NIIA – Piano and Great Danes

La cantante, pianista e compositrice di Los Angeles Niia presenta il nuovo video di “Pianos and Great Danes”, singolo estratto dal suo quinto album in studio, “V” (Candid Records). Rafforzando il suo regno di principessa goth jazz per eccellenza, il video musicale della durata di 3 minuti è un capolavoro di cinematografia inquietante, con montaggi sgranati e sgargianti che rispecchiano desideri sfrenati. L’inno club-jazz esplora il sesso come via di fuga con un irresistibile groove drum ‘n’ bass.

«Il ricordo di come tutto questo sia nato è confuso», racconta Niia. «A metà tra uno scherzo e una visione: è stato detto “demone sexy”, e tutto ciò che è seguito è stato un impulso. Una balestra. Un edificio vuoto. Un pianoforte. Un alano. Solo amici che seguono ciò che sembrava giusto. Nessun piano, solo istinto e collaborazione.»

Colmando il divario tra il concetto di nostalgia tradizionale e le complessità della vita emotiva moderna, questa canzone surreale è «più vicina a una colonna sonora cinematografica di qualsiasi brano del Great American Songbook», continua. «Scritta come un monologo con cambi di accordi, si inclina verso lo spazio e la narrazione, lasciando che l’armonia suggerisca i cambiamenti emotivi. Abbracciando i residui emotivi, si percepisce una sensazione caotica in cui l’unica via d’uscita è sciogliersi attraverso il brano».

Un’esplorazione acuta e profonda di desiderio, dolore e libertà, “V” è il culmine di anni trascorsi a sperimentare all’incrocio tra tradizione e reinvenzione.

Al posto di standard consunti, Niia – supportata da giovani talenti visionari come gli autori, musicisti e produttori Spencer Zahn e Lawrence Rothman, la cantautrice di successo Chloe Angelides e fantastici musicisti di Los Angeles – ha creato un album audace composto principalmente da musiche originali.

Vivendo nella costante tensione tra controllo e collasso, “V” fonde perfettamente l’immaginazione da studio e le texture elettroniche del pop sperimentale con l’emozionante interazione che solo una musicista dal vivo, con radici jazz, può offrire. 

Gli arrangiamenti sono estesi – a volte sobri, a volte teatrali – ma sempre intenzionali. Da musicista di formazione classica cresciuta guardando il cinema italiano «ho attinto al linguaggio armonico di pianisti jazz come Bill Evans e all’atmosfera psicologica delle colonne sonore» spiega l’autrice.

Questa combinazione di ispirazione e influenza è particolarmente evidente nei brani Angel Eyes” – una versione rivisitata dello standard jazz del 1946 di MattDennis & EarlB.Brent – e in “Ronny Cammareri“, un brano strumentale a lenta combustione intitolato come il personaggio di Nicolas Cage nel film “Stregata dalla luna”.

In quello che è il suo disco più personale, l’intento era quello diesplorare l’intero spettro dell’io: autolesionismoautoingannoconsapevolezza di sé e, in rari momenti, amor proprio. Senza essere moralisti, ma semplicemente con umanità
«Il bene e il male infatti vivono fianco a fianco: un minuto interpreto il dolore come se fosse qualcosa che ho subito, quello dopo ammetto silenziosamente di essere stata la causa di tutto. Questa contraddizione è la verità» racconta Niia.

Bilanciando questi temi pesanti con quell’ironia da ragazza triste ma non pentita, ci sono tracce come la provocatoria “fucking happy”, in apertura al disco, accentuata da un doppio strato di sarcasmo e malinconia che irradiano empatia e affinità. Il video, diretto da Lili Peper,  è un astuto accenno all’iconico clip di “Criminal” di Fiona Apple.

Anche “Throw My Head Out The Window”- che vede la partecipazione della bassista Anna Butterss e di Nicole McCabe al sassofono – è caratterizzata da una profondità emotiva e da una presenza sonora ribelle. È un pezzo volutamente sovraorchestrato con archi, un pianoforte dissonante e una voce in bilico tra aria e capriccio. Guarda qui il video minimalista di questo brano dalle atmosfere sognanti e dalle tinte jazz-noir.

Con la visione e la missione di colmare il divario tra controllo e collassoNiia riesce a dare vita a questa tensione non solo nella sua musica ma anche nella copertina del disco, un affascinante primo piano di Niia che fa Niia, non Niia che fa revivalismo. L’artista è qui ritratta con legata al collo una forcella dell’eretico, strumento di tortura medievale riservato ai miscredenti per evitare che parlassero proferendo eresie. È un’immagine di grande impatto e significativa. «Se voglio affermarmi in questo genere, devo essere disturbante».

Scritto in un periodo in cui il mondo era particolarmente pesante – tra guerraisolamentodolore collettivo – la musicista non ha voluto ignorare tutto questo ma nemmeno dare alla luce un disco pieno di  sola disperazione: c’è ancora tanta bellezza, assurdità e amore. E il jazz – che in “V” non vuole essere un museo, ma piuttosto un mezzo per regalare storie mai raccontate prima – nel profondo, lo ha sempre capito.

Questo nuovo lavoro di Niia, oltre a voler far avvicinare gli ascoltatori a questo genere musicale e a mostrare i cantanti jazz in modo diverso, vuole essere una luce nell’oscurità. «Mi sono sentita triste e spaventata nell’ultimo anno. Sembra che stiamo vivendo tempi tristi. Sono ipersensibile e a volte sprofondo nella mia tristezza. La tristezza che vedo intorno a me. Tutta l’oscurità nel nostro mondo. Poi la interiorizzo e sento che dovrei fare di più, o dovrei sentirmi più grato per la mia vita. Sono dura con me stesso. I miei vizi, le mie paure, la mia rabbia, i miei errori vengono amplificati. Mi sto rendendo conto che le paure che non affrontiamo diventano i nostri limiti. Volevo trovare un modo per parlare delle cose con cui stavo lottando, forse con una lente sarcastica dietro cui nascondermi…ma dovevo comunque cercare di tirarle fuori. Sorridere attraverso il dolore, superare il disagio. Sperando di aiutare gli altri attraverso la mia musica» rivela Niia.

Cercare di vivere il presente, per sopportare la confusione, ha ironicamente portato l’artista alle proprie radici. Proprio come la luna, dobbiamo attraversare varie fasi di vuoto per sentirci di nuovo completi

Antonio Bacciocchi

Scrittore, musicista, blogger. Ha militato come batterista in una ventina di gruppi (tra cui Not Moving, Link Quartet, Lilith), incidendo una cinquantina di dischi e suonando in tutta Italia, Europa e USA e aprendo per Clash, Iggy and the Stooges, Johnny Thunders, Manu Chao etc. Ha scritto una decina di libri tra cui "Uscito vivo dagli anni 80", "Mod Generations", "Paul Weller, L’uomo cangiante", "Rock n Goal", "Rock n Spor"t, Gil Scott-Heron Il Bob Dylan Nero" e "Ray Charles- Il genio senza tempo". Collabora con i mensili “Classic Rock”, "Vinile" e i quotidiani “Il Manifesto” e “Libertà”. E' tra i giurati del Premio Tenco e del Rockol Awards. Da sedici anni aggiorna quotidianamente il suo blog www.tonyface.blogspot.it dove parla di musica, cinema, culture varie, sport e con cui ha vinto il Premio Mei Musicletter del 2016 come miglior blog italiano. Collabora con Radiocoop dal 2003.

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