Dicembre 2024. Il riassunto del mese

Come ogni mese procediamo a un riassunto delle recensioni e dei video pubblicati.
Nel mese di dicembre 2024 abbiamo recensito 48 album e presentato 115 video.

Nel 2024 abbiamo recensito 504 ALBUM e presentato 1.168 VIDEO.

ALBUM

AMALIA BLOOM – Compressed Remedies

Torna la band vicentina dopo un ottimo album e un doppio singolo. Il nuovo ep di quattro brani è un riuscito mix di post punk, folate hardcore, noise, attitudine grunge (primi Nirvana, Mudhoney), con “Soft marble” in bilico tra psichedelia e doom (più presente nella breve e conclusiva bonus track strumentale “Resina”). Il tutto proposto con la giusta furia e l’attitudine migliore.

ARISTEA – Minim4l

L’artista vicentino Bruno Corradini torna con il suo suggestivo progetto sonoro. Dieci brani dalle atmosfere soffuse e sospese, in cui l’elettronica si sposa molto bene a una canzone d’autore raffinata ed elegante, in bilico tra Diodato e Fabio Concato. Le canzoni sono ricercate, ben prodotte, volutamente imperniate su minimalismo e sintesi (il famoso “less is more”) e il risultato è un album introspettivo e malinconico, il cui approfondimento darà sicuramente grandi soddisfazioni all’ascoltatore.

ASSALTI FRONTALI – Notte immensa

Il collettivo rap, primo in assoluto a incidere un disco rap in Italia, ancora come Onda Rossa Posse (“Batti il tuo tempo” del 1990), firma l’undicesimo album, confermandosi come uno dei nomi più importanti di sempre nella musica italiana. Nessuno come loro sa affrontare in rima, con la poesia, tematiche attualissime e altrettanto tenute nascoste e colpevolmente trascurate come le periferie, il disagio delle nuove generazioni nei confronti di una società sempre più brutale e nemica dei poveri, degli emarginati, dell’inclusività, dell’etica, della socialità. Gli Assalti Frontali ne cantano, ne rimano, con la consapevolezza da sempre partecipe, , in primissima linea, a certe problematiche. Lo fanno con un rap contaminato da sonorità funk, talvolta perfino orchestrali e una serie di giovani ospiti, nuove voci antagoniste come Er Tempesta, Piaga, Ellie Cottino, con la produzione artistica di Luca D’Aversa, la collaborazione di DSASTRO, figura leggendaria delle produzioni Old School italiane, la supervisione di Bonnot, storico produttore della band. Come sempre un raggio di luce e di speranza attraverso la lotta. Quotidiana, diretta, intensa.

BALTO – Notti insonni per cuori incerti

La band emiliana confeziona un ottimo album di grande carica emotiva, intenso e “sofferto”, come loro stessi lo descrivono: “un disco pieno contrasti e di senso di perdita”. Anche musicalmente i brani risentono di questa voluta contrapposizione, alternando melodie marcatamente pop con un rock fruibile ma che sa essere anche corposo e duro. Molto bene arrangiato e prodotto, ottima la qualità compositiva per una band con molte frecce al suo arco.

BASEBALL GREGG – Briefs

Il duo bolognese/californiano composto da Sam Regan e Luca Lovisetto festeggia con il quinto album un’attività decennale. Dieci brevi bozzetti per 22 minuti di musica semi acustica, soffice, ammantata di un sound che partendo dal classico West Coast rock e dalle inossidabili radici folk pop alla Simon & Garfunkel giunge fino alla più recente espressività sognante di Bon Iver, Kings of Convenience, Devendra Barnhart. Maturità da vendere, grande classe e stile, groove avvolgente, canzoni, nel loro minimalismo, di alto livello.

