Febbraio 2025. Il riassunto del mese
Come ogni mese procediamo a un riassunto delle recensioni e dei video pubblicati.
Nel mese di febbraio 2025 abbiamo recensito 54 album e presentato 104 video.
Nel 2025 abbiamo recensito 107 ALBUM e presentato 197 VIDEO
ALBUM
3VANITY – Musa
Un ep di sette brani che trasuda maturità, sfacciataggine lirica, sicurezza, soprattutto vocale. La prima Gianna Nannini è il riferimento più evidente, in particolare nell’approccio compositivo rock. Ma ci sono molte altre influenze che sottolineano la versatilità dell’artista (dalla dance della conclusiva “La danza della disobbedienza” al groove latino di “Amore o rumore”). Ben prodotto, ottimi i suoni, voce distintiva, molto interessante.
AB29 – Magnitudo
Nell’album d’esordio, il quartetto tutto femminile toscano guarda a un pop rock dalle melodie ricercate e dall’impostazione vocale che ricorda vagamente la compianta Dolores O’Riordan dei Cranberries. La band si muove sicura tra canzoni mid tempo (quasi) mai troppo spedite, spesso ritmicamente sospese e armonicamente dal tono malinconico. “Magnitudo” lascia intravedere una maturità ormai completa e buone prospettive per il futuro.
ADA ODA – Pelle D’Oca
La band italo belga prosegue un percorso artistico molto personale e particolare, che unisce, in un improbabile quanto intrigante e riuscito mix, asperità post punk e melodie sgangherate che riportano alla canzone pop italiana anni Sessanta. Ci sono anche elementi power pop (“Sul palo”), il funk punk di “Figlia d’Europa” e molti altri elementi sonori che rendono il lavoro variegato e imprevedibile ma con un marchio più che riconoscibile. Ottimo.
LAURA AGNUSDEI – Flowers Are Blooming In Antarctica
La compositrice e saxofonista torna con un album importante, profondo, intenso, che va oltre ogni limite stilistico preconcetto, esplorando spiritual jazz, guardando tanto a Kamasi Washington quanto al funk elettronico di Herbie Hancock, perfino al Miles Davis di On the corner. Il tutto in un contesto sonoro dal gusto ambient, spesso molto “liquido”, di altissima qualità compositiva e massima espressività.
ALBERINOI – Aspetta/Espera
I sei brani del duo parmense parlano un linguaggio immediato che attinge dalla nuova canzone d’autore italiana, con l’aggiunta di un’anima pop rock che rende l’ep immediato, gustoso, intenso. Molto buono il lavoro sui testi, ottime la produzione e la scrittura, efficace il mondo che riescono a creare. Dopo quattro singoli, una nuova tappa che ne conferma lo spessore.
BLUMELE – Volevo sembrare Goku
Il trio bresciano, fresco vincitore della 35ª edizione di Rock Targato Italia, approda al primo album con freschezza giovanile e un sound diretto, molto fruibile e urgente. L’ambito è facilmente circoscrivibile al pop punk più classico (Blink 182 e Sum 41 in particolare), con testi sbarazzini e adolescenziali. Ben suonato e ottimamente prodotto, un buon lavoro.
NICK BUSSI – Deep pop
Il musicista ravennate firma l’album d’esordio con un lavoro autoprodotto e autogestito in cui scava in varie anime sonore. Non disdegna la canzone d’autore ma è la post wave elettronica il tratto prevalente, in una visione frequentemente “romantica” e liquida (vedi l’intensa ballad “Ephesus”). Un lavoro molto interessante, compositivamente curato e ben realizzato. Una buona partenza.
BYENOW – Feeling warm driving in bad weather
Atmosfere talvolta cariche di tensione, altre rilassate e suadenti, all’insegna di un alt folk maturo e distintivo. Andrea Dellapiana
e Nicholas Remondino si avvalgono della produzione di Adele Altro (Any Other) e dell’aiuto di una serie di validi collaboratori. La caratura compositiva è di alto valore, gli arrangiamenti minimali ed efficaci, l’esecuzione perfettamente al servizio di un mood specifico ben azzeccato. Un ottimo lavoro, destinato a ritagliarsi uno spazio solido nell’ambito.
