GIADÌ – Vabbé

“Vabbè” è un brano che descrive il contenuto emotivo di una delusione profonda, vissuta a causa di una persona che, inizialmente, sembrava genuinamente affettuosa, ma che si è rivelata egoista e superficiale. La canzone esprime il dolore derivante dall’indifferenza totale di questa persona, che ha ferito profondamente l’artista, nonostante gli anni di relazione e la fiducia riposta. Tuttavia, nonostante il dolore e l’amarezza, la canzone sottolinea anche un senso di liberazione e di resilienza, poiché l’autore è riuscito a superare la ferita. L’idea finale è che, nonostante tutto, il tempo guarisce e, alla fine, “tutto passa”.

Commenta l’artista a proposito del brano: A volte le persone che sembrano più vicine si rivelano le più distanti. Ho imparato che non sempre chi dice di volerti bene agisce con sincerità. Questa esperienza mi ha ferita, ma anche insegnato a lasciar andare, nonostante la frustrazione. Non posso dire di averla superata totalmente, e spero che queste parole arrivino a chi devono arrivare.”.

Quello di “Vabbè” è un videoclip essenziale ambientato in un salotto, dove l’artista esprime con malinconia e scocciatura la frustrazione di una situazione difficile da accettare, nonostante il dolore.

Biografia

Giada Striano, classe 2006, è una ragazza semplice, frequenta il liceo classico, che non è la sua vocazione perché è una sognatrice, innamorata della musica. Il suo nome d’arte è il modo con cui tutti comunemente e dolcemente si riferiscono a lei. È cresciuta a Scafati in provincia di Salerno, in una famiglia dove si è sempre masticata buona musica. Grazie al papà che suona la chitarra e la mamma che canta, ha affinato la conoscenza dei suoi generi musicali preferiti, quali il pop, il jazz, il soul, l’indie, la musica disco (anni 70/80) particolarmente apprezzata dal papà, fan numero uno della figlia.

Giadì ha studiato canto per otto anni con una soprano “mozzafiato”, Mariella Bozzaotre, ed un impeccabile musicista, Gianfranco Bozzaotre, che l’hanno cresciuta e che credono in lei, per poi spostarsi in una scuola di canto a Napoli e venir seguita da una talentuosa vocal coach, Monica Fiorillo, che crede molto nel suo potenziale. Nel corso degli anni si avvicina al fascino degli strumenti, arrivando a saper suonare il pianoforte e l’ukulele.

Giadì non è una ragazza tanto diversa dagli altri, ma certamente complicata da decifrare. I suoi amici, senza i quali non può fare a meno, la definiscono solare, affettuosa, empatica, spontanea, sempre disposta a dare il meglio di sé per lei e gli altri e che, se si potesse, si identificherebbe in una margherita, non a caso il suo fiore preferito. Certamente, tra i parecchi difetti, non si può dire che non sia testarda, a volte pessimista, autocritica, impaziente, che però vengono oscurati dalla sua estroversione e il suo viso sempre sorridente che la contraddistingue. Un altro elemento che non passa inosservato sono i suoi ricci rossi, che raramente vedrete scombinati. Per Giada è importante rendere orgogliose le persone a cui vuole bene, in quanto il loro supporto è fondamentale, in particolare del fratello, che guarda con molta ammirazione.

Giadì, come tutti coloro che la sostengono, fantastica di condividere il palco con i suoi artisti preferiti e che sono il suo riferimento, quali Fulminacci, Marco Castello, Calcutta, Neffa, Fabio Concato (influenza dei genitori), Stevie Wonder, e altri, a cui aspira e si ispira, come Laufey, Raye, Corinne Bailey Rae, Billie Eilish e tanti altri, senza mai dimenticare quelli con cui è cresciuta, Pino Daniele, Eduardo De Crescenzo, che rimangono inevitabilmente i suoi preferiti.

Antonio Bacciocchi

Scrittore, musicista, blogger. Ha militato come batterista in una ventina di gruppi (tra cui Not Moving, Link Quartet, Lilith), incidendo una cinquantina di dischi e suonando in tutta Italia, Europa e USA e aprendo per Clash, Iggy and the Stooges, Johnny Thunders, Manu Chao etc. Ha scritto una decina di libri tra cui "Uscito vivo dagli anni 80", "Mod Generations", "Paul Weller, L’uomo cangiante", "Rock n Goal", "Rock n Spor"t, Gil Scott-Heron Il Bob Dylan Nero" e "Ray Charles- Il genio senza tempo". Collabora con i mensili “Classic Rock”, "Vinile" e i quotidiani “Il Manifesto” e “Libertà”. E' tra i giurati del Premio Tenco e del Rockol Awards. Da sedici anni aggiorna quotidianamente il suo blog www.tonyface.blogspot.it dove parla di musica, cinema, culture varie, sport e con cui ha vinto il Premio Mei Musicletter del 2016 come miglior blog italiano. Collabora con Radiocoop dal 2003.

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