BIG MOUNTAIN COUNTY – Deep drives

Terzo album per una delle band più interessanti e personali della scena italiana. Un sound che guarda a 360 gradi, dall’elettronica alla Madchester “Baggy” degli anni 90, a un approccio punk che caratterizza da sempre la loro produzione. Il tutto ammantato da una vena psichedelica moderna e progressiva che non guarda necessariamente agli schemi degli anni Sessanta ma decisamente avanti. Un percorso che viaggia in parallelo a band come i Primal Scream ma parlando un linguaggio molto originale e distintivo. Arrangiamenti di alta classe, composizioni mature e di respiro internazionale, un groove accattivante da dancefloor. Una conferma.

BRAVO GESÚ ROGER – Burro Es Gergo Va

E’ corroborante per lo spirito e le orecchie quando un album risulta indefinibile, tanti sono i “generi” che vi confluiscono, si mischiano, emergono all’improvviso per poi scomparire. Soprattutto quando il melting pot sonoro è espresso con così tanta competenza e capacità. Un vago riferimento potrebbe portare ai Primus di Les Claypool, per l’approccio aperto e senza limite alcuno (oltre alle tematiche visionarie dei testi) e a Frank Zappa per l’abilità (peraltro altissima da un punto di vista tecnico strumentale) di spaziare ovunque nello scibile musicale, tra pop, funk, jazz, metal, rock. Album interessantissimo.

TOMMASO BULDINI and the DECADENCE CLUB – Sottosuolo

Progetto audio visivo nato nel 2022 a Bologna dall’incontro tra il visual artist internazionale Tommaso Buldini (pittore e animatore video), con i musicisti Andrea “Kana” Guerrini e Riccardo Frisari. Un lavoro che musicalmente (ri)abbraccia i suoni più estremi della new wave anni Ottanta (dalle parti dei DAF), attraverso un’elettronica molto “spinta”, marcate influenze Goth Dark e con uno sguardo al dancefloor dell’epoca. Un album cupo, dalle suggestioni inquietanti e minacciose, ben fatto e perfettamente arrangiato, con scelte di suoni eccellenti.

BUZZY LAO – Black Karma

Il cantautore e bluesman torinese, di base a Palermo, torna con un terzo album di eccellente fattura, in cui riesce a mischiare alla perfezione ritmi cari alla tradizione di band di “desert rock” come Tinariwen, afrobeat, ritmiche latine, l’amato blues e canzone d’autore nostrana. La produzione di Florian Monchatre (Fatoumata Diawara, Blick Bassy, Tinariwen) è l’ulteriore tocco di classe a un album raffinato, originale e personalissimo, aspetto non facilmente riscontrabile dalle nostre parti. Un lavoro solido che testimonia una maturità artistica destinata a dare ulteriori grandi soddisfazioni.

COMRAD – Nati stelle

Il quintetto capitanato da Giò Sada (vincitore di X Factor 2015) sfodera un album potentissimo con otto brani di post hardcore, punk, emo, taglienti, abrasivi, violenti, su cui le parti vocali si innestano in chiave melodica ed evocativa. La band funziona più che a dovere, la resa sonora è efficace, l’attitudine è quella giusta. Gli amanti dell’ambito resteranno sicuramente più che soddisfatti.

GIAMPAOLO CORRADINI & The WEEKEND WARRIORS – WW2

La band emiliana è composta da musicisti che vantano una lunga esperienza nei mille rivoli del rock ‘n’ roll. E nel nuovo album si sente, eccome. Un rock corposo che guarda non di rado al soul (il ritmo Motown di “E’ tutto un film porno” è emblematico) ma anche al rhythm and blues che si fonde all’energia pub rock e punk (vedi lo stile Jam di “Non sei nemmeno Yoko Ono”). Possiamo trovare anche il rock chitarristico intriso di anni Sessanta alla Tom Petty o Creedence Clearwater Revival, le furibonde pennate al tanto amato Pete Townshend e intense ballate crude e piene di passione. Bravi e perfetti per un disco sincero, urgente, spontaneo.

