La corsa è Rock!
Sono Torinese e vivo vicino al più noto parco della mia città, il Valentino, luogo meraviglioso, un polmone verde attaccato al centro cittadino che si sviluppa lungo il corso del Po. Un luogo bellissimo, natura e varia umanità, persone a passeggio, ragazzi che oziano, bambini, cani e molti che fanno sport: c’è chi voga nel fiume, chi pattina, alcuni simpatici che giocano a rugby sul prato, accanto a chi fa due tiri a calcio o a pallavolo. Ci sono i funamboli, ispirati nella ricerca dell’equilibrio, su funi tese da un albero all’altro; qualcuno fa yoga, altri tai chi, ma soprattutto ci sono loro, quelli con le ali ai piedi, i virtuosi della corsa. In mezzo a questo popolo di corridori mi aggiro guardinga, rientrando nella categoria dei camminatori incalliti, quelli che corrono solo se inseguiti e da qualcuno di particolarmente arrabbiato; ma loro sono fantastici, ci credono, sono serissimi.
Il corridore non ride mai! Lui (o lei) non si sta prendendo cura di se stesso, lui hai una missione. Il corridore è un raccoglitore accanito di endorfine: a lui la cioccolata non interessa, le deve trovare a suon di fatica e asfalto tritato, a ore impensabili del mattino, quando fuori è ancora buio e tutti dormono, oppure la sera, dopo il lavoro (perché chi corre lavora, sono pochissimi i giovanissimi). Il corridore ha un assoluto: la corsa dà gioia, è come una specie di droga.
Attenzione però, perché mentre cammino lemme lemme, il mio sguardo astuto e indagatore, memorizza l’apparato del perfetto corridore che prevede (ed eccoci qua!) la musica: cuffie nelle orecchie e play list appositamente confezionata per far muovere le gambe. Esistono play list stagionali, con canzoni per l’estate e l’inverno, quelle con le hit del momento, quelle del cuore, quelle epiche che aumentano il ritmo, quelle maschili e quelle femminili. E se vedete correre qualcuno senza cuffie, non fatevi ingannare, sta canticchiando nella mente. D’altronde il legame tra musica e movimento è risaputo, la musica dà la carica e aumenta l’efficacia della prestazione: avete mai notato che anche i nuotatori arrivano a bordo vasca con le cuffie? E’ una forma di training autogeno formidabile.
Ma non divaghiamo, torniamo alla corsa e verghiamo un assoluto: la corsa è rock!
E’ talmente rock da avere una canzone più efficace delle altre nel far vincere i 100 metri: “Brown Sugar” dei Rolling Stones, parola di Mark Tramo, direttore dell’Institute for Music and Brain Science di Harvard.
Ed è così che, attenta a non disturbare i serissimi corridori, inizio ad avvicinarli nella fase di stretching e, sfoggiando il mio miglior sorriso in stile Flashdance, chiedo che cosa ascoltino in cuffia. Apriti cielo! L’amante della corsa non aspetta altro che di raccontare la propria filosofia di movimento attraverso la personale colonna sonora; se poi è anche un maratoneta, ti attaccherà un bottone sul rapporto musica, ripetizioni, recuperi: pietà, io sono solo una che cammina (ah, ecco, magari meglio non palesare questa cosa, non si fa una bella figura).
In ogni caso ecco che Red Hot Chili Peppers e Queen spadroneggiano nelle play list dei corridori, ma non mancano opere liriche, arie di opere famose, colonne sonore dall’andamento epico, su tutte quella di Rocky. Fioccano anche play list schizofreniche che prevedono Clash, Smiths, Blach Sabbath, accanto a Madonna, Lady Gaga e One Direction. Va tutto bene, purché il ritmo abbia un intervallo di 170/190 battiti al minuto, per cadenzare 180 passi in quell’intervallo di tempo. Facile no? Ma, un momento, tutti questi tecnicismi? Incalzo i miei sudati interlocutori e scopro che esiste una applicazione che consente di trarre la play list dalla nostra libreria musicale, oppure la si può scaricare da Spotify bella e pronta. Clicchi, ne scegli una adatta a te, magari quella che parte da “Hey Yea” degli Outkast e finisce con “Bright Side Of The Road” di Van Morrison, passando per “Here Comes My Baby” di Cat Stevens e Alan Tew.
Ma no! Mi scende la poesia.
Torno sui miei passi ascoltando la mia di musica, che nel mio peregrinare nel parco lungo il fiume, prevede i “Carmina Burana” di Marc Orff (Oooo Fortuuuuuunaaaaaaaaa…), “Please, let me get whatt I want” degli Smiths, “Lose Yourself” di Eminem, la colonna sonora di Django di John Legend, “Piece of my Heart” di Janis Jopling, “Io Confesso” di La Crus e molto altro. Mentre Morrisey mi sussurra alle orecchie che è Good times for a change, osservo i cacciatori di endorfine e penso che io le raccoglierò un po’ più lentamente.
E voi? Con che musica correte?
https://www.youtube.com/watch?v=cuaiYgmf9lQ
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