno Giovanardi che dopo lo scioglimento, nel 1994, intraprese altre strade, sia soliste che con l’originalissima e unica avventura dei La Crus. Un capitolo essenziale per conoscere la scena italiana di quegli anni.

CAZALE – News from Mars

Terza fatica discografica per la band di Cesena, che ci immerge in un mondo vellutato in cui si intrecciano ambient, post rock, jazz, folk, retaggi cinematografici, in sei suggestivi brani strumentali. Il portamento è spesso solenne e austero, il sound sempre ben calibrato, esecuzione e arrangiamenti minimali ed efficaci, per un lavoro di qualità.

CIGNO – Buonanotte Berlinguer

Il cantautore romano con il terzo album ci sprofonda in un’atmosfera apocalittica che guarda a post punk, elettronica spinta, sperimentazione, CCCP, Offlaga Discopax, Teatro degli Orrori. I testi sono perfettamente consoni al clima sonoro, minaccioso e urgente, tra surrealismo, (apparente) delirio e critica sociale. Un lavoro tanto personale da essere pressoché unico. Consigliato l’ascolto a volume alto.

COSMIC ROOM 99 – s/t

La band trevigiana, attiva da un paio di anni, firma un ottimo esordio a base di una miscela sonora dai retaggi “antichi” e nobili: dai Velvet Underground, alle sognanti e psichedeliche visioni di Syd Barrett, fino alle più recenti esperienze di Jesus and Mary Chain, della scena shoegaze (Swervedriver in particolare, senza trascurare le melodie alla Teenage Fanclub) e un gusto new wave a corredare il tutto. Ottimi i suoni, gli arrangiamenti e la produzione, molto azzeccate le composizioni. Un piccolo gioiello, dal respiro internazionale.

CUT – Annihilation Road

La GoDown Records ristampa (in vinile, da lungo tempo irreperibile) il quinto album della band bolognese pubblicato nel 2010, registrato a New York e prodotto da Matt Verta-Ray (già al lavoro con Ronnie Spector, Oblivians, Dirtbombs, Jon Spencer Blues Explosion). Il marchio di fabbrica è da tempo già definito e inciso a fuoco sulla carne dei loro adepti: garage, punk, rock ‘n’ roll, rhythm and blues malatissimo, elettricità, nervosismo quasi nevrotico, violenza sonora. Uno dei tanti gioielli dei Cut da riscoprire.

STEFANO DALL’ARMELLINA – La magnolia stellata

Il quarto album del cantautore lo coglie nel pieno della maturità compositiva e stilistica, perfetto seguito a una carriera brillante, ricca di soddisfazioni e riconoscimenti. Il tratto distintivo della sua penna è la capacità di unire momenti frizzanti dai riferimenti jazzati (vedi “Con la zia”), sonorità che permeano talvolta anche solo in sottofondo altri brani (l’amara “Nè destra né sinistra”), con la migliore tradizione della canzone d’autore nostrana. Francesco De Gregori, Lucio Dalla, Niccolò Fabi echeggiano spesso ma la personalità dell’autore emerge prepotentemente. Una felice conferma.

DADA SUTRA – Questo amore mortale

Esordio di dada sutra, alterego della cantante e musicista Caterina Dolci (attualmente anche nella formazione de Le Bambole Di Pezza). Un lavoro composito e complesso in cui l’uso dell’elettronica è preponderante, al servizio di melodie ipnotiche e minimali. Tra new wave anni 80, atmosfere glaciali e richiami a Billie Eilish, un album di grande modernità, volontà di sperimentare e personalità.

FILIPPO DALLINFERNO – Aquarius

Un album composito e complesso che parte da una base ritmica e da un’ispirazione rock blues (ospite anche il grande armonicista Charlie Musselwhite) ma che si sviluppa poi in varie direzioni che riportano all’esperienza solista di Jack White ma che a tratti possono ricordare anche l’irruenza vocale del primo Eugenio Finardi. Non mancano episodi meno irruenti che guardano invece a soul e blues (“Alla fine”) fino al funk rock di “Madre fortuna”. Personalità a profusione, talento e classe.

ERISU – Heavy Goddesses

Progetto molto interessante quello del quartetto tutto femminile che ci propone un concept dalle forti tinte hard rock e heavy metal, colorate da una voluta ed evidente teatralità che attinge dai musical rock degli anni Settanta. L’approccio è spesso epico e quasi sinfonico, il sound potentissimo, duro, travolgente, con insert di musica antica medio orientale a dare un ulteriore tocco di originalità. Produzione di altissimo livello, voci ben calibrati, suonato alla perfezione.