DEECRACKS + Andrea Manges – Brain Drain

Per festeggiare il 35° anniversario dalla sua uscita, la band austriaca, con l’apporto vocale del “nostro” Andrea Manges, riprende lo storico undicesimo album dei Ramones, l’ultimo con Dee Dee Ramone e quello che segna il ritorno di Marky Ramone alla batteria. Un album criticato dagli stessi Ramones per la produzione inadatta, ritrova la giusta dimensione in questa versione, in cui il sound si fa più punk rock, duro e d’impatto e con l’aggiunta di una buona dose di freschezza e immediatezza. Per gli appassionati dei Ramones un acquisto obbligato, per chi ama il punk rock un ascolto gradevolissimo.

DEFLORE – Defective Music for a Daily Psychosis

Attivo dal 2000, il duo composto da Christian Ceccarelli (elettronica, basso, sintetizzatore e campionatore) e Emiliano Di Lodovico (chitarre, sintetizzatore), giunge al settimo album: un incrocio infernale di industrial, doom, i Killing Joke spesso dietro l’angolo (vedi “2_100” ad esempio, dove manca solo la voce di Jaz Coleman con, cui non a caso, hanno precedentemente collaborato), psichedelia di gusto stoner. Musica possente e allo stesso tempo scarna, ruvida e abrasiva ma di alta qualità espressiva.

DERIVE VALVOLARI – s/t

Il duo pistoiese dei fratelli italo-americani Joseph e Marco Danny Palumbo, all’esordio con un ep di cinque brani, all’insegna di un solido rock dalle tinte blues, cantato in italiano, che guarda a Rolling Stones e Black Crowes ma non disdegna la canzone d’autore nostrana. Il suono è crudo, diretto, molto immediato e spontaneo. Un pregio in tempi di arrangiamenti ovattati e compressi. Qui esplode l’anima rock ‘n’ roll e rende l’ep più che riuscito.

FABIO FIDANZA E IL SUO JAZZ COMBO – Do Si La Sol Fa…Sofà

Il Fabio Fidanza Jazz Combo impazza da tempo sui palchi italiani (e in studio di registrazione) riportando in auge, con freschezza e spontaneità, il gusto per la canzone swing, che fu peculiarità di nomi storici e indimenticabili come Quartetto Cetra e Fred Buscaglione. Negli undici brani del nuovo album aleggia spesso anche il “fantasma” di Paolo Conte ma l’impostazione generale è molto più jazz e retrò. Un lavoro delizioso, curatissimo e particolarmente godibile.

GENOMA MUSIC PROJECT – Nos libera

Il nuovo capitolo di questo interessante progetto che si compone della cantante Marcella Sebastiani, il tastierista Enrico Coari e il bassista Nicola Farolfi, ci porta in un contesto sonoro molto personale e dal sapore esclusivo, sapendo coniugare la canzone d’autore italiana meno scontata e più ricercata, con elettronica e un sapore new wave che riporta ai Matia Bazar degli anni 80 e dell’album “Tango” ma anche ai successivi umori cari agli Ustmamò. Un album ricercato, pieno di gusto e grazia ma soprattutto di composizioni eleganti e raffinate.

GEREMIA – Tagli sul cuore

L’esordio di Geremia parla proprio di quei “tagli al cuore” del titolo, che caratterizzano, soprattutto in fase giovanile, le relazioni umane e che, talvolta, faticano a ricucirsi. Le tematiche, dolorose, malinconiche ma allo stesso tempo decise a superare lo sconforto di certe riflessioni, ben si accoppiano con un sound duro, distorto, vicino all’alternative rock ma anche ad alcuni momenti della produzione di Achille Lauro. I suoni sono sempre ben calibrati, la voce in evidenza, gli arrangiamenti ottimamente equilibrati. Buona partenza.

