Il potere della musica fra epica e poesia
Oggi mi sono imbattuta, grazie a Fame di Sud, in una storia davvero epica. Una di quelle storie tra magia e poesia, che ci portano in una dimensione spazio/tempo che sembra quasi un altrove e che poi, a scoprire che sono storie vere, verissime, fanno pensare che il mondo, in fin dei conti, è un posto bello.
Sapete cos’è il “bisso”? Lo ignoravo anch’io, per questo approccio questa storia con l’entusiasmo della scoperta; il bisso è una seta di mare, un filato nobile, ricavato dai filamenti bruni prodotti da un mollusco, il Pinna Nobilis, manco a dirlo a rischio di estinzione. Me le ricordo, anni fa, queste enormi cozze, sui fondali sabbiosi della Grecia ionica, preda di turisti con maschera e boccaglio, ahi noi!
Di questa seta non esiste una produzione massiva, si realizzano pochi capi, manufatti preziosissimi, esposti nei musei più importanti del mondo. E a produrli è una donna italiana, Chiara Vigo, che vive e lavora sull’Isola di Sant’Antioco in Sardegna. La sua storia è eccezionale, perché lei il necessario per far il bisso lo va a pescare, immergendosi, in apnea, a 13 metri di profondità, quindi taglia solo il filamento che serve, senza uccidere il mollusco, già compromesso dalle reti della pesca a traino, poi, come una Penelope dei nostri tempi, tesse con un enorme telaio di tipo mesopotamico, con poetica lentezza. Centinaia di immersioni per ricavare 3 etti di filamento grezzo, che diventeranno 18 metri di filo, per realizzare un tessuto che ama giocare con la luce, assumendo tonalità del bronzo in penombra, vestendosi d’oro alla luce piena e diventando quasi trasparente in controluce: una favola.
Nella sua materia impalpabile, il bisso racchiude la magia delle acque del Mediterraneo e la storia dell’eterea donna che lo lavora: ogni giorno Chiara chiede aiuto a Euterpe, musa della musica, per rivolgere all’alba e al tramonto una preghiera al mare; canta in Aramaico, Chiara, sulla sabbia, al cospetto delle onde, producendosi in litanie e carmi magici nel misterioso linguaggio del popolo di Nur, che da millenni abita i nuraghi. La musica alita sulle onde, diventa legame fra donna e mare, per consentire quel rituale magico che trasforma un ammasso di filamenti bagnati in arte.
Potenza della musica.
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