KONBINI KLAN – Angeli perduti
Il brano prende ispirazione dall’omonimo film Cinese, e come il film, esplora temi di alienazione e ricerca di identità in un mondo che sembra aver perso la sua anima.
Il brano prende ispirazione dall’omonimo film Cinese, e come il film, esplora temi di alienazione e ricerca di identità in un mondo che sembra aver perso la sua anima.
Il risultato è un disco comunque lineare, pur attingendo da elementi sonori apparentemente antitetici come folk, prog, canzone d’autore, alt rock, post punk.
Un lavoro con otto brani rocciosi che guardano all’hard rock (dalle parti dei Deep Purple, talvolta) ma non disdegnano parentesi più blues o funk.
Il video è stato girato in Sicilia e per citare Luigi Pirandello sopra l’azzurro “mare aspro africano”. Un caldo torrido. Ma nonostante le condizioni non proprio favorevoli, climatiche s’intende, l’energia e la voglia di realizzarlo hanno reso tutto più sopportabile. Questa è la forza dell’arte. Passione e lavoro, insieme, rendono ogni cosa più semplice. Una cornice davvero bella: rude ed accattivante. Tom Sinatra
Dopo qualche anno di assenza, gli NdranghestaN tornano sulla scena musicale con il loro nuovo brano “Fenice”. Questo pezzo, che segna un ritorno al nu metal, rappresenta non solo una rinascita per la band, ma anche un profondo commento sociale sulla Milano che conoscono bene, quella periferica e dimenticata.
“FUTURO”, il secondo videoclip estratto da NUMERO ZERO, il nuovo album dei MANITOBA, con la regia di Lisa Mazzei e Leonardo Fiori (Lyzard).
A pochi giorni dall’uscita del loro ultimo brano, gli Atlante, rilasciano un piccolo gioiello. Il video di “DITA” cattura perfettamente l’essenza del brano: i pochi elementi e i personaggi cardine si muovono dinamicamente in ampi spazi per trovare, solo a tratti, la calma.
Shadows Party è il primo video tratto da Distressed Colours, l’imminente nuovo album del Notturno Concertante, che sarà pubblicato da Luminol Records sulle principali piattaforme in streaming l’8 novembre, in seguito in versione cd a tiratura limitata.
Sembra di ascoltare una Pj Harvey gentile e sognante che gorgheggia con una Bjork più tranquilla del solito.
Per la prima volta un lavoro tutto in italiano, dalla forte impronta cantautorale, con il pianoforte in particolare evidenza a tessere basi e melodie conturbanti, eccellenti orchestrazioni, un lirismo spesso aspro, un uso, piuttosto discreto ma essenziale di elettronica.
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