MALEIZAPPA – Un giorno questo cambierà

“Un giorno questo cambierà. Avrò più soldi di quel Berlusconi, cento milioni, televisioni…”

La classe operaia andrà anche in paradiso ma non smetterà mai di credere alle finte promesse elettorali e a quelle dei “Padroni/Direttori Megagalattici”.
Un po’ come la surreale rappresentazione fantozziana, l’italiano medio può passare un’intera vita in fabbrica sulla catena di montaggio o nel piccolo ufficio, ma non smetterà mai di sognare – un giorno – di cambiare in meglio la propria esistenza.
Un cambiamento individuale – tipico dello slogan capitalista “Tutti possono farcela! Tutti possono diventare ricchi!” – che realisticamente non arriverà mai.

I Maleizappa escono così – in pieno periodo pre-elettorale – con il rifacimento di “Un giorno questo cambierà”, brano storico contenuto nel primo album “I successi non ancora successi” che racconta in chiave tragico-ironica i sogni, le speranze e le fascinazioni commerciali che subisce l’uomo medio nell’era (neo) berlusconiana e in generale in quella televisiva.

Dalla ricerca forsennata del benessere economico all’aspetto fisico perfetto, al sentirsi parte della cerchia di quelli “bene” – fino all’auto-mortificazione di chi non corrisponde a certi stereotipi televisivi/commerciali.

Se la versione originale del brano è una classica ballad da Festival di Sanremo, questo nuovo arrangiamento sposta le sonorità e l’ambientazione – anche quella del video – verso il pop-jazzy con una leggera e gradevole fumosità da Night Club.

I sogni, le speranze e le mediocri fascinazioni dell’italiano medio nell’era Berlusconiana e in generale in quella televisiva/commerciale.

La classe operaia andrà anche in paradiso ma non smetterà mai di credere alle finte promesse elettorali e a quelle dei “Padroni/Direttori Megagalattici”.

Dalla ricerca forsennata del benessere economico all’aspetto fisico perfetto, al sentirsi parte della cerchia di quelli “bene” – fino all’auto-mortificazione di chi non corrisponde a certi stereotipi televisivi/commerciali.

Antonio Bacciocchi

Scrittore, musicista, blogger. Ha militato come batterista in una ventina di gruppi (tra cui Not Moving, Link Quartet, Lilith), incidendo una cinquantina di dischi e suonando in tutta Italia, Europa e USA e aprendo per Clash, Iggy and the Stooges, Johnny Thunders, Manu Chao etc. Ha scritto una decina di libri tra cui "Uscito vivo dagli anni 80", "Mod Generations", "Paul Weller, L’uomo cangiante", "Rock n Goal", "Rock n Spor"t, Gil Scott-Heron Il Bob Dylan Nero" e "Ray Charles- Il genio senza tempo". Collabora con i mensili “Classic Rock”, "Vinile" e i quotidiani “Il Manifesto” e “Libertà”. E' tra i giurati del Premio Tenco e del Rockol Awards. Da sedici anni aggiorna quotidianamente il suo blog www.tonyface.blogspot.it dove parla di musica, cinema, culture varie, sport e con cui ha vinto il Premio Mei Musicletter del 2016 come miglior blog italiano. Collabora con Radiocoop dal 2003.

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