GHOSTWOUND – s/t

Chi ha avuto dimestichezza con la scena underground milanese ricorderà senza dubbio una serie di band che hanno brillato come meteore per poco tempo, lasciando però stupende tracce sonore: Free The Nation, Matra, Lord Shani, Psicotaxi, Noise Under Dreaming. Da queste esperienze, sempre caratterizzate da forti legami con un sound atipico, debitore a funk, rock, soul ruvido, psichedelia, proto prog tra 60’s e 70’s, provengono i componenti della band all’esordio con un album potentissimo, in cui convergono le suddette influenze. Il tutto condito da spunti stoner, una predilezione assoluta per l’acid rock, gusto per l’improvvisazione e la jam strumentale. Eccellente.

HEAVEN OR LAS VEGAS – Lascio fuori la realtà

L’esordio della band padovana abbraccia senza riserve il contesto, da poco tempo tornato all’attenzione generale (grazie a band come Fontaines DC, Idles, Yard Act, Shame, Protomartyr tra i tanti), del post punk, di cui assorbono le principali caratteristiche. Non disdegnano attenzioni a post hardcore alla Fine Before You Cane e shoegaze ma mantengono una personalità vivace e ben definita. La profonda provincia italiana, spietata e minacciosa, continua a lanciare urla creative e propositive, attraverso musica convincente, urgente, spontanea. A noi il privilegio di apprezzarla e il dovere di sostenerla.

HER SKIN – Every house is haunted 

Un ep di cinque brani, soffuso, caldo, delicato e raffinato, in cui la cantautrice (auto)analizza uno dei periodi più ardui della vita: i 27 anni, uno di quei momenti in cui la post adolescenza incontra/si scontra con l’età adulta. Folk acustico, voce soffice, canzoni eleganti, permeate da una dolce malinconia. Molto affascinante.

SEBASTIANO LILLO – Cumbia Acosadora

Il musicista originario di Monopoli chiude un ciclo, iniziato nell’autunno 2023 e sviluppatosi poi attraverso i tre precedenti lavori. I tre brani strumentali del nuovo ep accarezzano gli umori Tex Mex cari a Calexico e, precedentemente, tanto amati da Willy DeVille, con un gusto ethiojazz in sottofondo. Quentin Tarantino ne sarebbe entusiasta.

LO STRANIERO – Mazapé

La band piemontese compie dieci anni di attività e firma il quarto album di una carriera ricca di soddisfazioni e riconoscimenti. Il nuovo lavoro sublima un’anima indie pop dal taglio elettronico ma con retaggi new wave e momenti che sconfinano nel dream pop. La costruzione compositiva dei brani denota una notevole maturità artistica, la scelta dei suoni e gli arrangiamenti hanno il giusto approccio per una band di personalità e ampio respiro creativo. Una marcata capacità di tessere melodie accattivanti non guasta nella prospettiva di aprirsi a una dimensione più fruibile e attrattiva.

PAOLO ENRICO ARCHETTI MAESTRI – Amorabilia

Cantante, chitarrista e fondatore degli Yo Yo Mundi, Paolo Enrico Archetti Maestri firma il suo primo album solista, con undici brani intrisi di poesia di strada, storie, racconti, ricordi. Canzone d’autore che talvolta guarda a Ivano Fossati e altre volte si apre a ballate folk, ritmate, gioiose e festose. Un disco in cui converge tutta la sua ricca carriera di autore e interprete e che si caratterizza come opera di grande valore, matura, intensa, sincera. Un nuovo tassello nel ricco panorama della canzone d’autore italiana, sempre più densa di dischi di alta qualità come questo.

MANITOBA – Numero Zero

Lavora molto bene il duo composto da Giorgia Rossi Monti e Filippo Santini, riuscendo a creare un perfetto equilibrio tra istanze alternative rock, pop, un pizzico di elettronica e una personalità raramente riscontrabile nelle produzioni odierne. Facendo un volo pindarico e probabilmente azzardato potrebbe trattarsi di un riuscito mix delle più recenti esperienze di Nada e dei Garbage di Shirley Manson. La collaborazione in due brani con Edda aggiunge un ulteriore sapore a un ottimo album, dalle grandi potenzialità commerciali, in virtù di una notevole capacità compositiva (con arrangiamenti curatissimi e sempre azzeccati).