ESSEUNO – Non so che fine ha fatto

Il collettivo sardo firma il terzo lavoro discografico dopo un ep e un 45 giri, con tre nuovi brani che spaziano in un contesto poco definibile, tra post punk, shoegaze, retaggi punk, noise, un gusto psichedelico di fondo. Un approccio che rende particolarmente personale il loro sound (tanto quanto il nome del progetto: S1111111111111111111111111, sintetizzato in Esseuno).

DANIELE FARAOTTI – Ep! Ep! Urrà

Al terzo album Faraotti riesce ancora a stupire per creatività e originalità con un cantautorato molto personale che guarda a una forma moderna di psichedelia con un aggancio alle modalità espressive di Morgan (ad esempio in “L’oro in noi” ma anche in numerosi altri episodi). L’elettronica svolge un ruolo costantemente presente ma usata con grande eleganza ed equilibrio. Di nuovo un lavoro di primissima qualità.

FIDANZA JAZZ COMBO – Omaggio a Natalino Otto e lo Swing italiano

Gustosissimo omaggio a un grande pioniere del jazz in Italia, insieme a Gorni Kramer e Pippo Barzizza, negli anni Trenta, quando il termine e la musica stessa erano sostanzialmente banditi dal regime fascista. Il duo ne riprende alcune canzoni del vastissimo repertorio, in modo minimale e spontaneo, in duo e in diretta, nello spirito dell’epoca, giocando con i suoni della voce che imita i fiati, a creare l’impasto di una piccolissima orchestra. Un ascolto piacevolissimo e versioni ben strutturate e arrangiate.

FOLCAST – Tutti i miei piani

Nuovo ep per il cantautore romano. Sette brani in cui si dimostra autore ed esecutore eclettico, non lontano dalle dinamiche compositive di Daniele Silvestri. Le canzoni spaziano da ballate acustiche introspettive e autobiografiche a momenti funk, rap rock (bellissima “Se scoppiassi tu”, il momento più alto del lavoro), soul funk (“Manifesto egoista”). Una gradita conferma.

GENERIC ANIMAL – Il canto dell’asino

Il quinto album del cantautore lombardo lo coglie nel pieno della maturità artistica, con un lavoro curato, denso di spunti, rifiniture, di tratti molto particolari (soprattutto in chiave ritmica, dai timbri particolarmente accentuati). Le canzoni partono da un’impostazione cantautorale ma si sviluppano tra rock, blues e approcci psichedelici con l’evidente volontà di sperimentare nuove soluzioni e suoni inusuali. A tratti non disdegna sguardi ai Verdena, altre volte a Jack White. Personalità da vendere per un album di gran pregio.

GOPHER & THE DEADLOCKS – Tropical riot

Spettacolare album che accosta con disinvoltura brani reggae (vedi la splendida “Cenere” in coppia con Neffa) e dub a furiosi punk rock, spesso sconfinanti nell’hardcore, una cover punk di “Concrete Jungle” degli Specials, non disdegnando intermezzi hip hop. Un mix intrigante ed eccitante di Clash, Rancid, Beastie Boys, Ruts, 2Tone Records. Il tutto eseguito (e composto) con un’energia travolgente e uno spirito rivoltoso e combattivo. Notevole.

HEAT FANDANGO – Onde

Il secondo album della band marchigiana conferma la qualità della loro proposta, che riesce sapientemente a mischiare garage rock chitarristico con post punk, retaggi Stooges, ritmiche pulsanti su basi ipnotiche di gusto psichedelico (“Danza con me”). L’ambito artistico è ampiamente collaudato e di conseguenza difficile da rinnovare ma in questo caso la personalità, l’approccio urgente e la perfetta attitudine della band riescono a rendere “Onde” un disco di grande interesse e spontaneità.

HELVUS – Smara

Flavio Travaglini in arte Helvus, è un chitarrista, cantante e compositore di Potenza. Arriva ora al secondo album solista (dopo l’esperienza con la band reggae RasEmiliani & The Marsili Explosion). Un lavoro con otto brani rocciosi che guardano all’hard rock (dalle parti dei Deep Purple, talvolta) ma non disdegnano parentesi più blues o funk. Ottime le composizioni e più che curata l’esecuzione, merita un ascolto approfondito.

