MARCO DE ANNUNTIIS – Come De André
“Come De André” è il primo singolo da “Jukebox all’Idroscalo”, il disco di debutto di Marco De Annuntiis. Una canzone che non è su De André quanto sul deandreismo, ovvero quell’approccio al cantautore genovese che lo ha reso un’icona pop rassicurante, buono per essere citato in tutte le occasioni.
“‘Come De André’ – spiega Marco De Annuntiis – è un pretesto per parlare della banalizzazione che molti grandi artisti hanno subito dopo la morte. Avrebbe potuto essere anche ‘Come Jim Morrison‘ o ‘Come Pasolini’, insomma chiunque sia diventato un santino suo malgrado. Per questo il testo è pieno di contraddizioni: ‘anarchico’ ma contemporaneamente ‘borghese’, ‘fragile’ e ‘puttaniere’, cose che diceva lui stesso… ma soprattutto ‘censurato” e insieme ‘sdoganato’, perché a volte anche sdoganare qualcuno può essere un modo di censurarlo”.
“Come De André” è accompagnato da un video girato dal regista Fausto Trombetta, che ha come protagonista proprio De Annuntiis, autore della sceneggiatura.
“Ci siamo divertiti a giocare con l’immaginario di Fabrizio e degli anni Settanta in generale, un’era analogica in cui c’erano più divismo e più lentezza, mettendoci in mezzo la tranquillità della Sardegna e la prigione di Aldo Moro, ma anche la pubblicità occulta, che poi non era affatto occulta, delle sigarette e degli alcolici che caratterizzava i film dell’epoca”.
“Jukebox all’Idroscalo”
Il citazionismo, del resto, è una delle caratteristiche principali di “Jukebox all’Idroscalo”, in uscita il prossimo 25 maggio per Cinedelic Records (Calibro 35, Piero Umiliani), etichetta cinefila come sono spesso cinefile le canzoni del disco di De Annuntiis. Un lavoro dove le citazioni – a partire dal titolo che unisce il “Jukebox all’Idrogeno” di Ginsberg con il luogo della morte di Pasolini – caratterizzano tracce intrise di un’epica stradaiola, una mitologia alcolica, drogata, tabagista (ma pure eretica, colta e maudit) che fa di questo cantautore demodé un autentico outsider del tempo presente, in apparenza fuori tempo massimo, in realtà ipertestuale come pochi.
Marco De Annuntiis è un ragazzo di strada che la strada la conosce bene e ne canta i margini, ma senza tragedie, e la poeticità cruda, talvolta ripassata d’ironia. Fra un richiamo all’“Amore Tossico” di Caligari in “Blues della Renault”e uno al rasoio “Shavette” che passa le vittime dei gialli di Dario Argento, “Jukebox all’Idroscalo” è un disco dall’immaginario “Borderline”, come titola la canzone che fa da manifesto a tutta una tracklist di biografie distrutte e ricomposte in canzoni da opporre alla normalità e all’ordinario. Lasciando a chi ascolta la vibrazione e il lucore delle vite morse fino all’osso.
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