JC CINEL – Where The River Ends
Poderoso ritorno per il rocker piacentino, con un album che una volta sarebbe stato doppio con oltre un’ora di musica. Rock potentissimo che spazia tranquillamente tra l’hard più classico di sapore anni Settanta, torrido rock blues (che riporta agli Humble Pie), saporito Southern rock (da Lynyrd Skynyrd a Black Crowes), l’amore per i Led Zeppelin che traspare spesso e volentieri. Il parterre dei musicisti che lo accompagna è eccellente e rende il disco di altissima qualità esecutiva, perfetto per canzoni di superbo spessore compositivo. E su tutto la voce di Cinel, con pochi rivali interpretativi. Un vero e proprio gioiello semplicemente ROCK!
CORDE OBLIQUE – Cries and Whispers
Il progetto artistico diretto da Riccardo Prencipe, nato a Napoli nel 2005, firma l’ottavo album dell’intensa carriera che ha portato la band in Cina, Francia, Germania, Olanda. Tributo all’omonimo film di Ingmar Bergman ‘Sussurri e grida’, si divide all’uopo in due volumi: ‘Cries’ (Grida), in cui il sound induce più in sonorità complesse, che abbracciano shoegaze, post rock, con sferzate prog hard e ‘Whispers’ (Sussurri), più marcatamente folk, tra atmosfere sospese e avvolgenti. L’album si avvale di prestigiose collaborazioni: Simone Salvatori (Spiritual Front), Denitza Seraphimova (Irfan), Luigi Rubino (Ashram) e l’attrice Maddalena Crippa. Un lavoro, come sempre, personalissimo e distintivo, destinato a riscuotere sicuro interesse nel particolare ambito in si muove artisticamente.
COWARDS – God Hates Cowards
La band marchigiana firma il secondo album della carriera, considerato però una sorta di primo passo per una necessaria ripartenza, dopo un luttuoso evento che li ha privati di uno dei membri originari. Un album oscuro e duro, figlio delle atmosfere post punk e post wave degli anni 80, che pulsa ritmicamente mentre intorno il sound si fa spesso abrasivo e urticante. Ci sono Sonic Youth e Husker Du a guardare e lasciare tracce della loro universale influenza. Un ottimo lavoro, curato e fortemente voluto per voltare pagina.
JOHN DE LEO JAZZABILLY LOVERS – Tomato Peloso
Un progetto bello, stimolante e frizzante, con la mitica voce di John De Leo (Quintorigo) protagonista, attorniata da musicisti di altissima caratura tecnica ed espressiva. Classici rock n roll (da “Blue suede shoes” o “Love me tender”) ma non solo, vengono presi, fatti a pezzi, frullati e ricomposti in chiave jazz (e dintorni), sperimentando, reinterpretando, rinnovando. Un lavoro di grande personalità e stile, godibile pur se non mancano asperità sonore. Da ascoltare assolutamente!
ELLI DEMON – Raise
La blues woman vicentina ha alle spalle una lunga attività discografica, in cui il blues è sempre andato a braccetto con varie contaminazioni e una forte personalità. Il nuovo album è un progetto particolare, che fa riferimento alla tradizione dei luoghi natali dell’autrice. E’ sempre blues ma ancora più anomalo del consueto, con sferzate punk e abbracci a varie forme di psichedelia, con un substrato oscuro e dark che accompagnano il tema lirico dell’opera, incentrata su leggende pagane e oscure. Suggestivo e ammaliante, ancora una volta Elli Demon ha fatto centro.
DI NOI STESSI E ALTRI MONDI – Tutto lascia traccia
Secondo album in dieci di attività per la band bresciana che pone l’accento su un approccio molto poetico e lirico che rimanda, soprattutto nelle parti vocali, sostanzialmente recitate, all’esperienza dei Massimo Volume. Il substrato sonoro è invece più personale, debitore a un post rock melodico in cui l’intreccio chitarristico assume modalità di stampo vagamente psichedelico, con uno sguardo conciliante verso i Television. Un percorso non facile e coraggioso, più che apprezzabile.
EFFEMME – Colpevoli
Dalla virtuosa unione di due talenti come Francesco Fry Moneti, polistrumentista e violinista storico dei Modena City Ramblers e de La casa del Vento e Michele Mud, vincitore per due volte del Premio Voci per la Libertà – Una Canzone per Amnesty e del Premio Via Emilia, nasce un nuovo progetto particolarmente interessante e artisticamente riuscito. Canzone d’autore, folk, sapori mediterranei, una splendida cover di “Everybody wants to rule the world” dei Tears For Fears sono il sale di un lavoro pieno di energia, vita e grande gusto.
