RockNRolla, una colonna sonora disperata e magistrale
Da sempre attratto dalla malavita e dai suoi meccanismi, Guy Ritchie firma un film agile e divertente, montato come un videoclip d’autore: RockNRolla, una storia paradossale, ambientata in una Londra grigia e uggiosa, con una colonna sonora che entra prepotentemente fra i protagonisti.
Un po’ come School of Rock la compilation può diventare uno strumento utile, una guida per i giovani verso alcuni must della musica dello scorso secolo.
Molteplici gli spunti: si può cominciare da Bank Robber per avvicinarsi al mondo dei Clash, oppure usare Have Love Will Travel per iniziare a comprendere la sonorità anni sessanta dei Sonics. Un percorso originale potrebbe partire da Mirror in the Bathroom dei The English Beat, bisogna provare! Nella tracklist sono compresi anche brevi pezzi parlati come People ask the question, calzante introduzione al brano un po’ retro dei Black Strobe, I’m a man (brano utilizzato recentemente nella serie The Walking Dead). I dialoghi non disturbano, a differenza di colonne sonore in cui risultano insopportabili, anzi sono utili al fine di definire la situazione anche musicalmente: continui cambi di ritmo e genere, si passa dal crescendo irresistibile di Kim Fowley, interprete di The Trip, a Steve Isles e Flash and the pan, tra chitarre acustiche e sonorità più leggere. Per poi tornare al rock con Outlaw dei War. Nel disco c’è anche Lou Reed che presta la sua The Gun, un pezzo di pura interpretazione, un intermezzo lento tra canzoni movimentate e inaspettate, come Dopilsya di Ex Sector Gaza: una scelta originale, che permette di ascoltare una realtà musicale che difficilmente trova spazio nei canali di distribuzione e promozione usuali.
Nel film, che propone durezza e cinismo, malessere e delinquenza sotto una grigia e rassicurante cappa british, l’attenzione ai contenuti musicali è quasi maniacale, sicuramente sorprendente quando si chiude, in modo imprevedibile, con l’ironica e divertente Negra Leono di Miguelito Valdés, cantante popolare cubano, che ci riporta agli anni ’40 e agli albori della salsa.
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