IADORA’S JOURNEY – Journey 1

Non è facile fare blues senza cadere nei prevedibili stereotipi. In questo caso i riferimenti sono più che classici, dai “padri bianchi”, Alexis Korner e John Mayall a strumentali swinganti, brani di solido rock blues, tra Eric Clapton e ruvidezze alla Free o Humble Pie (“Can’t see me without you” o “City of light”) e funk (“Mr. Scunk”). Ma il tutto è suonato con tale freschezza, competenza e gusto per il divertimento che traspare in ogni nota, da rendere l’esordio della band piacevolissimo e più che moderno.

KUBRI – Due

La band piacentina, composta da quattro musicisti attivi nella scena locale e nazionale fin dagli anni Novanta, firma il secondo album. Un progetto particolare e difficilmente incasellabile in un ambito preciso. Musica strumentale, semi acustica, improntata all’improvvisazione e al minimalismo, dal gusto cinematotografico, a tratti Felliniano, evocativa, colma di rimandi jazzistici, sospensioni ritmiche, atmosfere folkeggianti . Una miscela personale, da ascoltare e assaporare con cura. Più che interessante.

KYOTO – Extralibera

Nuovo ep per l’artista pugliese con tre brani che rappresentano, rispettivamente, lo spazio della consapevolezza, della responsabilità e dell’azione. Un progetto musicale che nasce in sinergia con il Museo Extra Libera di Roma, un’iniziativa che celebra la lotta contro le mafie e promuove la memoria attraverso un’esperienza immersiva e interattiva. che rappresentano, rispettivamente, lo spazio della consapevolezza, della responsabilità e dell’azione. Il sound, elettronico, si muove tra ambient, noise e sperimentazione e presuppone interessanti sviluppi in questo ambito.

LICCIARDI – Una luce più chiara

Nuovo EP per il cantautore catanese di stanza a Bologna: una raccolta degli ultimi quattro singoli. La recente scoperta dell’arte di Nick Drake si riflette nella modalità compositiva anche se i brani risentono soprattutto della vicinanza a influenze folk blues e ai mai dimenticati Kings Of Convenience. Tutto molto interessante, particolarmente curato nella scelta dei suoni e perfettamente arrangiato.

MARY LEE AND CAESAR’S COWBOYS – See ya later, gladiator!

Delizioso esordio all’insegna di un sound non frequentemente praticato dalle nostre parti, un mix di  swing, blues e country che sa essere travolgente e danzereccio, quanto languido e avvolgente. Dieci brani dalla più profonda tradizione americana, inclusi du inediti autografi. Il tutto eseguito in maniera perfettamente fedele al sound originale ma con un piglio moderno e fresco.

LDV (La Dolce Vita) – Confessions

Ha una lunga storia la band nata nei primi anni ’80 a Udine. Rimessa insieme la formazione solo nel 2022 pubblica l’EP d’esordio ‘1979‘ e giunge adesso l’ora dell’esordio sulla lunga distanza con ‘Confessions’ (2024, Mold Records’). Un lavoro che si dipana in ambiti che oscillano tra post punk e new wave ma con elementi ascrivibili a garage punk, rock ‘n’ roll e influenze anni Sessanta. Il tutto eseguito con la prevedibile maturità e conoscenza della materia. Ottimo.

NICOLA LORI – Urban Vision

Spicca per raffinatezza e ammaliante eleganza l’esordio solista del musicista romano. Circondato da preziosi e autorevoli collaboratori, da Andrea Chimenti a Robert Aceto (David Sylvian, The Heads, Tom Tom Club, Jansen Barbieri Karn), confeziona un album dai toni solenni, debitore alla lezione dei Japan (e sue filiazioni successive) ma che attinge anche dal neo prog dei primi King Crimson e da una spiccata personalità dell’artista. Gli arrangiamenti sono curatissimi, le composizioni di altissimo livello qualitativo, per un disco superbo che , non di rado, arriva all’eccellenza.

THE MADS – Time By Time

La prima scena mod italiana è stata a lungo fonte di eccellenti band e corrispettivi album di primissima qualità, che potevano tranquillamente rivaleggiare con i ben più blasonati colleghi inglesi, per competenza, capacità compositiva ed esecutiva, profilo artistico. Dai Four By Art agli Underground Arrows, Statuto, alla meteora Blind Alley, abbiamo di che vantarci. Purtroppo rimasero fuori i milanesi Mads, peraltro pionieri in Italia ad abbracciare questi suoni ed estetica. Vissero troppo poco tempo, dal 1979 al 1984, e non riuscirono a suggellare testimonianze sonore su vinile o cassetta, pur lasciando un fervido ricordo con travolgenti esibizioni dal vivo. Rinati nel 2012 con l’ottimo The Orange Plane, bissano ora con il secondo splendido album, in cui converge tutto il meglio del mod sound, dai Jam, ai Chords, power pop, soul, ska, una splendida cover di Never Ever degli ActionAbbiamo dovuto aspettare tanto tempo ma l’attesa è stata felicemente ripagata da una band nel pieno dell’espressività e maturità artistica. Disco eccellente.

