SOLEMUTO – Bravi ragazzi
Il tema della violenza sulle donne è purtroppo dolorosamente attuale: se ne è parlato e se ne parla ampiamente, senza che, però, si trovi una soluzione concreta.
La violenza non è solo fisica, ma anche verbale, attraverso la privazione della libertà, parole che feriscono e umiliano, gesti che terrorizzano e mortificano la donna.
Questo video racconta, con assoluto rispetto e delicatezza, ma al tempo stesso rabbia, come il “bravo ragazzo” spesso indossi una maschera che nasconde la sua vera natura del manipolatore, del violento, che – a poco a poco – priva la sua donna della libertà che le spetta.
Un uomo che non ha pietà, e il cui ego prevale brutalmente sulla persona che gli sta accanto.Nel video compare una scritta Stai Zitta, tratta dal libro di Michela Murgia, assieme ad altre frasi che contribuiscono ad alimentare il senso di colpa nella donna e arrivano dritte al cuore come uno schiaffo.
Alle scene riprese sulla spiaggia di Marina Julia, e ad altre girate all’interno (grazie alla preziosa collaborazione del fotografo Davide Zugna), sono alternate le immagini riprese al Parco di Villa Bazzoni a Trieste: un muro delle “Bambole”.
Il progetto si chiama Wall of Dolls – Il Muro delle Bambole, ed è un’installazione artistica permanente (ma removibile) contro il femminicidio, già presente in altri comuni italiani. A Trieste è stata inaugurata il 27 novembre 2022 in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
Il disco
“SOLEMUTO” è un “one-man-project”, un progetto nato da esclusivamente da Adriano GIammanco (cantante, chitarrista, e autore), dalla composizione fino alla realizzazione finale (musiche, registrazioni, mix e master).
SOLEMUTO si ispira alla musica rock degli anni ’60-’70 fino agli anni ’90, con particolare riferimento alla scena alternativa straniera (Soundgarden, Pearl Jam, Alice in Chains) e italiana di quegli anni (Timoria, AfterHours, Karma), senza dimenticare le proprie radici melodiche (Battisti e Ivan Graziani).
L’idea di fondo è proprio quella: coniugare il linguaggio del rock con la melodia e i testi in italiano; cercare di “piegare” la lingua dello stivale agli stilemi del rock. Operazione non sempre facile, ma decisamente stimolante.
Ne “L’ultimo Cromantico” si racconta un viaggio, un viaggio nelle personalità e nelle vite di molte persone: si passa dall’ineluttabilità del tempo (“Materia Cromatica”), alla manipolazione (“Marcio”), agli amori perduti (“Racconti” e “Creami Qualcosa”), ai rapporti tossici e disfunzionali (“Cuore Nero”), fino alla rabbia intergenerazionale (“Tu non mi hai mai visto”), senza soluzione di continuità., in un susseguirsi di eventi raccontati di guarda, osserva, e parla.
Perché SoleMuto non è Muto.
Lui parla, forte e chiaro. Ti ascolta, e non ti giudica. Ti avvolge, e non ti soffoca.
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