CLERK – Fake
Jan De Clercq, in arte Clerc, è un cantautore di origine fiamminga che vive a Firenze. A 6 anni comincia il suo percorso musicale con la chitarra classica, collaborando più avanti come strumentista con diverse formazioni folk e rock, sia in Italia che all’estero, cimentandosi anche con l’autoralità e pure col canto. Negli anni il suo repertorio acquisisce via via una chiara personalità, miscelando strumenti acustici con suoni elettronici minimali, risultando sempre perfettamente bilanciato e deliziosamente visionario. Nei suoi testi le parole risultano leggere e profonde al contempo, criticando e ammirando la fantastica assurdità della vita, in un misto di lingue quali l’italiano, l’inglese e il fiammingo.
Sir Winston Churchill scrisse che “una bugia fa in tempo a compiere mezzo giro del mondo prima che la verità riesca a mettersi i pantaloni”.
Le cosiddette fake news rappresentano una delle piaghe dei nostri tempi, tecnologicamente avanzati ma pieni di insidie e di tranelli digitali. Sempre più spudorato il falso mina la fiducia delle persone nei confronti delle relazioni interpersonali e del mondo circostante, fino a costringerle ad un isolamento, ognuno barricato nella sua gabbia autoreferenziale, perfettamente impermeabile all’esterno. E la verità, quella verità a cui tutti anelano, non è più tale. Si trasforma in una serie di “non eventi” che diventano “reali” perché qualcuno li trasforma in una notizia… ma anche concretamente reali per le conseguenze e gli effetti – spesso dannosi – che producono.
Dovremmo sempre controllare le fonti informative, anche se nel quotidiano non è pratica così scontata: occorrono tempo e dedizione, elementi dei quali spesso siamo carenti un po’ tutti.
Il nuovo brano di Clerc, Fake, rappresenta un grido di speranza al contempo ironico e criticamente lucido che, mescolando più idiomi – come nella consuetudine dell’artista – induce alla riflessione. Musicalmente divertente, sottolineato da una chitarra aggressiva e dal ticchettio di una macchina da scrivere che si trasforma in atipica ed incalzante percussione, è accompagnato da un videoclip che – una volta di più – conferma il suo eclettismo surreale.
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