GIORGIO MANNUCCI / VALERIA CALIANDRO – Stagioni

Il cantautore livornese Giorgio Mannucci e la cantautrice pratese Valeria Caliandro, si incontrano nell’estate 2023 e iniziano subito a scrivere insieme. Il primo ep li coglie alle prese con quattro canzoni lievi e di musica solo apparentemente “leggerissima” (per citare un’ispirazione del duo, Colapesce Dimartino. In realtà si avverte una vena malinconica, a tratti quasi struggente, che rende ancora più fascinoso questo delizioso esordio.

MARNOSTRUM ENSEMBLE – s/t

Un ep che guarda alle coste variegate del Mar Mediterraneo e alle molteplici suggestioni sonore che arrivano da ogni parte del “nostro” immenso territorio bagnato dalle sue acque. Si mischiano melodie medio orientali, ritmi balcanici, sapori nostrani del Sud Italia. Il collettivo siciliano ci fa gustare un suono atavico che affonda le radici in una tradizione antica ma che ha ancora un’anima attuale, moderna e guarda avanti. Nei testi si parla della strage quotidiana degli immigrati che in questo mare lasciano la vita, cercandone una migliore e dell’abuso sconsiderato che si fa della natura ormai in modo sempre violento. Un lavoro tanto bello quanto forte e potente.

MATHILDE MONTORO – s/t

Esordio per il trio bresciano con un ep di quattro brani, registrati pressochè totalmente in diretta, a base di un energico pop rock dal taglio chitarristico che ben mischia asperità con melodie vocali molto fruibili. Una partenza positiva che prelude a un futuro sicuramente interessante.

MASTICA – (12) Treize cigarettes

In occasione del ventennale della prima pubblicazione, rivive in vinile l’eccellente album della band veneta, ristampato e rimasterizzato da Go Down Record. Splendida miscela di hard rock, rock blues, garage punk, proto prog, psichedelia, cantata in italiano, suonata a livelli di pura eccellenza e suoni perfettamente confacenti alle origini del sound.

MUDDY WORRIES – Fucked Up

Il trio bolognese scartavetra alla grande dieci canzoni, aspre, crude, minimali, chitarra/basso/batteria. Il loro punk rock si mischia a molte delle sue evoluzioni (a volte sembrano andare negli stessi sentieri dei primi Dream Syndicate) ma anche a ciò che lo ispirò (vedi rimandi occasionali al mitico album dei Modern Lovers). L’album si chiude con una versione di “In a hole” dei Jesus and Mary Chain, con la voce di Ferruccio Quercetti dei Cut. Deliziosamente deragliante.

NAPSTAMIND – Nel giardino a vapore

Esordio roboante del giovane trio romano, con un album che parla il linguaggio delle chitarre distorte e della potenza sonora, tra grunge, hard rock, alternative ma senza disdegnare atmosfere psichedeliche e più classic rock. I brani sono composti molto bene e altrettanto ottimamente suonati e prodotti. Il sound è duro e aspro ma riesce ad armonizzarsi bene con melodie meno ostiche. Un disco dal notevole potenziale.

NICONOTE – Regola

NicoNote è un’artista multidisciplinare e sperimentale, con una lunga e prestigiosa carriera alle spalle, nel presente e sicuramente nel futuro, attiva nei campi della musica, del teatro e della performance. Un progetto che nasce nel 1996 e che ha vissuto trasformazioni ed evoluzioni. Il nuovo lavoro, concepito nel 2003, è una suite in 9 movimenti ispirata alla mitica compositrice medievale Hildegard von Bingen (1098-1179). Musica contemplativa, elettronica, solenne, “spaziale” (non di rado riporta alle atmosfere care ai Tangerine Dream), avvolgente, sulla quale la voce di NicoNote tesse trame misteriose e austere. Interessante e notevole.

