FUORICENTRO – Pia contessa
STOP OMOFOBIA – Un IRONICO brano POP/DANCE/ROCK che vuole raccontare in maniera ironica il dramma e , alle volte, l’ipocrisia che si cela dietro la bruttissima piaga dell’OMOFOBIA! PIA CONTESSA :uomo, insospettabile e dedito alla discriminazione ed al moralismo che non perde occasione per ridicolizzare tutto cio’ che e'”diverso” ma che prova in fondo un profondo desiderio per il suo stesso sesso ! Arrivera’ pero’ il giorno in cui verra’ smascherato . STOP OMOFOBIA !
Produzione artistica : GIOVANNI ROSINA — Regia e post produzione: ILA www.ilahand.com — Direttore luci: MATTEO BONOLDI — Make Up e Hair Styling : CHIARA USUELLI — Mastering : ABBEY ROADS STUDIOS – LONDON – UK
I Fuoricentro aprono in bellezza l’autunno con “Pia Contessa”, singolo che tocca un argomento delicato ed estremamente attuale come l’omofobia. E lo fanno con un tono ironico e quasi favolistico, con la storia di un uomo moralista di giorno e peccaminoso di notte che, una volta scoperto per le sue scappatelle tra parchi e parcheggi, riceverà lo stesso trattamento da lui solitamente riservato al prossimo. Il tutto viene raccontato su un tappeto sonoro ammiccante, che richiama sia il rock anni’70 che l’elettro-pop anni ’80. A firmare la canzone sono il cantante Maurizio Camuti e il chitarrista Roberto Arru.
«Pia Contessa nasce circa cinque anni fa, con l’intento di scrivere qualcosa di ‘diverso’, una realtà sconosciuta ai più ovvero l’omofobo etero fasullo e represso, quasi invidioso e spaventato della libertà altrui. Uno frustrato che nutre pulsioni irrefrenabili verso coloro che al bar con amici, al ristorante, tra i discorsi con i familiari, rifiuta e disprezza. Un ‘carnefice’ che è a sua volta vittima di se stesso e della sua educazione, costretto a manifestare le proprie pulsioni in gran segreto, con il travestitismo o banalmente attraverso incontri occasionali, nei momenti liberi rubati, nei parcheggi, insomma in posti e con persone che non potranno essere testimoni dell’inconfessabile» – spiega Maurizio – «Ho voluto raccontare il tutto in maniera molto ironica ed inaspettata, fornire l’altro lato della medaglia del fenomeno legato all’omofobia, proprio per far venire a galla i ‘peccati’ di una certa frangia di popolazione che molti non si aspetterebbero e non immaginerebbero neanche».
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