Daft Punk From Here To Eternity
Oggi volevo parlarvi del nuovo attesissimo disco dei Daft Punk in uscita alla fine di maggio del quale si sa poco e niente.
Intanto il titolo “Random Access Memories” (RAM) , titolo molto tecnologico e poi delle collaborazioni che filtrano ogni giorno.
Da tempo si sentono le note di un brano con lo zampino e la chitarrina funk di Nile Rodgers, grande produttore insieme a Bernard Edwards degli Chic, delle Sister Sledge, di Diana Ross ma anche di David Bowie, B 52’s, INXS, Madonna, Duran Duran.
Le ultime indiscrezioni parlano anche di collaborazione con Julian Casablancas degli Strokes, di Pharrell Williams ma soprattutto della presenza all’interno del disco di un italiano nativo di Ortisei, bella località della Val Gardena, dalla quale è partito alla metà degli anni ’70.
L’occasione è ghiotta perchè se i Daft Punk (Guy-Manuel de Homem-Christo e Thomas Bangalter) sono uno dei gruppi di musica elettronica più famosi e innovativi degli ultimi 20 anni lo devono anche a Giorgio Moroder che per i più giovani, anche per gli appassionati del genere è quasi uno sconosciuto.
Giorgio Moroder è l’uomo che ha portato la musica elettronica nelle dancehall di tutto il mondo, uno dei pionieri della musica Techno con l’utilizzo dei primi sintetizzatori.
In collaborazione con l’autore Inglese Pete Bellotte ha scritto tante hit ed ha lanciato Donna Summer in brani come “I Feel Love” e “Love To Love You Baby” (lunga quasi 17 minuti!), capolavori della musica dance fine anni ’70.
E’ sua “Chase” dalla bellissima colonna sonora del film “Fuga di Mezzanotte” che gli procurò il primo Oscar, ma scrisse anche le musiche di American Gigolò, Scarface, Metropolis Top Gun e Flashdance.
Brian Eno dopo aver ascoltato in studio di registrazione “I Feel Love” disse…ho ascoltato il suono del futuro, non cercate oltre, questo disco cambierà la musica da discoteca per i prossimi 15 anni.
Il successo è andato anche oltre! Ed io non vedo l’ora di sentire cosa uscirà dall’incontro del “nonnino” Moroder ormai settantaduenne con i “nipotini” Daft Punk.
E’ proprio il caso di dire One More Time
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