Love is… fumetti pop sulle note di Neil Diamond e Tom Jones
Ti amo e ti amo moltissimo, ti amo e te lo dico, ti amo e te lo disegno. Che meraviglia essere l’oggetto dell’amore di Kim Grove che, ogni giorno dedicava al marito, Roberto Casali, una nota da affidare a un biglietto, al retro di una scatola di cereali, a un tovagliolo sdrucito. Che meraviglia affidare al “per sempre” l’idea dell’artista neozelandese di raccogliere quelle note, da mettere in calce alle vignette degli innamorati più teneri di sempre, rigorosamente nudi, della serie “Love is…”, in Italiano “L’Amore è…”.
Dagli anni ’70 con tenerezza, un successo arrivato fino a oggi, spinto anche dall’onda iniziale del film “Love Story”, che nulla aveva a che fare con questa storia, ma il titolo evocativo ha aiutato, molto: nelle vignette compare sempre una coppia (negli ultimi anni anche un cane e dei bambini): lui capelli corti e neri, lei lunghi capelli chiari e lentiggini; entrambi sono sempre sorridenti.
All’inizio di questo progetto la Grove firmava le vignette semplicemente Kim e le usava per parlare col marito, già in fase di corteggiamento, quando si conobbero a un corso di sci. Poi il successo inaspettato, grazie a una vignetta in particolare, con la scritta: “Love Is…being able to say you are sorry, L’amore è…essere capaci di dire mi dispiace”: è il 9 febbraio 1972. Da quel momento in poi “Love is…” è commercializzato a livello internazionale, lo si trova dappertutto, su stampe, souvenir, bigliettini, magliette, sugli oggetti da cucina, biancheria, cancelleria, soprattutto viene tradotto in 25 lingue, esportato in 50 paesi. Un successo quasi planetario, anche se non sempre tutto viene capito, compreso l’incidente inglese, quando la Grove è completamente fraintesa e le sue strisce accusate di inneggiare a una figura infantile della donna, asservita all’uomo. Ma non solo, presto, troppo presto, nel 1975 Roberto Casali si ammala di tumore e Kim molla tutto per stargli accanto, il lavoro passa, così, nelle mani di Bill Asprey a Londra. Quando Kim Casali muore nel 1997, i diritti per le proprietà intellettuali relativi a “Love is…” passano nelle mani del figlio Stefano Casali, figlio al centro, in passato, di altre amarezze per la fumettista, in quanto bambino nato da una delle prime inseminazioni artificiali.
A leggere tutta questa storia, fra vita vera e comic-strip, emerge forte un’anima pop, sia nelle storie, sia nel passaggio dal fumetto all’advertising: avrebbe voluto scrivere canzoni Kim Grove, ma non sapendolo fare si è affidata alla matita, facendosi aiutare a esprimere i propri pensieri dalle canzoni di Tom Jones e Neil Diamond.
Il risultato sono proprio loro Kim e Roberto, eternamente sorridenti, amanti immortali, a spiegarci che L’Amore è…
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