EMOTU – L’evoluzione
Secondo album in una carriera che sta per arrivare al decimo anno di attività: “nove brani che, in forma concept, attraversano le emozioni profonde di un uomo”. Il tutto a base di un corposo sound che guarda a un pop rock molto fruibile che non di rado attinge dal funk pop di band come Duran Duran. Elettronica e strumentazione classicamente rock si fondono alla perfezione e sullo sfondo non mancano concessioni al prog più moderno. Una miscela interessante e dalle grandi potenzialità per un lavoro più che riuscito.
FANTASMI DAL FUTURO – Sono come te
Quattro brani per un eccellente ep che segue l’esordio su album del 2022 della band veneta. Potenti, compatti, figli del post punk e con un impatto rock dalle tinte oscure, a cui si aggiungono melodie che si inseriscono perfettamente nel contesto. La band è esperta, suona benissimo, la produzione ne esalta le capacità. Si attende con impazienza il nuovo album.
MICHELE GAZICH – Solo i miracoli hanno un senso stanotte in questa trincea
L’arte e la poetica di Michele Gazich sono note. Eccellente violinista, al servizio di musicisti di prima grandezza, da Eric Andersen a Mary Gauthier, Michelle Shocked, Massimo Bubola, tra i tanti. Per questo nuovo album ci sono voluti quindici anni di lavorazione per nove canzoni. In studio solo due musicisti, l’autore e la violoncellista e cantante Giovanna Famulari. Il progetto è pressoché unico nella volontà di unire la tradizione del classicismo viennese (Haydn, Mozart e Beethoven) e del primo romanticismo tedesco, uniti, in un inedito e coraggioso tentativo, alla canzone d’autore. Il risultato è estremamente affascinante, struggente a tratti. Talvolta ammantato di solennità ma mai respingente, anzi, avvolgente e amicale. Gazich non è mai stato banale o prevedibile e questo nuovo progetto lo testimonia una volta in più.
THE GREAT INFERNO – Rehab ghost
Un album sopravvissuto tenacemente alla tragica scomparsa di uno dei componenti del progetto e portato a termine dai superstiti. Otto brani intensi per il duo bresciano, che spaziano da un’anima new wave alle movenze catartiche e oscure di Nick Cave, intarsiate da un gusto pop di fondo e con un prevedibile umore “(o)scuro”. Bene hanno fatto a continuare.
KOKADAME – Bevisitter
La band piacentina prosegue il suo cammino con un bulldozer che rade al suolo tutto ciò che incontra. Come sempre puro e semplice punk rock, di derivazione Oi!, diretto, con testi provocatori, irritanti e semiseri, ai confini con il cosiddetto “demenziale”. Le sei canzoni funzionano perfettamente per chi ama il deragliamento sonoro e psichico. Raro esempio di vera e propria attitudine punk.
JERRY MOOVERS – 28% Vol.
La band bergamasca, dopo tre album e un ep, torna con un nuovo lavoro di sei brani che ne confermano la carica ritmica e sonora. Punk rock classico, in italiano, senza troppi fronzoli, diretto e suonato come si conviene. “Eparina” la vetta dell’ep ma tutto il lavoro è ad altissimo livello.
LUKAS INSAM – The live sessions
Il chitarrista altoatesino torna con un album di sei brani live, per quasi tre quarti d’ora di musica, che ne mettono in risalto la qualità tecnica ed espressiva. Torrido blues, colorato da pennellate funk (vedi la spettacolare versione di”Come together” dei Beatles), soul e rock, esecuzioni impeccabili e travolgenti, l’ascolto è una goduria. Ottimo!
CARMINE IOANNA – Badawi
Un album che si distingue subito per un’insolita particolarità: è stato interamente scritto in Arabia Saudita e registrato nei Valley Studios di Riyad, in una sola seduta, nell’autunno 2022. Il fisarmonicista irpino, tra i più apprezzati nel mondo del jazz, ci porta in un vortice di contaminazioni che, ovviamente, assorbe le atmosfere sonore del luogo in cui tutto è stato composto (solo apparentemente lontano dal nostro paese) ma guarda a tango, jazz, world music, suoni mediterranei. Otto brani affascinanti e avvolgenti, caldi e ammalianti. Un gioiello di personalità.
