Intervista a Tim Burgess – The Charlatans

Al Club Vibra di Modena, venerdì 7 novembre, unica data italiana per il dj set del cantante dei Charlatans: Tim Burgess. 

 

Un dj set improntato soprattutto sulla musica indie inglese, in particolare quella che, tra la fine degli anni ’80 e la metà degli anni ’90, riscosse grande successo nell’area urbana di Manchester nel nord Inghilterra, la cosiddetta Madchester!

Ma Tim propone anche Northern Soul, post Punk e classici Rock inglesi.

Fra gruppi più o meno conosciuti passano oltre ai Charlatans (The Only One I Know), New Order, Chemical Brothers, Donna Summer, Nolan Porter, Blur, Happy Mondays, Orange Juyce, Oasis, Cure, Joy Division (Love Will Tear Us Apart), T-Rex, Rolling Stones e gran finale con “Tomorrow Never Knows” dei Beatles. 

Bella serata, organizzata dal gruppo “Emilia SoulLovers” con Tim Burgess in ottima forma e l’aspetto di un ragazzino…chissà che non abbia venduto l’anima a Lucifero (fra i brani proposti  anche “Sympathy for the devil”)…

 

Scherzi a parte, Timothy è un artista semplice, si è presentato con moglie e il figlio Morgan in braccio, è stato davvero gentile e disponibile con tutti e si è concesso ad alcune domande…

 Eccole :

Nella tua carriera hai suonato con alcune delle più grandi rock band della storia, dai Rolling Stones agli Who e agli Oasis, Qualcosa da ricordare?

Ovviamente ero molto eccitato di poter suonare con nomi di questo genere, in particolare con un gruppo come i Rolling Stones, anche se può sembrare ridicolo dirlo, tanto è ovvio.

Ma anche gli Oasis erano grandi dal vivo, dei concerti davvero fantastici.


Il vostro sound è sempre stato piuttosto vicino ai 60’s… 

Certo, naturalmente.

Ascoltare certi singoli dei Rolling Stones, degli Small Faces che non trovavi certo a Top of the Pops o in altri programmi +

televisivi… E poi quando incominciai a poter vedere i video di Stones, Beatles o degli Who suonare “My generation” con tutta la violenza sonora che aveva, fu illuminante.

 

Avete inciso con i Charlatans una dozzina di album.

Quale consiglieresti in particolare?

Il primo, assolutamente il primo (Some friendly del 1990), perché c’era così tanta innocenza e spontaneità… Continuo a ritenerlo il migliore tra tutti quelli che abbiamo fatto, anche se ci sono tanti altri nostri album di ottimo livello, come “Telling stories” e “Across my path”


Pensi che l’epoca della musica che si può ascoltare sui supporti fisici (CD, vinile etc) sia finita per sempre a favore della “musica liquida”?

Penso che le cose si siano evolute e i tempi cambiati, ma veramente non so come può procedere il tutto e se non ci sarà più spazio per i supporti fisici.

Di sicuro c’è che vivendo a Los Angeles, per continuare a restare con i Charlatans la tecnologia è stata essenziale: grazie all’invio reciproco via email di mp3 e idee musicali (in effetti rientra a Manchester, dopo aver vissuto per diverso tempo a Los Angeles, perché sta preparando l’uscita di un nuovo disco).


Qualche disco da portare sulla classica isola deserta?

Sicuramente “Street hassle” di Lou Reed poi “Power corruption and lies” dei New Order, quello è un grande disco e qualcosa degli Small Faces.

 

Con quali gruppi hai incominciato ad avvicinarti alla musica? E quali personaggi ti hanno ispirato di più?

Oh, con una serie di nomi abbastanza diversi, dai Jam ai Blondie, i Crass ma soprattutto Joy Division e New Order. I personaggi direi Ian Curtis, Iggy Pop e Mick Jagger.

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Carlo Maffini

Blogger e DJ freelance dal 1977 in Italia e vice Presidente dell'Associazione Culturale Vinylistic, è stato voce radiofonica & Program Director per Radio Parma e Radio 12 nonchè titolare del famosissimo Mistral Set (negozio di dischi, punto di riferimento a Parma). Collabora con Radiocoop dal 2006.

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