FABIO MEINI – Streghe

E’ un album di rara intensità quello che ha assemblato, ideato, scritto e prodotto il cantautore Fabio Meini, con musiche di Josephine Lunghi e la partecipazione vocale di otto donne che parlano di donne. Costrette a vendere il proprio corpo, donne migranti, ragazze madri, persone trans. Ma si parla anche di diritto all’aborto, di donne violentate, parità di genere, nuove e vecchie streghe. Le canzoni sono una più bella dell’altra, vigorose, dure, impetuose, drammatiche e allo stesso tempo malinconiche ma mai remissive. Esattamente come tante donne che combattono ogni giorno contro ataviche ingiustizie ancora attuali.

Le cantanti sono: Aurora Pacchi (Madaus), Marina Mulopulos (Almamegretta, Malfunk), Serena Altavilla (Calibro 35, Mariposa, Solki), Rita “Lilith” Oberti (Not Moving, Lilith And The Sinnersaints), Elisa Montaldo (Il Tempio delle clessidre), Alice Motta (Zen Circus, Criminal Jokers, Motta), Alessandra Falca (Volontré) e Martina Vivaldi (Merry Go Round). A suonare invece troviamo: Dome La Muerte (CCM, Not Moving), Riccardo Rocchi (Frizzi2Fulci), Lorenzo Gherarducci (Eveline’s Dust), Francesco Bottai (Gatti Mézzi), Paolo Del Vecchio (Peppe Barra, Daniele Sepe), Fausto Caricato, Elisa Montaldo, Alice Motta, Davide Tognocchi, Elia Petrosino e Fabio Meini.
Il disco vede anche la partecipazione straordinaria dell’attore David Brandon, storico componente della Lindsay Kemp Company, noto al pubblico italiano anche per la partecipazione a molti film cult degli anni 80 fra cui Deliria di Michele Soavi, Caligola di Joe D’Amato e Le foto di Gioia di Lamberto Bava.

LORY MURATTI / ANDY – L’ora delle distanze/La caduta

Un libro, perfettamente definito “viaggio psycho fantasy, dark e pop” a firma di Muratti, “un vortice di colori fluo ispirato e illustrato dai quadri visionari di Andy dei Bluevertigo”, a cui è allegato un 45 giri con due solenni brani che mischiano sapientemente canzone d’autore, new wave e David Bowie. Un progetto audace e coraggioso, interessante e fascinoso, di alta qualità.

NERVI – E poi svegliarsi presto

L’esordio del giovane cantautore fiorentino, già con un curriculum di tutto rispetto alle spalle, è un fresco e urgente album in cui l’indie pop si mischia, sapientemente, con diverse influenze: talvolta riportano al glam pop (caro a Lucio Corsi e perchè no? Achille Lauro), altre ancora a un moderato e calibrato uso dell’elettronica, con occasionali sguardi al rock psichedelico (“Lady Tristesse”) e con un gusto post wave. Risaltano la personalità e la versatilità compositiva, uniti a una padronanza vocale ed esecutiva matura ed esperta. Bravissimo.

NOT TO MENTION TRIO – Not to mention

Marco Pierfederici (piano e tastiere), Vito Bassi (basso elettrico) e Mattia Zoli (batteria) sono i componenti di questa esperienza che arriva dalla Romagna e si ammanta di jazz, declinato nelle sue varie espressioni, dalle tre ballate bluesy iniziali, al conclusivo fusion funk (con una pausa d’intermezzo contemplativo) del rutilante “Pac-man”. Il trio suona con grande gusto e tecnica, fa sfoggio di stile e classe, creando un primo assaggio dell’indubbio talento creativo. In attesa dell’album!

ODAWIN – Cantrips

Odawin è Patrizio Ottaviani, artista romano già frontman della band Taprobana. Il secondo ep del nuovo progetto solista lo coglie con quattro brani dalle influenze psichedeliche, con parecchi riferimenti barocchi negli arrangiamenti e nella composizione, che riflette anche un’anima (soprattutto pianistica) classica. Il sound guarda anche ai primi Queen, agli Wings di metà anni Settanta, assorbe umori alla Bowie. C’è insomma tanto da scoprire e apprezzare, in attesa di un album completo che sublimi tanta creatività e versatilità artistica.