LADY AND THE CLOWNS – Mar Viola
Un buon lavoro che mischia possenti cavalcate rock ai confini (e oltre) dell’hard, supportate da una voce femminile potente, convincente, aggressiva, con un gusto più pop e ritmiche talvolta funk. La produzione, molto ben fatta e calibrata, valorizza un album dalle grandi potenzialità commerciali. Promossi a pieni voti.
LAGER – Outer than yesterday
Preziosa stampa su vinile (in sole 100 copie) di un demo della band calabrese, registrato nel 1986. I Lager sono stati tra i principali gruppi mod dell’epoca ma oltre a un sound debitore al mod rock di stampo 1979, hanno progressivamente assimilato influenze psichedeliche e garage beat come ben rappresentano questi 9 brani (di cui uno registrato invece nel 2012). Successivamente il leader Francesco Ficco ha formato i Kartoons, viaggiando sempre su coordinate simili più garage oriented con quattro album e diversi singoli all’attivo. Il sound è ruvido, urgente e spontaneo e la registrazione su 4 piste, seppur datata, non risente del tempo trascorso.
LIGHTINF. – All conditions gear
Un album energico, potente, figlio di punk rock e post punk ma che non disdegna rimandi al Britpop più aggressivo e distorto. La band gira alla grande, le canzoni funzionano, l ‘attitudine è quella giusta, il sound azzeccato. La partenza è, come si intuisce, più che buona e la dimensione live è probabilmente ancora più consona a esprimere al meglio la band.
LITTLE BOYS – Tokyo addicted
Laura “Elle” Bertone e Sergio “Esse” Pirotta proseguono il loro viaggio “giapponese”, patria d’adozione, con un esplicito omaggio nel titolo. Due brani nuovi e due remix degli stessi a cura di Duran (Haruhisa Duran Naito). La miscela è quella conosciuta, torrido rock blues sporcato da un suono punk rock, duro e abrasivo. Una conferma.
MANICAs – Arcadia
Secondo album per la band bolognese, a base di un austero post punk dalle tinte new wave, dal portamento solenne e severo, con l’aggiunta di elementi elettronici. C’è anche un prezioso cameo di Robert Wheeler dei Pere Ubu, tra le band più interessanti e sottovalutate della prima scena new wave americana. Un ottimo album che NON si inserisce nell’attuale trend post punk ma ne rilegge le origini in modo maturo e personale. Molto interessante.
MANUEL PISTACCHIO – Pellegrino
Il trio romagnolo ha scelto un insolito marchio di fabbrica per la sua carriera artistica. Il terzo lavoro discografico ne conferma un’anima molto particolare e originale, sospesa tra cantautorato “alternativo” italiano (da Fiumani a Corsi) e ispirazioni particolari e non abituali. Il tutto converge in una proposta più che personale e molto curiosa. Da ascoltare con attenzione.
ANDREA MARCHESINO – Gargano Blues
Uno stupendo concept dedicato alla sua terra, il Promontorio del Gargano, del talentuoso chitarrista pugliese, ormai parigino di adozione. Undici brani strumentali, accompagnato da Danilo Gallo al basso (Guano Padano, Bill Frisell, Mike Patton, Enrico Rava) e Matteo Nocera alla batteria (Sandro Joyeux, Ngasa Ngasa) che ne esaltano la versatilità strumentale e compositiva. Il sound si sposta tra Calexico, il Marc Ribot in forza a Tom Waits, con echi Morriconiani e conseguentemente cinematografici. Un lavoro gradevolissimo, ricco di spunti e bellissima musica, consigliatissimo.
NIC MARSÉL – Sotto il livello del mare
Una lunga e variegata carriera, dai Circo Fantasma all’attività solista e in mezzo decine di collaborazioni e altre avventure artistiche e discografiche. Il secondo album di Nic Marsél affonda le radici nel cantautorato semiacustico più ruvido e aspro, non disdegnando tuffi in momenti più alt rock. L’approccio vocale e (talvolta) compositivo non è lontano dal miglior Manuel Agnelli e dalla scrittura di Giorgio Canali (con cui ha collaborato) ma c’è abbondanza di personalità e originalità.