IGOR NOGAROTTO – La voce del servo

Ispirato al capolavoro di Battiato La voce del padrone, esce questo nuovo lavoro, il sesto della ricca carriera del cantautore e scrittore piemontese, un concept sul riscatto sociale del “servo” del titolo. I quindici brani si muovono tra canzone d’autore, folate rock, funk, elettronica, ritmi “sintetici” che riportano alla lezione del Maestro Battiato (vedi “Lavorare stanca”), momenti venati di ironia, ballate malinconiche (“Un calcio a tutto”, che non starebbe male in un lavoro di Ligabue). Un ottimo album, complesso e composito, dalle mille sfaccettature artistiche, ben realizzato e con la particolarità (ormai unica) di non essere caricato sui distributori digitali (ma reperibile solo in crowfunding:  https://www.gofundme.com/f/la-voce-del-servo-nuovo-album-di-igor-nogarotto).

OLDEN – La fretta e la pazzia

Ottavo album per il cantautore perugino. Un lavoro profondamente intimista, giocato su tinte crepuscolari, suonato all’insegna del minimalismo (prevalentemente pianoforte e voce) tra Enzo Jannacci (protagonista, non a caso, di un brano, “Ho sognato Jannacci”), Lucio Battisti (“Gioia negli occhi” in particolare, soprattutto vocalmente), Lucio Dalla, Fabio Concato. Maturità ed esperienza si sentono, lo spessore compositivo è alto, l’interpretazione di notevole livello, con l’aggiunta di tanta personalità.

OLTRE LA LINEA – Provincia II

Secondo ep per la band dell’Appennino Bolognese (da Porretta Terme) a base di un Oi! punk rock potente, aggressivo, minimale, dalle chiare ed esplicite tematiche antifasciste. I cinque brani proseguono il percorso intrapreso con il precedente “Provincia”, pubblicato in aprile di quest’anno e ci consegnano una band già matura per proseguire il cammino, sempre importante e necessario, intrapreso decenni fa da Nabat e Klasse Kriminale.

OTTONE PESANTE – Scrolls of War 

Primo capitolo di una trilogia in cui il trio decostruisce l’elemento degli ottoni, oggetti che nei secoli si sono impregnati di sangue, attraverso un sound estremo e abrasivo, possente e spiazzante. Si passa da atmosfere alla Motorpsycho al grind core, dagli Swans a elementi doom. Un calderone infetto di suoni e suggestioni minacciose che può vantare un’originalità esclusiva e un elemento artistico totalmente distintivo. Tra le esperienze più originali in circolazione.

PREFERISCO IGNAZIO – Stendardo

L’esordio della band romana è all’insegna di cinque brani emo punk, scarni e minimali ma che si avvalgono di ottimi arrangiamenti di gusto post punk, talvolta non così lontani dai Fontaines DC ma che in “Ora capisco” riecheggiano addirittura gli Afterhours dei primi anni. Un ottima partenza, convinta, urgente, spontanea che può riservare future, positive, sorprese.

HUGO RACE – MICHELANGELO RUSSO – 100 years

La carriera di Hugo Race è costellata di mille collaborazioni (soprattutto l’esperienza con i Bad Seeds di Nick Cave ) e iniziative proprie, sia da solista che con i Wreckery, i Fatalists e i True Spirit. In questi ultimi militava anche Michelangelo Russo con cui divide questo secondo album del sodalizio iniziato nel 2017 con il personale e originale omaggio a John Lee Hooker in “John Lee Hooker’s World Today. I sette brani del nuovo lavoro sono escursioni ipnotiche e lisergiche in un mondo oscuro, fatto di blues, atmosfere sospese, eteree, minacciose. Un album intrigante, da esplorare ripetutamente, trovando sempre nuove suggestioni.

RIP OFF – 1982…non voglio polizia

I bolognesi Rip Off sono stati tra i primi interpreti di un violento e rauco Oi! Street Punk nei primi anni Ottanta. Incisero una cassetta insieme ai mitici Nabat (massimi interpreti di quell’ambito) uscita nel marzo 1982. L’anno successivo pubblicarono un’ulteriore cassetta. HellNation ristampa su vinile formato LP, in tiratura limitata, le canzoni della prima tape, con allegato un libretto di quattro pagine con interviste, foto, testi, ritagli, fanzine. I sei brani sono una cruda testimonianza di quell’epoca pionieristica, con tutte le ingenuità ma soprattutto la spontaneità, irruenza e urgenza di una giovanisisma band, mantenendo l’immediatezza dell’approccio e dell’attitudine. Un recupero più che benvenuto per i cultori di un certo suono.

