Luca D’Ambrosio – Musica migrante
C’è una bellissima idea dietro a questo libro.
Luca D’Ambrosio è andato di persona a raccogliere le le testimonianze di alcuni migranti africani arrivati in Italia, cercando di approfondire i loro gusti musicali, alla scoperta di nuovi nomi, dischi, suoni.
E’ stato un percorso doloroso e drammatico, tra storie di cui ben conosciamo (di riflesso) la tragicità ma che ha ridato, per qualche minuto, una “normalità” alla vita di chi ha sofferto così tanto, restituendo loro la quotidianità, per noi quasi insignificante, di un normale ascolto della musica preferita.
Segue poi un approfondimento sui principali strumenti, generi e artisti africani (anche italiani di seconda generazione) che permette di avere un primo quadro della musica che sta arrivando, accompagnata dagli sfortunati fruitori.
Come scrive Valerio Corzani nella prefazione (un’altra è scritta niente meno che da Angelique Kidjo):
“Non esiste la musica africana, esistono le musiche dell’Africa.”
Più preciso Ryszard Kapuscinsky :
L’Africa è un continente troppo grande per poterlo descrivere.
È un oceano, un pianeta a sé stante, un cosmo vario e ricchissimo.
È solo per semplificare e per pura comodità che lo chiamiamo Africa.
A parte la sua denominazione geografica, in realtà l’Africa non esiste”.
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