THEM – Come sarebbe stato

Il brano “Come sarebbe stato” è un viaggio interiore tra frammenti di memoria, domande irrisolte e immagini fatiscenti, tra un passato e un presente sospeso, dove le risposte non arrivano mai e le domande diventano eco. I vetri frantumati, simbolo centrale della canzone, rappresentano la mente, la fragilità e il dolore: ogni frammento custodisce un ricordo, anche quando sembra privo di significato. L’immagine visiva si fonde con il suono delle grida, il silenzio delle risposte mancate e il vuoto che rimane.Spiega il gruppo a proposito del brano: «Abbiamo scelto “Come sarebbe stato” come secondo singolo e brano per il video perché era quello che meglio poteva tradurre la nostra idea di impatto, sia sonoro che visivo. Volevamo qualcosa di diretto, sporco, reale. Così abbiamo optato per un suonato caotico in una location disagiata, dove ogni take è stata suonata dal vivo. Ovviamente la scelta è ricaduta su Peppe perché è uno di “famiglia” con il quale condividiamo idee e visioni e del quale ci fidiamo al 100% perché in qualsiasi ambito metta mano la resa è incredibile».Il videoclip ufficiale di “Come sarebbe stato”, diretto da Giuseppe “Peppe” Pascale e girato all’Auditorium Popolare di Cosenza, è stato interamente eseguito dal vivo. La location, con la sua bellezza decadente e cruda, è stata scelta per riflettere la profondità emotiva del pezzo. Ogni ripresa è stata realizzata senza filtri, nonostante le difficoltà fisiche come corde rotte, dita sanguinanti e stanchezza, preservando così l’autenticità e l’integrità emotiva del brano in modo diretto.

BiografiaThëm è il suono del disagio che prende forma. Nato nel 2022, il progetto fonde post-hardcore, screamo e alternative in un mix ruvido e viscerale. Il disco d’esordio Frames (2023) ha segnato la prima esplosione: teso, cinematografico, emotivamente carico. La sua uscita ha portato la band a condividere il palco con Fine Before You Came, Elephant Brain, Plakkaggio, Napoli Violenta e We Are Waves, ritagliandosi uno spazio nella scena underground. Da allora, il percorso si è fatto più crudo e istintivo: chitarre abrasive, testi in italiano, emozioni esposte. Rabbia e vulnerabilità si scontrano in ogni brano, tra esplosioni e silenzi sospesi.

Antonio Bacciocchi

Scrittore, musicista, blogger. Ha militato come batterista in una ventina di gruppi (tra cui Not Moving, Link Quartet, Lilith), incidendo una cinquantina di dischi e suonando in tutta Italia, Europa e USA e aprendo per Clash, Iggy and the Stooges, Johnny Thunders, Manu Chao etc. Ha scritto una decina di libri tra cui "Uscito vivo dagli anni 80", "Mod Generations", "Paul Weller, L’uomo cangiante", "Rock n Goal", "Rock n Spor"t, Gil Scott-Heron Il Bob Dylan Nero" e "Ray Charles- Il genio senza tempo". Collabora con i mensili “Classic Rock”, "Vinile" e i quotidiani “Il Manifesto” e “Libertà”. E' tra i giurati del Premio Tenco e del Rockol Awards. Da sedici anni aggiorna quotidianamente il suo blog www.tonyface.blogspot.it dove parla di musica, cinema, culture varie, sport e con cui ha vinto il Premio Mei Musicletter del 2016 come miglior blog italiano. Collabora con Radiocoop dal 2003.

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