I SINCOPATICI – Decimo Cerchio (L’Inferno 1911)

Sonorizzazione del film italiano muto “L’Inferno” del 1911 a cura dei Sincopatici (Francesca Badalini, Luca Casiraghi, Andrea Grumelli) con la partecipazione della straordinaria voce di Claudio Milano. Un’opera di grande fascino pur se di non facile fruizione, che viaggia in varie forme di sperimentazione, fino al rumorismo, passando per classicismi, tribalismi, elettronica, cenni prog (“La prima bolgia”). Interessante, ammaliante, minacciosa, a tratti inquietante e disturbante.

STATUTO – Statuto Football Club

E’ nota la vicinanza tra la storia degli STATUTO e la passione calcistica. Dall’amore per la maglia granata del Torino (nel 1998 al videoclip del loro brano “Un Posto al Sole”, partecipò tutta la rosa della squadra, nel 2005 nel video di “Facci un goal” fu ospite Paolo Pulici, nel 2006 l’album “Toro” raccoglieva brani dedicati alla squadra del cuore, tra cui “Cuore Toro”, inno ufficiale del Torino), a canzoni a tema calcistico meno specifiche.
Furono i primi nel 1988 a firmare un testo, “Ragazzo ultrà”, che descrive la tematica delle tifoserie organizzate, successivamente con Enrico Ruggeri hanno scritto nel 2010 il brano “Controcalcio”, omaggio al calcio d’altri tempi.
Inoltre oSKAr, è membro della Nazionale Italiana Cantanti dal 2017 con il ruolo di difensore.
Gli otto brani di “Statuto Football Club” alternano canzoni dedicate al calcio come “Notte magiche”, “Una vita da mediano”, “La leva calcistica del ’68” e “La partita di pallone” a strumentali, sigle storiche televisive e radiofoniche di “Tutto il calcio minuto per minuto”, “Novantesimo Minuto”, “Domenica Sprint”,“Domenica Sportiva”, come “A taste of honey” di Herb Alpert and Tijuana Brass o “Stadium” di Oscar Prudente con il baritonale coro “Viva viva il goleador”. Le versioni sono ovviamente caratteristiche dello stile degli Statuto tra ska, soul, rocksteady, soul funk, modern latin jazz (vedi “Pancho” di Jack Trobey che fu sigla di “90° minuto”). L’idea è vincente, l’album arrangiato e suonato benissimo oltre che decisamente originale e godibilissimo. La storia continua.

STREA – Gold and mess

La giovane cantautrice bresciana stupisce favorevolmente con un esordio maturo e ricco di personalità, all’insegna di uno spettro di influenze largo e variegato, in mezzo al quale si muove con particolare destrezza. Canzone d’autore che riporta (anche vocalmente) a Kate Bush e Enya ma che non disdegna momenti pop rock dal ritmo sostenuto, sguardi al prog e lo stupendo e complesso “Ophelia” (con Colin Edwin dei Porcupine Tree al basso). A corredo due particolari cover come  ‘Running Up That Hill’ di Kate Bush e di ‘The Lost Song Part II’ degli Anathema. Ascolto consigliatissimo.

TALK IS CHEAP – s/t

L’esordio della band pugliese è gradevolissimo, fresco, urgente, brilla di spontaneità e immediatezza. I sette brani viaggiano alla grande tra riff jingle jangle che riportano a Smiths e Real Estate, con un’impostazione vocale e armonica che guarda esplicitamente ai Cure del primo album “Three Imaginary Boys”. Un ambito genericamente “dream pop” ma che ha molte altre frecce al suo arco e rende il futuro della band molto roseo. Bravissimi.

UNDERDOGS – Nine ties

Quarto album per l’infuocato trio, che mette insieme una miscela esplosiva e metallica di stoner, grunge, heavy metal e graffi postcore punk. I brani sono potentissimi, scanditi da una ritmica travolgente e da un muro sonoro chitarristico. La varietà di stili si condensano in un sound originale e distintivo. Nick Olivieri alla voce in “Knocking On Hell’s Door” è il perfetto compendio a un album riuscito ed esemplare nel suo ambito.

FRANCESCO VENERUCCI (featuring Javier Girotto – Jacopo Ferrazza – Ettore Fioravanti) – Indian Summer

Gustoso album per il pianista romano, accompagnato da una formazione di eccellente caratura. I dieci brani si muovono tra molteplici atmosfere e influenze che colorano alla perfezione un album di jazz molto fruibile e affascinante, passando dal blues al funk a ritmi latini con maestria e disinvoltura. Un album che coniuga tecnica e gusto artistico. Più che ottimo.

