L’idea di incidere un album è sorta dopo qualche anno di scrittura. Nel corso di questo lasso di tempo varie influenze hanno contaminato l’artista portando alle realizzazione di un disco i cui brani, seppur diversi fra loro, mantengono comunque con coerenza elementi che caratterizzano il concept complessivo. Le influenze principali derivano fuor d’ogni dubbio da un ventennio che parte dalla seconda metà degli anni ’50 fino alla prima metà dei ’70, in particolare cantanti e band come Elvis Presley, Jerry Lee Lewis, Tom Jones, i Rolling Stones, I Turtles, i Memphis Hornes, i Doors, i Led Zeppelin, i Queen (soprattutto del primo periodo).
«Ne consegue che non sia un amante di sintetizzatori o suoni finti in quantità imbarazzanti, anche se nel caso siano usati in maniera giusta possono sicuramente aggiungere molto. Di sicuro sono amante di arrangiamenti carichi e completi di archi ed ottoni. Sempre a causa di queste varie influenze all’interno dell’album, che si può definire pop rock, sono apprezzabili vari stili: rock’n’roll, ballate, funk, rock psichedelico, il tutto toccato a sprazzi da influenze classiche, (come i cori a canone in “We can’t go on this way”), dovute al fatto di essere figlio di due violinisti classici e nipote di un trombettista anch’esso classico. Di matrice classica è pure l’impostazione nel canto, plasmato poi sullo stile delle canzoni». Horus Black
Scrittore, musicista, blogger. Ha militato come batterista in una ventina di gruppi (tra cui Not Moving, Link Quartet, Lilith), incidendo una cinquantina di dischi e suonando in tutta Italia, Europa e USA e aprendo per Clash, Iggy and the Stooges, Johnny Thunders, Manu Chao etc. Ha scritto una decina di libri tra cui "Uscito vivo dagli anni 80", "Mod Generations", "Paul Weller, L’uomo cangiante", "Rock n Goal", "Rock n Spor"t, Gil Scott-Heron Il Bob Dylan Nero" e "Ray Charles- Il genio senza tempo". Collabora con i mensili “Classic Rock”, "Vinile" e i quotidiani “Il Manifesto” e “Libertà”. E' tra i giurati del Premio Tenco e del Rockol Awards. Da sedici anni aggiorna quotidianamente il suo blog www.tonyface.blogspot.it dove parla di musica, cinema, culture varie, sport e con cui ha vinto il Premio Mei Musicletter del 2016 come miglior blog italiano. Collabora con Radiocoop dal 2003.
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