MITROPA EXPRESS – Nordestress / Judy is a Punk
La band patavina, dopo dieci anni di attività e quattro ep, torna con un nuovo singolo. “Nordestress” guarda al punk italiano di fine anni 70 (primi Gaznevada e Skiantos) con un taglio alla Ramones, omaggiati nella B side con un ottimo rifacimento del loro classico “Judy is a punk”. Energia, ottimi suoni, attitudine perfetta.
MOONBREW & PAOLO APOLLO NEGRI – Destination:Mars
Dalla Luna a Marte il passo è breve e così il duo lombardo ha deciso di intraprendere un nuovo viaggio spaziale, verso il pianeta rosso. I sei brani strumentali assemblano elettronica, funk, jazz, fusion, in una miscela pulsante, dalla forte impronta “cinematografica”. Registrato con estrema cura, eseguito con grande sapienza e tecnica, il nuovo ep brilla per eleganza e classe. Consigliato!
NERO NELSON – Canzoni per tornare insieme o lasciarsi per sempre
Terzo album dopo un lungo periodo di assenza in sala di incisione (dedicato all’attività compositiva in ambito cinematografico), registrato a Napoli all’Auditorium Novecento, pubblicato dalla più antica casa discografica italiana, Phonotype. Dodici ballate intense che si concedono omaggi alla lingua napoletana, intrise di canzone d’autore classica (da De Gregori a Endrigo) e un’anima blues. Un album ricco di spunti, di eleganza compositiva e arrangiamenti minimali ma efficaci. In allegato alle prime 100 copie è presente il racconto inedito Diario di un pusher sentimentale, vincitore del premio Dostoevskij 2022.
NOINDEX – 3024
Sono quattro i brani a comporre il nuovo ep della band campana, legati da un concept che lega immagini distopiche a un futuro governato dall’Intelligenza Artificiale. L’ideale colonna sonora qui espressa è il perfetto compendio a questa narrazione, con un’elettronica di stampo new wave, arricchita da brani che attingono dalla canzone d’autore nostrana più evoluta (con Thom Yorke e il Damon Albarn di “Everyday robots” dietro l’angolo). Un lavoro personale e di grande efficacia.
PANTA – Poeti, Vampiri & Veneri Punk
La band romana, in circolazione da quasi un decennio, approda ora al secondo album, con dieci canzoni intrise di un rock basico e diretto che spesso flirta con il pop punk più immediato e contagioso. Compositivamente maturi, esecutivamente inattaccabili, una produzione curata e precisa, hanno tutte le carte in regola per compiere il “grande balzo”.
VINCE PASTANO & NOISEBREAKERS – Nocturnal
Torna sulle scene il progetto di Vince Pastano (chitarrista, direttore musicale e arrangiatore di Vasco Rossi) e del cantante Tony Farina. Un album intensamente blues, sia quando lo abbraccia nella sua dimensione più intima, sia quando si contamina con visioni oscure alla Nick Cave (“There is no love”) che quando si scatena in suggestioni Hendrixiane (“Black hearted woman”), alla Black Crowes (“Pretty mama”) o di gusto jazz (“Porthole”). Inutile sottolineare la bontà esecutiva del lavoro, di rara efficacia e raffinatezza oltre a brani sempre convincenti e di grande spessore compositivo.
JOE PISTO e FAUSTO BECCALOSSI – Respiro
Il chitarrista Joe Pisto e e il fisarmonicista Fausto Beccalossi uniscono le forze per dare vita a un album intenso, poetico, colmo di eleganza. Si mischiano jazz, world music, folk, tango, attraverso un’esecuzione raffinata e tecnicamente eccelsa. Un lavoro avvolgente e delicato, evocativo e suadente.
PLASTICDROP – Life, Death and Miracles
Dopo un ep d’esordio nel 2019 la band sarda giunge al primo album. Nove brani furiosi, distorti, urlati che devono molto all’estetica sonora grunge ma non disdegnano hard, punk, stoner, soli chitarristici di stampo rock blues (“Never again”), fino al funk punk di “2016”. Un lavoro ben fatto e prodotto, suoni curati e più che adatti al genere in oggetto. La band suona con convinzione e la giusta attitudine a testimonianza di una maturità raggiunta sul palco e in sala prove con i giusti tempi e senza fretta. Bravi!