POPFORZOMBIE – Ricordati di vivere

Il terzo album è spesso un terreno insidioso per un artista, chiamato a “maturare” e a confermare il profilo artistico fino a quel momento costruito. I Popforzombie non temono alcun passo falso perché hanno dalla loro una perfetta capacità compositiva, un gusto raffinato per gli arrangiamenti e la virtuosa tendenza di percorrere una strada sonora in cui convergono canzone d’autore, influenze folk e altri svariati riferimenti, che fanno di “Ricordati di vivere” un album molto personale, ricco di sfumature e di un gusto azzeccato per le melodie pop. Bravi e talentuosi.

MASSIMO PRIVIERO – Diario di vita

La lunga carriera di Massimo Priviero (iniziata discograficamente nel 1988) ha sempre viaggiato sui binari della poesia, abbracciata al rock, alla canzone d’autore, a intense ballate, a potenti canzoni rock ‘n’ roll. Il nuovo album di inediti lo trova a percorrere i consueti sentieri sonori, che vanno da Bruce Springsteen a Bob Dylan o Neil Young, dai Gang a Ligabue, con un sound che è subito distinguibile grazie a una voce unica e a una scrittura consolidata negli anni. Ma l’aspetto che più emerge è la sincera passione per la musica che da sempre suona, in cui si mischiano rabbia, riflessione, spiritualità, ricordi, visioni, valori, rivendicazione dei diritti, forza e fragilità (ascoltare la splendida “Il migliore dei mondi possibili”). Il diario di una vita, appunto.

PSYCHOWATERMELON – Ghostpiracy

Il nuovo progetto artistico di Alex Savelli e Tommaso Michienzi viaggia alla scoperta delle “porte del cosmo”, in oltre un’ora di musica imperniata su un’ispirazione palesemente psichedelica ma virata in chiave moderna, sperimentale, elettronica e dall’attitudine “spaziale”. I riferimenti sono molteplici, tra kraut rock, gli immancabili Pink Floyd dei primi anni Settanta ma anche Tangerine Dream o i Tame Impala degli esordi. L’album è più che interessante e foriero di potenzialità evolutive.

PUKA SHELL’S BLING – Dazzled Prince

Sorprendente esordio per la band leccese, con un Ep di quattro brani magnificamente suonato, arrangiato, prodotto e composto. Si vola nei meandri di un soul funk fusion di matrice jazz, mai banale e scontato ma, al contrario, ricchissimo di spunti, riferimenti, guizzi di geniale creatività. L’ideale per una fremente attesa di un album intero.

RAVEN SAD – Polar Human Circle

Il progetto nato nel 2005 dalla volontà di Samuele Santanna firma il quinto album, che prosegue il cammino sulle strade di un prog moderno e articolato (dalle parti dei Porcupine Tree), dai tratti spesso epici e che mantiene solide le radici nella tradizione classica del genere. Spicca la conclusiva title track, suite di quasi mezzora, vero e proprio manifesto dell’estetica sonora del gruppo, in grado di spaziare tra svariate atmosfere, cambi di tempo, spunti melodici. Il tutto è suonato a livelli di eccellenza e si avvale di una produzione altrettanto riuscita.

RED LLAMA – Discount Wave Pt.1

La band friulana firma un secondo album potentissimo, tirato, aspro e duro, tra punk, grunge e hard rock. Ci sono echi di Pearl Jam, Nirvana, un’intensa ballata mid tempo come “Weird Universe”, una voce che guarda spesso a Kurt Cobain, una grande intesa strumentale e otto brani composti con grande cura e ben arrangiati. Un album che non deluderà i cultori del genere.

