Nuova Musica Italiana – 6 recensioni
DUO BUCOLICO – Furia ludica
Felice e riuscito connubio tra una dimensione prettamente teatrale e un cantautorato ironico e dissacrante per il duo romagnolo, che parte da un linguaggio cabarettistico (Jannacci docet) per finire ad un approccio scanzonato caro a Capossela o a Gazzè, accenni reggae e ska. Divertente.
ANDREA ARNOLDI e IL PESO del CORPO – Le cose vanno usate le persone vanno amate
Album intimista, molto personale, giocato su chiaro scuri, prevalentemente acustico ma con largo uso di fiati e archi (sempre perfettamente arrangiati). C’è il marchio della canzone d’autore italiana di alto pregio (Ciampi, Tenco, Endrigo, Bindi) e accenni alla nuova scena, buone canzoni e la capacità di creare atmosfere suggestive e poetiche. Molto interessante.
ALE MASK – Buongiorno
L’esordio del cantautore mantovano si muove alla perfezione nel solco della classica tradizione italiana (De Andrè, Bubola, De Gregori, Vecchioni ma anche Lolli o i Gang). La scrittura è buona e l’album scorre molto piacevolmente con momenti particolarmente interessanti.
GIANMARIA SIMON – L’ennesimo Malecon
E’ all’esordio il cantautore ligure/toscano e il suo sguardo si indirizza verso orizzonti apparentemente lontani ma ormai sempre più vicini: Balcani, Mediterraneo, Francia, musica Tzigana. Troviamo Negresses Vertes e Manu Chao, Kusturica e Capossela, Jacques Brel e Paolo Conte, Bandabardò e Modena Ciy Ramblers. Il risultato finale è affascinante e coinvolgente e l’album si presta a ripetuti riascolti.
VALENTINA MATTAROZZI – Vally Doo
La cantautrice ed interprete bolognese diverte e coinvolge con un album assolutamente godibile dove si incontrano jazz, blues e rock, fanno capolino lo stile pop di Arisa, l’eleganza di Mina, una versione de “Il tempo di morire” di Battisti, un po’ di Sade e tanto altro.
LA FINE – Scontento
Un “trio spaccaossa” si definisce la band di Cosenza e ha perfettamente ragione, in virtù di un sound estremo, figlio dell’hardcore e delle asprezze di Fugazi e Sonic Youth (ma a cui si possono accostare anche certe ruvidezze care ai nostrani Massimo Volume). I 22 minuti dell’album sono un durissimo assalto all’arma bianca, micidiale, senza compromessi.
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