LUCA PLOIA – Fuoriquota
Terzo album per il versatile cantautore bresciano. Nei tredici brani spazia agevolmente da atmosfere jazzate alla Sergio Caputo (“Mangio disperato”, Vengo a prenderti stasera” e “Voglia di gente”), al rabbioso rock “Lunatico’o” con ospite Gatto Panceri, alle strade abitualmente percorse da Luciano Ligabue in “Ha ragione la vecchia”.” In mezzo tanta canzone d’autore, declinata in varie forme e influenze. Un bel lavoro, ricco di spunti e con tanta carne al fuoco, soprattutto a livello compositivo, valorizzato da una produzione di grande pregio.
S.C.I.O. – Discorsi distorti
L’album dell’one man band Stefano Scioni si basa sull’uso di uno strumento abitualmente d’accompagnamento ritmico, come il basso, che in “Discorsi distorti” diventa protagonista nel tessere trame dure, distorte, apocalittiche. La fusione di noise, hard, heavy, industrial, post punk, post wave, attraverso riff ossessivi, atmosfere minacciose dal frequente mood dark, produce quindici brani complessi e ricchi di spunti sempre molto interessanti. Un lavoro originale e personalissimo.
FEDERICO SCARABINO – Cose che accadono
Un album come “un diario nato da appunti, frammenti, sentimenti, stati d’animo, riflessioni, incontri, ricordi, speranze”. Federico Scarabino è il fondatore e motore dei Rione Junno, che quest’anno compiono 25 anni di carriera, costantemente immersi in un ambito world music. In questo esordio solista l’autore si concede invece ad atmosfere differenti, tra canzone d’autore che in “Enrica, la luna e il mare” guarda all’ultimo De Andrè mentre in altri frangenti sonori si affida a un groove funk soul (vedi “Respiro”), non a caso la produzione è di Elio 100gr. dei Bisca. Un lavoro che profuma di urgenza e spontaneità ma soprattutto di tanta maturità e personalità.
SINEZAMIA – Distanze
Nuovo album per la band mantovana, a cinque anni dal precedente “Fingere di essere”, che conferma la predilezione per atmosfere marcatamente new wave anni Ottanta (con sguardi tanto a Sisters of Mercy che ai primi Litfiba). Non è mero revival ma un’interpretazione personale di quei suoni, a cui aggiungono spesso un taglio più rock e aggressivo. Un lavoro fatto molto bene, con arrangiamenti e produzione accurati. Gli estimatori del genere non si possono esimere da un ascolto.
SISARA – La neve si scioglie
La band di Padova è attiva dal 2017, con un sound che alterna indie rock a momenti più ruvidi (“Rimpianti”), melodie accattivanti e una modalità compositiva che guarda spesso alla canzone d’autore italiana. Una miscela di sicuro interesse che bene si esplicita nel nuovo ep con cinque brani, con l’auspicio di potere presto ascoltare un lavoro sulla lunga distanza. Le premesse sono più che buone.
SLOKS – Viper
Torna la super lo fi garage band con un nuovo album, come sempre furioso, abrasivo, urticante. Due chitarre, voce, batteria a martellare su riff minimali e scarni, in piena osservanza del culto dei Cramps e Oblivians e uno sguardo ossessivo ai primi Stooges più deliranti e ai Velvet Underground in vena di jam sperimentali. Il tutto registrato in modo rozzo e immediato, come è giusto che sia.
SLOW WRITER – It’s OK to be a Slow Writer
Il duo riminese composto da Rachele Cinarelli e Cristian Santarelli ritorna a intrecciare chitarre acustiche ed elettriche in quattro brani semiacustici, allo stesso tempo tanto intimisti, quanto diretti nell’approccio. Ci sono elementi che resero altissima la poetica di Michelle Shocked e Ani Di Franco, un tocco blues, un più classico alt-folk e un taglio “sofferente” che ricordiamo nell’unplugged New Yorkese dei Nirvana. Attendiamo ora un album con la medesima stoffa artistica.
STOMP COLLISION – Blind Insight
Un album solido e potente per l’esordio del quintetto. Si mischiano classic rock, hard, alt rock ed elementi grunge (mentre in “Switch” ma non solo, si ravvisano elementi cari alle basi ritmiche dei Red Hot Chili Peppers) in canzoni efficaci e di ottimo spessore compositivo. La band viaggia più che bene, suona con grande competenza esecutiva e confeziona un lavoro più che dignitoso.