VERDI JAZZ ORCHESTRA – Flying over the clouds

La Verdi Jazz Orchestra (VJO) è una delle più significative realtà italiane. Per aderire a questo organico viene fatta una selezione atta ad integrare i migliori talenti italiani che poi percorrono un piano di studi e perfezionamento presso Il conservatorio Giuseppe Verdi di Milano. L’album diretto dal Maestro Pino Jodice respira l’aria delle grandi orchestre jazz del passato, Duke Ellington, Count Basie su tutti, una modalità esecutiva sempre meno utilizzata ai nostri giorni ma dal fascino immortale. La solennità delle composizioni assorbono il classicismo dell’esecuzione orchestrale ma con un’attitudine e uno spirito attualissimi. Un lavoro di grande charme.

THE CHRIS ZEK BAND – Agarthi

Christian Zecchin ci porta in un mondo che riesce ad accostare il rock blues più classico a quello contaminato da altre influenze, fino ad escursioni impreviste nell’ambito prog e nelle atmosfere Pink Floydiane. Troviamo echi di JJ Cale e Eric Clapton ma anche i primi vagiti del Southern Rock degli Allman Brothers Band agli esordi. Il tutto suonato in maniera impeccabile, ispirata, calda. Un disco che gli appassionati del genere ameranno anche grazie a una spiccata personalità.

WE FOG – Sequence

Secondo album per il trio veronese. Sette brani ruvidi e aspri, dalla matrice post rock ma che flirta sovente con il noise, Fugazi, Sonic Youth (“Trees”), non disdegnando momenti più punk e la conclusiva escursione di “Timex” in un contesto quasi psichedelico. Suoni e arrangiamenti minimali e la giusta attitudine, per un album più che interessante e personale (in un ambito sonoro abitualmente molto omologato ai classici schemi del “genere”).

THE WINSTONS – Third

L’aspetto prevalente del mondo Winstons è il gusto continuo per il cambiamento, la sorpresa, la capacità di spaziare in mezzo a suoni di ogni tipo che possono essere facilmente collegabili a “generi” e ambiti sonori precisi, da cui però il trio rifugge subito, contestualizzandoli ad altri profili artistici. Il terzo album della felice carriera cammina su sentieri riconducibili al primo prog a cavallo dei Sessanta e Settanta, ancora profondamente contaminato dalla psichedelia e da echi Beatlesiani. Ma in mezzo c’è un altro universo di riferimenti e influenze (dalla musica classica al rock, sperimentazione e pop) che rendono il loro sound immediatamente riconoscibile. Band di altissimo spessore internazionale, splendidi musicisti, compositori unici ed eccelsi.

