Pablito El Drito – Rave in Italy
La scena RAVE ha fatto irruzione negli anni 90 in modo deflagrante e allo stesso tempo “invisibile”, volutamente e sempre fuori dal legale e dall’ufficialità, sfuggente, propaggine “ludica” delle esperienze antagoniste dei centri sociali ed evoluzione dell’estremismo hardcore punk, virato in chiave elettronica.
“Tu potevi fare da solo in una stanza la tua musica, un passaggio inimmaginabile per chi è nato ai tempi dei gruppi e delle sale d’incisione” (Andrea Benedetti)
In mezzo tanta creatività, un approccio anti capitalista, contro l’omologazione e una delle ultime forme (l’ultima?) di lotta contro l’appiattimento odierno.
“Il concetto di creare dal nulla una festa, costruirla, viverla e poi smontare tutto, con il posto che torna come prima” (Shockraver)
Le droghe, dapprima aggreganti e funzionali alla musica e agli eventi, sono poi diventate la piaga che ha inciso in profondità nel tessuto originario, diventando spesso prioritarie e totalmente invasive.
In RAVE IN ITALY sono raccolte le storie, le impressioni, le riflessioni di molti dei protagonisti (delle scene di Roma, Trino, Milano e Bologna) che ne raccontano le fasi, indicando i nomi più importanti tra DJ, tribe, serate, luoghi, eventi, i dischi, le etichette, tra Spiral Tribe, DEA, OLSTAD, le rappresentazioni estreme dei Mutoid Waste Company e mille altri nomi e distinguo.
Un racconto asciutto, diretto, senza filtri, essenziale per capire una realtà “nascosta” e inafferrabile.
“Il rave ha cambiato molto la società e ha prodotto un qualcosa di simile a quello che ha determinato il rock negli anni 60, forse in maniera ancora più radicale, meno recuperabile, più difficile da riportare all’ordine, da ricondurre ad una dimensione funzionale della società. E quindi un qualcosa che non poteva sopravvivere a lungo”.(Fire at work)
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