THE RIDEOUTS – The journey

Molto interessante e artisticamente versatile il quinto album della band guidata dal fondatore Massimiliano Scherbi, coadiuvato dalla voce “nera” di Michela Grilli e la batteria di Federico Gullo. I dodici brani si muovono tra influenze marcatamente funk e soul (i due brani di apertura “Perfect Man” e “Superfunky love” sono vere e proprie esplosioni ritmiche) a improvvise e inaspettate immersioni in piena era psichedelica (molto bella “Let yourself go”), ballate di gusto country rock (“Let me be”), brani rock oriented. Un lavoro maturo, arrangiato benissimo e ricco di qualità compositiva.

MARCO ROVELLI – L’attesa

Il cantautore e artista toscano ha alle spalle una carriera di altissimo livello, dall’esperienza musicale con gli Anarchistes a quella solista (con cui ha vinto un Premio Tenco), fino a quella letteraria (una ventina di libri all’attivo). Nell’album le due anime confluiscono: ogni canzone del disco (che in quanto canzone è ovviamente autonoma) è legata a un concetto, e su ogni concetto ho dialogato con qualcuno. L’approccio è all’insegna di una canzone d’autore severa, cruda, talvolta con toni epici, il suono è elettrico, scabro, con frequenti tonalità blues e uno sguardo costante al post punk dei Sonic Youth e all’alt rock più ruvido. Un lavoro affascinante e altamente evocativo nella sua completezza artistica.

EDO ROVITO – De Siderale II

Il cantautore milanese firma il secondo ep, con cinque brani molto personali, caratterizzati da minimalismo sonoro e spontaneità esecutiva. Chitarra, voce e poco altro a condire l’amalgama sonoro, dall’incedere decadente e dal tono “slacker” (svogliato). C’è anche un sussulto punkeggiante (“Pillole”) e si conclude alla grande con “Sorgente” con la partecipazione di Emma Agnelli.

SELVA OSCURA – s/t

Il nuovo progetto estemporaneo di Umberto Maria Giardini stupisce se correlato alle abituali frequentazioni sonore del cantautore, qui impegnato nell’insolita veste di chitarrista e cantante di un band di hard rock, non molto lontana da grunge e stoner (con un occhio particolare ai Soundgraden). La vetta dell’ep è raggiunta con la dura “Ipernotte” a cui fa seguito la drammatica, ipnotica e malinconica ballata “Tu che domini”. Un ottimo lavoro, ben prodotto, credibile, efficace.

SINEDADES – s/t

Il duo composto da Erika Boschi e Agustin Cornejo (aiutato da una ventina di altri musicisti) ci delizia con un album in cui spazia con grazia ed eleganza nel più tipico latin sound, con una particolare predilezione per ritmi e cadenze care al tropicalismo brasiliano. Il tono è lieve, avvolgente, suadente e sensuale. Le canzoni sono curatissime sia a livello compositivo che nella ricerca di suoni e arrangiamenti. Astrud Gilberto ascolterebbe affascinata.

SMALTO – Singolare / Plurale

Il progetto artistico di Matteo Portelli e Francesco Petrosino (ex membri dei Mamavegas) arriva al secondo ep, con l’aiuto di una serie di amici che danno voce ad ogni brano: Mox, Amalfitano, Broni, Androgynus, Emanuele Mancini, Giulia Laurenzi. I sei brani esplorano varie facce del modern pop elettronico, affrontando varie tematiche tra nostalgia, lutti, omaggi ad amici e un tributo finale agli amati Prozac+ con una versione personale della loro “Betty tossica”. Un lavoro di qualità.

