Al Pacino – Sonny Boy. Un’autobiografia
“La mia vita è sempre stata il mio lavoro: una cosa che spalanca le porte e lascia libero lo spirito. Libero di andare in un mondo dove regna l’immaginazione e dove tutto è scoperta, piacere, estasi”.
“La mia vita è sempre stata il mio lavoro: una cosa che spalanca le porte e lascia libero lo spirito. Libero di andare in un mondo dove regna l’immaginazione e dove tutto è scoperta, piacere, estasi”.
“Il musicarello ha rappresentato negli anni Sessanta anche una palestra nella quale si sono formati molti attori destinati successivamente al grande successo di pubblico.”
“Le loro canzoni erano per quelli ai quali niente andava bene e che non avevano un becco di un quattrino. Se qualcuno non avesse potuto permettersi di comprare il disco ma, ascoltando una loro canzone alla radio, si fosse messo a fischiettarla pensando “cazzo che forte!”, bé per lui sarebbe stato sufficiente.”
Potrebbe trattarsi di un riuscito mix delle più recenti esperienze di Nada e dei Garbage di Shirley Manson.
Folk acustico, voce soffice, canzoni eleganti, permeate da una dolce malinconia.
Un album potentissimo con otto brani di post hardcore, punk, emo, taglienti, abrasivi, violenti, su cui le parti vocali si innestano in chiave melodica ed evocativa.
Sound duro, distorto, vicino all’alternative rock ma anche ad alcuni momenti della produzione di Achille Lauro.
Solido rock dalle tinte blues, cantato in italiano, che guarda a Rolling Stones e Black Crowes ma non disdegna la canzone d’autore nostrana.
Il trio suona con grande gusto e tecnica, fa sfoggio di stile e classe, creando un primo assaggio dell’indubbio talento creativo.
”Ghiaccio” è una ballad potente che concilia due grandi temi, l’amore e la morte.
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