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LAVU’ – Ci voleva

Un meteorite dritto al cuore, la ripetizione ossessiva di un ritornello che insiste, ribadisce, si imprime per restare addosso come un marchio, fino a diventare liberatorio: “Ci voleva”.

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VERSAILLES – Serafica

serafica è caratterizzato da un approccio cantautorale che omaggia De Gregori e De Andrè, pur mantenendo un sound contemporaneo ispirato a Boygenius e Phoebe Bridgers. 

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TABASCOMENO – Echo

“Echo” è un brano che intreccia mito e vita interiore, ispirandosi alla figura di Eco e alla profezia di Tiresia. Nelle sue immagini naturali e poetiche prende forma il desiderio di avvicinarsi a chi si ama, ma anche la paura di dissolversi nell’altro.

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FRANCESCA INCUDINE – Sa Mastra

A sette anni dalla vittoria della Targa Tenco per il suo album “Tarakè”, ritorna Francesca Incudine, cantautrice siciliana, narratrice curiosa e delicata di storie di resilienza, soprattutto femminile. Non a caso il suo nuovo singolo, che si intitola “Sa Mastra” – che apre la strada all’album “Radica” che vedrà la luce il prossimo 17 ottobre (Moonlight/IRD) – è la storia Mariangela Maccioni, maestra resistente sarda che sfidò il fascismo a viso aperto rifiutandosi di tesserne le lodi durante le sue lezioni.

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BRUCHERO’ NEI PASCOLI – TVB

“Ricordarmi il bene che ti ho voluto mi fa sentire ancora umano.”  
TVB ha un messaggio semplice e diretto che racchiude un bisogno universale: dire “ti voglio bene” alle persone a cui teniamo. È attorno a questa frase che ruota il brano, una dichiarazione d’affetto incondizionata, con una funzione umanizzante e liberatoria.

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ROSSELLA – Filo rosso

“FILO ROSSO” è un promemoria per chi non si accontenta di esistere, ma vuole anche sentirsi vivere. Dentro questo brano c’è un viaggio tra crisi e rinascita, tra mostri interiori e voglia di sorridere, tra la paura di sparire e il desiderio feroce di lasciare un segno.

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ALAN FARRINGTON – A reason why

Il videoclip di “A Reason Why” porta in scena un racconto intimo e personale.Protagonista è Matilda Farrington, figlia dell’artista, diretta dal regista francese Lucie Biais che sceglie come ambientazione la sua casa di Roma. Non un semplice sfondo, ma un vero e proprio laboratorio creativo, in cui la giovane attrice esercita la sua vocazione artistica. La camera cattura così gesti, sguardi e dettagli che trasformano lo spazio domestico in un palcoscenico interiore.