VIDEO

1989. – Grazie, ADIKA PONGO feat. Leroy Gomez – (Let’s go to) Disco, ALIS – Eleven, ANALOGIC – I am an intellectual, MARCO ANCONA – In fondo, ATLANTE – Dita, MARTINA ATTILI – Occhi blu, ATWOOD – Can’t stop me, AURA – Chiamme e nu’ chiamme, SOPHIE AUSTER – Look What You’re Doing To Me, BANDE RUMOROSE IN A1 – Nuvole rosse, JOHN BEER – Fearless Funk, STEFANO CISCO BELLOTTI – Siamo moltitudine, BERRI – Tutto di me, GERA BERTOLONE – Figghia mia, BETA LIBRE – Enjoy, PINO BIAGGIOLI – Una donna non si tocca, BIVIO – Shell of fears, BOHRIS – Dosi di nostalgia, BONSAI BONSAI – Casa di specchi, BOSCO – Interferenze, VASCO BRONDI – Ascoltare gli alberi, FIORENZA CALOGERO – Avvertimento feat. Elena Ledda, CAPPADONIA – Dorian Gray (Batcave Live Session), ALFONSO CAPRIA – L’aria, CARONE – Mi vuoi sposare?, ROSSANA CASALE – Born to Be Blue, CAZALE – Castelpriore, ANNACHIARA CECERE – Il peso del mondo, NICOLA CONTE – Do You Feel Like I Feel (feat. Gregory Porter), CORTESE – Asfalto, GIUSEPPE D’ALONZO – Dove non eri tu, MAX DE LORENZIS – Ciao come stai?, DECI – 1000 modi, DELE’ – Occhi blu, DELICATONI – Passo dopo passo, SOFIA DEVILLE – Trees in motion, DIMAGGIO – Le nonne e le chiese, DIROTTA SU CUBA Feat. MARIO VENUTI – In the souk, DRIEU – Tutto questo volere, EMME EFFE – Tempo contato, DANIELE FARAOTTI – La forma dei coleotteri, THE FIVE FACES – Paola Danza, FOLCAST – Tutti i miei piani, ADRIANO FORMOSO – Zajal, FURIA IN MELIS ft. Aris Cena – Luci, BRUNO GENERO – Dansa, GODZILLASEXBIKE – Wishes (The Birthday Song), GRID – Fiori di città, DONATELLO GUERRERA – Vortice, HEAT FANDANGO – Danza con me, HOGWASH ACADEMY – Five more minutes, KONBINI KLAN – Angeli perduti, JESSE THE FACCIO – Sali contro, JUMPSCARE – Rise And Fall, IZINE – Il vento soffia da Marte, KNOWN PHYSICS – Adrenaline, LA CLASSE MEDIA – La rivincita, LAMAREA – Tutto normale, LOS CHITARONES – Love and peace, LADYVI – Confesso di credere, MASSIMILIANO LAROCCA – Giorni di Alcione, LOOLA – Il mondo dei diamanti, MAGAZZENO – Mantide, MANITOBA – Futuro, MELTY GROOVE – Breathing, MARIANNE MIRAGE – Chiudi Gli Occhi, MORGANA – Corsica 81, MUSTANG N.5 – Tira fuori i sogni, I NAPOLANTI – Abbascio e ‘ncoppa, SABRINA NAPOLEONE Feat Cristina Nico e Stefano Luna – Stupidi disperati, NARTICO – L’ultima per davvero, NDRANGHESTAN – Fenice, NERVI – Bevi troppo, THE OLD SKULL – Lamette Reloaded Feat. DANNO, NOTTURNO CONCERTANTE – Shadows Party , NOVAGORICA – La prima volta, PALO CANTO – After Dark Session, ANTONIO PALUMBO – Stelle color latte, PERSEIDE – Plain Flour, DANIELE PIOVANI – Ti amo per sempre, POST NEBBIA – Piramide, TOMMASO PRIMO – Jesus Christ Super Saiyan, PUTAN CLUB – Lavo/Arrah Arrah Abbaina (from “Filles d’Octobre”, March 2025), SARA RADOS E PROGETTI FUTURI – Bandiere sporche, REESE – Long Streets, RENANERA – Madame, THE RIDEOUTS – Perfect man, ROAD SYNDICATE – Smilin’ Devil (live), ROVERE – 11 case, THE SADE – Sinner, LUCA SAMMARTINO – Sai che su di me puoi contare, SAMU L – Riga dritto, SARRÀCCUSSÌ – San Gennaro Civico 18, SEBBA – Fidati di me, SETAK – Figli della storia, DAVIDE SHORTY – Nuova forma, SICKTALE – Fade, TOM SINATRA – Lejenda di un amor (feat. Giuly G.), SINEDADES – A la manana, THE SMOKE ORCHESTRA – Hot Mercurio, SPEAKEASY – George Best, ALESSANDRO SPINA – Siamo nel pallone più totale, STIUI – Lasciami fermo qua, FRANCESCA TANDOI – Bop Web, TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI – La nuova canzone per me, UNDERDOGS – Knockin’On Hell’s Door (feat. Nick Oliveri), VIANDANTE CSM – Streghe, VIKA – Gimme love, VALENTINO VIVACE – Eroi, VV – Ondeggiando, ZAGREB – Satelliti, ZONA – In fondo al mondo, ZZOLA – Crush, XIII BLADES – Blue Cream

Antonio Bacciocchi

Scrittore, musicista, blogger. Ha militato come batterista in una ventina di gruppi (tra cui Not Moving, Link Quartet, Lilith), incidendo una cinquantina di dischi e suonando in tutta Italia, Europa e USA e aprendo per Clash, Iggy and the Stooges, Johnny Thunders, Manu Chao etc. Ha scritto una decina di libri tra cui "Uscito vivo dagli anni 80", "Mod Generations", "Paul Weller, L’uomo cangiante", "Rock n Goal", "Rock n Spor"t, Gil Scott-Heron Il Bob Dylan Nero" e "Ray Charles- Il genio senza tempo". Collabora con i mensili “Classic Rock”, "Vinile" e i quotidiani “Il Manifesto” e “Libertà”. E' tra i giurati del Premio Tenco e del Rockol Awards. Da sedici anni aggiorna quotidianamente il suo blog www.tonyface.blogspot.it dove parla di musica, cinema, culture varie, sport e con cui ha vinto il Premio Mei Musicletter del 2016 come miglior blog italiano. Collabora con Radiocoop dal 2003.

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