“La sambuca, almeno in Romagna, è un rituale, una specie di messa alcolica. E il rito non si perfeziona se non si mette anche un chicco di caffè all’interno del bicchiere, la cosiddetta ‘mosca’. La mia intenzione era di creare una sorta di piccolo manifesto di vita, di quelli che si cantano al salpare del sole. E quale posto migliore della giungla poteva soddisfare la nostra sete? Per questo abbiamo creato un arrangiamento un po’ strambo, con strani cori vagamente fra l’infantile e l’alcolico e percussioni africane.”
Racconta così Giacomo Scudellari il suo “Cantico della sambuca” primo singolo dal debutto sulla lunga distanza “Lo Stretto Necessario”, prodotto da Francesco Giampaoli (Sacri Cuori, Classica Orchestra Afrobeat) per la sua etichetta Brutture Moderne e in uscita il prossimo 16 marzo.
“Cantico della sambuca” è accompagnato da un immaginoso video di illustrazioni animate realizzato da Davide “Bart” Salvemini. Una storia che ha come protagonista un tronco spezzato dalla sua immobile quotidianità che si trova ad essere al centro di un’avventura che lo porterà a crescere e cambiare profondamente. Una vicenda allegra e colorata, carica di rimandi simbolici e momenti fantasiosi, che rispecchia a pieno l’atmosfera del brano e di tutto il disco.
“Lo Stretto Necessario” raccoglie infatti nove canzoni di cantautorato che, per una volta, non è triste e senza speranza. Anzi. I brani sono positivi e vitali, senza tonalità minori, pur essendo capaci di scavare in profondità. “Non volevo scrivere ancora una volta – spiega Giacomo – il manuale del cantautore depresso o incompreso perché magari è stato lasciato dalla fidanzata, o perché è lui che l’ha lasciata e si è pentito, o perché non la trova. Chi cerca questo nelle mie canzoni non troverà pane per i suoi denti.”
Troverà invece tanti bicchieri di sambuca e un sapore dolciastro, leggermente alcolico, da bevuta in allegria, a ribadire la necessità di “non commettere il crimine di accontentarsi, di sparare i propri colpi per terra, di rinchiudersi in un rassicurante acquario.”
Quello di Giacomo Scudellari è un cantautorato classico, che guarda devotamente alla tradizione dei Settanta ma la sposta verso altri lidi musicali, il più delle volte sorprendenti. Le tracce si muovono infatti fra percussioni africane, cori sghembi, batterie metalliche alla Clash, imperiosi fiati morriconiani, mitraglie country, fanfare calypso come omaggi ad Harry Belafonte e paesaggi lunari. Il tutto per omaggiare “il gusto onesto della Gioia con la g maiuscola”
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