ALESSANDRO SIPOLO – D’io Matria Vaniglia
D’io Matria Vaniglia è il nuovo album del cantautore bresciano Alessandro Sipolo, fuori oggi per le etichette LaPOP e Freecom.
D’io Matria Vaniglia è il nuovo album del cantautore bresciano Alessandro Sipolo, fuori oggi per le etichette LaPOP e Freecom.
Elettronica debitrice alla lezione new wave degli anni Ottanta (da Depeche Mode a Orchestral Manouvres in the Dark) ma che assembla anche elementi kraut rock e una diffusa aura psichedelica, soprattutto nelle melodie vocali.
“Daisy” è il nuovo singolo dei Woda Woda, un brano profondamente immerso in temi onirici e misteriosi. Il titolo stesso, “Daisy,” evoca un sogno, un’immagine di un universo alternativo e parallelo.
“Gay Bar” è il nuovo videoclip delle mitiche Tacobellas, power duo tutto al femminile della provincia di Modena, composto da Valentina Gallini (voce e chitarra) e Greta Lodi.
“Quello che rimane” è un brano che racconta le sensazioni e le emozioni di una storia finita. Parla di immagini concrete che comunicano gli stati d’animo che caratterizzano la fine di una storia: la tristezza, la malinconia ma anche l’accettazione e la consapevolezza che, di quello che è stato, rimarrà sempre qualcosa.
Il testo di “Cristallo onirico” è stato scritto da Gabriella Canè, Andrea Gioè e Lorena D’Alia, mentre la musica da Giuseppe Silipigni e Andrea Gioè. Arrangiamenti e Mixage a cura di Salvo Perino ed edizioni di Magilla Spettacoli.
Dodici brani strumentali, lontani da ogni possibile classificazione, che si muovono tra math rock, hard, Motorpsycho, stoner, ritmi funk sincopati, inaspettate progressioni armoniche, distorsioni, esplosioni di violenza sonora, perfino una stravolta parentesi surf.
Un album complesso, visionario, ricco di pregevoli spunti, con uno sguardo particolare al miglior Canterbury Sound, jazz rock, progressive.
“Not in my name” è un grido di protesta, un urlo che esprime un disagio invisibile e profondo. Un modo di prendere le distanze da un mondo troppo veloce, dove la solitudine può schiacciare le anime più sensibili trascinandole in una vertigine senza fondo.
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