METANOIA – Se non fosse tutto qui?
Cinque canzoni che spaziano in diversi ambiti sonori, da momenti acustici e non lontani da una dimensione pop, a situazioni più elettriche, rock, ai confini con il grunge.
Cinque canzoni che spaziano in diversi ambiti sonori, da momenti acustici e non lontani da una dimensione pop, a situazioni più elettriche, rock, ai confini con il grunge.
Chi si nasconde dietro lo pseudonimo di Capitan U 1947? Presto detto, un grande della musica italiana che ha scritto pagine importanti e ottenuto grandi successi: Umberto Napolitano.
Il ritorno dei Kozminski con il singolo Il computer, brano che anticipa il quinto album della band alt-rock milanese, Un oceano di zeri, in arrivo a novembre per NOS Records. Accompagnato da un videoclip fortemente evocativo, Il computer mette in scena un...
“Sporco West” dei RadioFrame21 racconta l’eroismo quotidiano dei lavoratori in un Paese dove oltre il 14% degli operai è classificato come working poor.
Materiale incandescente, difficile da maneggiare ma efficace e dinamitardo al punto giusto.
Sul lato A un country punk serrato, divertente, travolgente, nella B side un punk n roll ai limiti del noise.
In occasione del cinquantenario dalla morte di Pier Paolo Pasolini, i Vintage Violence pubblicano il nuovo video della loro canzone del 2011 “P.P.P.” dedicata proprio all’autore friulano e contenuta nel disco “Piccoli Intrattenimenti Musicali”
Con il loro inconfondibile stile Alt-light Poetry Power, I Calliope intrecciano parola e suono in una narrazione sospesa tra inquietudine e fascino. “IT” esplora il territorio delle paure più profonde, dando forma sonora a quell’inquietudine infantile legata alla figura del pagliaccio , simbolo di un terrore che sa ancora travestirsi di sorriso.
Un intenso viaggio in atmosfere acustiche, che si tingono di colori psichedelici ma che vantano uno stretto legame con matrici blues e con la canzone d’autore americana (da Neil Young a Joni Mitchell).
Il videoclip ufficiale di “New Life”, diretto da Jakob Dellago, è stato girato a Bolzano in una location urbana abbandonata. L’ambientazione richiama l’idea di una fuga da un manicomio, suggerita da dettagli simbolici come la camicia di forza, le calze strappate e l’intensità quasi folle del volto di Nina Duschek.
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