AROUSAL – Chimaera
A una base di chiara ispirazione grunge/alt rock (che guarda non di rado a Soundgarden e primi Pearl Jam) si affiancano influenze stoner e psichedeliche, tentazioni hard rock, addirittura folate prog.
A una base di chiara ispirazione grunge/alt rock (che guarda non di rado a Soundgarden e primi Pearl Jam) si affiancano influenze stoner e psichedeliche, tentazioni hard rock, addirittura folate prog.
Unendo canzone d’autore a elettronica, new wave ed elementi strumentali popolari come la chitarra battente, il flicorno, il mandolino, producono un lavoro particolare, originale, avvolgente, distintivo.
“L’Ultima Sigaretta” è una confessione di libertà, il momento in cui si trova il coraggio di lasciar andare un amore,un dolore, una parte di sé. Tra luci soffuse, fumo e malinconia, le sue parole bruciano come verità dette troppo tardi ma ancora necessarie. Il brano rappresenta la colonna sonora di chi ha vissuto, perso e ora sceglie di ricominciare.
Prodotto da Paolo e Pietro Micioni e Massimo Zuccaroli e arrangiato da Luca Leonori, Confusional (Amore) nasce proprio da una fase di caos confusionale. La scelta di cantarlo in inglese fa parte della coerenza dell’artista. Neo Soul di livello internazionale, con questo gioco sottile del ritornello tra inglese e italiano da esportazione.
Il brano, nato dalla ormai rodata collaborazione con il produttore Marco Barusso (Lacuna Coil, Pooh, Enrico Ruggeri), è un’intensa ballad mid-tempo in cui il compositore pavese torna a esplorare le intramontabili sonorità della new wave anni ’80.
Con un irresistibile mix di Funky, acid jazz, soul e new disco (o Nu-disco), “Banging Like a Dynamite”, il nuovo singolo di Max from Gabin, si distingue per un groove avvolgente e un giro di basso impeccabile che spinge l’intero brano.
L’album viaggia su binari tipicamente rock (con predilezione per atmosfere hard).
Un repertorio tipicamente rock, venato da un approccio grunge (soprattutto nell’epica che ha caratterizzato buona parte della carriera dei Pearl Jam) ma che non disdegna intense ballate, sempre ruvide e aspre.
Nardoni non racconta il mondo drag come simbolo o vessillo, ma come pratica di nominazione del Sé, come affermazione che non ha bisogno di aule di convalida né di autorizzazioni preventive per esistere ed esprimersi in pienezza.
Nel videoclip, Olivia xx, vestita elegantemente di nero, con un trucco forte e dei guanti di pelle da “brava maniaca”, si confronta con tante parti di sé stessa e delle sue paranoie: si scompone, si ricompone e balla con aria rassegnata galleggiando in uno sfondo “rosso pericolo” tra croci e simboli iconici.
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