DAVID RAGGHIANTI – Tema del filo
“Tema del filo” è il primo singolo di David Ragghianti, cantautore Toscano che a settembre pubblicherà per le etichette Caipira Records e Musica Distesa il disco di debutto “Portland” prodotto da Giuliano Dottori.
Il video che accompagna il brano è stato girato dai videomaker Francesco Di Maio e Roberto Covi e racconta la vicenda di un uomo, inerte come il proprio sguardo fisso, che legato al filo rosso del destino si immerge in una vasca di acqua. Lì dentro l’uomo intraprende un cammino all’interno di sé stesso, nello sforzo di superare ostacoli sempre maggiori, imparando a comprendere come si possa mantenere una direzione labirintica per arrivare al centro.
A quel punto, consapevole di iniziare un viaggio, il filo rosso del destino si srotola. L’uomo riemergerà, uscendo però dal mare, con il colore della fiamma accesa sul viso, in un altrove che è nuova vita.
“‘Tema del filo” – racconta David Ragghianti – si ispira all’esperienza iniziatica del labirinto Cretese. Labirinto come legge di iniziazione appunto, come rappresentazione di quel viaggio tortuoso e periglioso che è la nostra vita, che può divenire un percorso iniziatico. Un cammino all’interno di sé stessi, nello sforzo di superare ostacoli sempre maggiori, imparando a comprendere come si possa mantenere la rotta in ogni avversità. La possibilità di perdere tempo per acquistare spazio, di fare un percorso, di sbagliare strada. Che poi vuol dire trovarla la strada, non vuol dire perderla.”
“Tema del filo” è una delle canzoni di “Portland“, opera prima di David Ragghianti che Giuliano Dottori ha deciso di pubblicare con la sua etichetta Musica Distesa. Il lavoro raccoglie nove tracce di cantautorato elettro-acustico che guarda alle cose migliori dell’indie songwriting internazionale e le riporta ad una dimensione densamente poetica ed emozionale.
Chitarre acustiche ed elettriche, pianoforti, mandolini e batteria (suonata da Nico Turner, già al fianco di Cat Power, e da Mattia Pittella) sono il bagaglio di un viaggio in forma di canzone verso un luogo geografico che è anche un luogo archetipico, Portland, dove finisce la terra e comincia il mare. Un confine da abitare là dove si ricompongono gli opposti e dove un io finito può immaginare l’infinito.
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