TIPOGRAFIA SONORA – s/t
Il neonato trio elettronico/nujazz marchigiano all’esordio con un album che si pone come ipotetica colonna sonora degli scatti del celebre fotografo senigalliese Mario Giacomelli. I nove brani sfiorano spesso l’ambito ambient, intrecciando elementi jazz, chill out e sperimentali (a tratti ricordano i milanesi Dining Rooms), tra atmosfere cerebrali, ipnotiche e avvolgenti. Un lavoro personale e intrigante.
TRITONICA – Per Grazia Ricevuta
Quattro tracce strumentali arrembanti in questo nuovo ep per la band romana che ci immergono in un mondo sonoro nevrotico e apro, corredato da una notevole capacità strumentale del quartetto. Nel brano d’apertura “Kodakons” si citano palesemente gli Area di “Luglio agosto settembre nero”, che ritornano spesso a contaminare il loro mix di math rock, free jazz, sperimentazione. Un progetto interessante e innovativo.
UGLY SOUNDS – Never say I’m doomed
La band sarda scava nel profondo del garage punk più ruvido, scarno, abrasivo, quello che prende spunto dai Sixties ribelli e controcorrente di Sonics, Music Machine, Seeds, Monks, poi reso ancora più selvaggio negli anni ottanta da Gravedigger V, Morlocks, Gruesomes. Undici brani brevi e deraglianti, chitarra, basso, batteria, tre accordi al massimo. Perfetti!
GIOVANNI LUCA VALEA – Un ultimo bicchiere
Secondo album per il cantautore toscano, caratterizzato da una forte impronta poetica intimista. Ci sono riferimenti a grandi della canzone d’autore nostrana come De Gregori, Gaetano o Fossati ma anche un substrato rock ed elementi elettronici che spostano il baricentro verso una dimensione molto più personale e originale. Valea gestisce bene la materia compositiva e si avvale di ottimi arrangiamenti, grazie a Salvatore Papotto (anche compositore delle musiche). Un lavoro maturo ed efficace.
VERAMENTEBRAVO – Confusione
Secondo ep per il giovane cantautore umbro, alle prese con sei brani che sottolineano il messaggio del titolo, relativo all’attuale modalità espressiva dell’autore per il quale la musica diviene un mezzo per orientarsi nel mondo e scavare a fondo nelle proprie insicurezze. Il suo pop sgangherato, minimale, storto, visionario e ruvido, ha un’anima profonda e molto particolare. C’è molta carne al fuoco e con buone probabilità ne sentiremo presto riparlare.
MASSIMO ZAMBONI – P.P.P. Profezia è Predire il Presente
Tredici brani che rendono omaggio a Pier Paolo Pasolini (da cui deriva l’acronimo del titolo) a 50 anni dal suo assassinio. Zamboni da tempo porta in tour un reading dedicato all’intellettuale friulano. Nell’album ci sono dieci brani già incisi, risuonati per l’occasione e tre inediti (“La rabbia e l’hashish”, “Cantico cristiano”, “Tu muori”). La musica è sempre rigorosa, solenne, spesso dall’incedere funereo e declamatorio, in chiave semiacustica ma il disco è importante per il suo contenuto letterario e filosofico, ulteriore prezioso tassello per un approfondimento, sempre utile e necessario, del profilo di Pasolini.
YUTS AND CULTURE – Back to ma Funk
Torna con il secondo album la band pugliese, un eccellente lavoro in cui si cimenta con una travolgente miscela di funk, soul, rhythm and blues, con gradite puntate anche in atmosfere reggae e jazz fusion, che esaltano l’abilità strumentale dei musicisti. Molto ispirata la parte compositiva, che spazia, nei dodici brani autografi, in svariati ambiti sonori, con grande dimestichezza e ispirazione. Arrangiamenti e suoni curatissimi, un disco di primissima qualità.
VIDEO
ADA ODA – Settembre, ADE – La fine dei vent’anni, FEDERICO ALBANESE – Song for the village, ALIS – Blackout, ALTERNA – Sputami l’amore in bocca, GIANLUCA AMORE – Fuoriluogo, ARKANA – Ombre, SOPHIE AUSTER – Flying machine, DENISE BATTAGLIA – Bicchieri, FULVIO BE – Faccio come farei, BEAR OF BOMBAY – In Dreams, DEMETRA BELLINA – Don’t you come around, BLESSED CHILD OPERA – Oblivion, BOSCO – Il cielo di Berlino, BUONARROTI – Intro, CALOMI – Telepatia, CAPOLUPO – Tra i miei disordini, CASTELLI – Londra nel deserto, MAURO CESARETTI – Figlio di papà, TANIKA CHARLES – Don’t like you anymore, STEFANO COLLI – Le domeniche degli altri, CRP- COLLETTIVO RIVOLUZIONARIO PROTOSONICO – 90s, RICCARDO CUCCIOLETTA – La stessa maglia, DAEVID – Piccole Creature, DAUDIA – Rivoluzione, DAVIDEFARE – Tornare… Ripartire, FABIO DE VINCENTE – Audemars Piguet, DENTE – Favola, THE DEVILS – Lonely For You Baby, MIRKO DI LORENZO – Non conto le ore, DIORA MADAMA – Paradiso, DISH BREAKERS – Fly against, DON PERO – G II, DRUNKEN CROCODILES – Le Divin Marquis , EMAHO – Get lost, EMOTU – L’evoluzione, DINO SUPERDEE GEMMANO & ARSINOE’ – The rebirth, FLUSSI INVERSI – Volo verso te, VERONICA FUSARO – Slot machine (live session), KETY FUSCO – Blow, GLAZYHAZE – Nirvana, GIOOGE & IL MONDO ALLA ROVESCIA – Divenire, GIUSTINO E I SUOI – Ögg pumerigg, GRANATO – Radice parte 1 – live Metrocore, GRANATO – “Radice parte 2” – live Metrocore, HI-KU – Hiding place, HOLYROH – Luna sul mare , JUS CUMA – 90″00″, VALENTINA INDELICATO – Cani e serpenti, RAFFAELLO INDRI – Omnia Vincit Amor, KIWI666 – Commuters, KUKLA – La verginità, LA MALCOSTUME – Materia prima, LABASCO – Giuseppe, LAMA KEEPER – Smiles, LAPELLE – Pensala come vuoi, LEATHERETTE – Delusional, THE LIZARDS – In An Awful Winter Day, LUDOVICA – Civico 1, MARS ERA – Svegli alle 3:00, FRANCESCO MARZIO – Margine d’errore, DANIEL MEGUELA – Sei domenic, MESMERISING – Lighting The Candle, MR. DAILOM – La Fam, MARIANNE MIRAGE – Cielo, LORENZO MORRESI Feat. TONY SCORPIONI – Neon, MURUBUTU – Flaneur, NATALYNA – Luna blu, NEDO – Sostieni!, EMMA NOLDE – Pianopiano!, NOTHER & MOON LEAP – Until you come back home, OIGRES – Earthquake Of Damned Souls, PANTA – Cheap monday, PEARZ – International Lovers feat. Kuntessa, FABIO POLI – L’apparenza delle cose, PRIMA STANZA A DESTRA – Quando è tardi, ALEX PUDDU – Amanti Diabolici, THE RIDEOUTS – Superfunky love, TOMMASO SANGIORGI – Il canto delle paure, SEBBA – Libero, KARMIN SHIFF – Mamma , BABA SISSOKO – Ebi, SOLIS STRING QUARTET & SARAH JANE MORRIS – Love is a losing game, SOUR GIRL – In the garden, SUE – Nutre, SPAVENTAPASSERE – Romualdo, SPEEDY – Clochard, STRIKKIBOY – TorBellaMonsterz, SUNSET’99 – Sun, I TARANTOLATI DI TRICARICO – Scitta Fora, THE ANDRE – Frittata (live), THAEO – Ti Scriverei, JONATHAN TOCCHINI – Stelle Cadenti, GIANFRANCO TORRISI – Let go, VALERIAN SWING – Liminal (Live Session), VANZ – The drowning of planet Earth, ELENA VENTURA – Specchio riflesso, LUK VIBEZ – Jessica, VILLABANKS – Lontano da Milano, VINCENZO – 100 battiti (Nun pazziá), STEFANO VIRGA – Bastarsi e non bastare, VIRTUS – Maldito Papelito, VORIANOVA – L’invenzioni
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