ANA SPASIC & FRANCESCO PAOLO PALADINO – The Plains of Po

Le molteplici attività artistiche di Francesco Paolo Paladino (dal ruolo di dichiarato “non musicista”, a regista e mille altre cose), si rivolgono questa volta di nuovo alla musica con uno dei suoi progetti costantemente anomali, sperimentali (nell’accezione più pura del termine: “volto alla ricerca e alla prova di metodi o applicazioni o tendenze nuove”), visionari. L’album, dedicato alle atmosfere e alla “cultura” dell’amato fiume Po, coinvolge, come protagonista il soprano Ana Spasic, oltre ai testi di George Wallace, poeta e le tele pittoriche, associate a ciascun brano, del pittore Alberto Bertoldi. I brani sono solenni, di matrice classica, vicina alla musica da camera e dal tono teatrale. Ma ci sono anche jazz, avanguardia, ambient, elettronica. Ancora una volta un lavoro in grado di stupire, affascinante, misterioso, ammaliante.

SAMUELE STANCO e i GABBIANI MALVAGI – Amore vita sentimenti posto fisso

A tre anni dall’esordio torna, con una formazione rinnovata, la band veneziana, alle prese con un album pensato come una sorta di concept attraverso una radio immaginaria che trasmette una musica dai toni grotteschi, (auto) ironici e irriverenti. L’approccio sonoro riporta alla mente il Frank Zappa più folle e genialoide, tra funk (il groove prevalente), soul rock, riferimenti a Daniele Silvestri ma anche a un rock corposo (“Ma dove vai”) o al reggae di “Costa Rica”. Tanta personalità e originalità, a tratti forse eccessiva, ma è probabilmente quello che vogliono e cercano.

STONED TURTLE – Blackout

La band genovese picchia duro nell’album d’esordio, in cui a risaltare sono urgenza, spontaneità, energia, potenza ritmica, unite a un taglio prevalentemente chitarristico. L’ambito in cui si muove il quintetto guarda a grunge (soprattutto l’ala più hard rock, dai Soundgarden agli Audioslave), con folate heavy e un’attitudine talvolta quasi punk. La band suona precisa, con il giusto approccio, le canzoni sono di pregevole composizione, i suoni ottimamente calibrati. Una partenza più che incoraggiante.

TRIOROX – Moods

Progetto più che interessante, all’insegna di creatività e spontaneità, nato da una session in studio di registrazione durata tre giorni. Il pianista Giovanni Guidi, il bassista Joe Rehmer ed il musicista elettronico DJ Rocca (Luca Roccatagliati) mettono insieme creatività, competenza artistica e creativa e i rispettivi stili, per creare un affascinante ibrido di dance, elettronica, funk fusion, dance e jazz. Album raffinatissimo, pulsante, avvolgente, più che godibile.

VULCANI IN PACE – s/t

L’unione artistica tra CATTANEO e Marco Parente produce un album di non facile fruizione ma allo stesso tempo fascinoso, avvolgente, dalle atmosfere costantemente sospese, eteree, attraverso improvvisazioni che si ricompongono a formare una specie di suite che rende l’album un continuum sonoro e artistico. E’ frequente il passaggio dell’ombra di Franco Battiato (ma anche di David Sylvian e Ryuichi Sakamoto) a dare ancora più pregio all’opera.

XIII BLADES – Waves

La band romagnola all’esordio con un potente album di hard rock intriso di stoner, che riporta alla mente anche l’era grunge di band come Soundgarden e Audioslave (non a caso la struggente “Another sunshine” è dedicata a Chris Cornell). Gli undici brani parlano un linguaggio chitarristico duro e abrasivo, suonato con particolare perizia tecnica ma capace anche di addentrarsi in meandri più introspettivi e blues (“Illusion”). Ottimo lavoro per una band qualitativamente eccellente.

YOU BEAST YOU ACT – Gravitations

La band fondata da Alexios Othon Theodoridis torna con un secondo album che percorre sentieri attualmente poco frequentati, attingendo soprattutto dalla post wave più algida e rigorosa degli anni Ottanta, tra elettronica, influenze dark, sguardi a Human League, Tubeway Army di Gary Numan, il primo John Foxx solista e un coperta di shoegaze. Ammaliante la riuscita versione di “Fade to grey” dei Visage, molto ben composti e arrangiati i restanti otto brani. Grande prova di maturità e compattezza artistica.

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ABOUTMEEMO – Passive Aggressive Scanner, ALTOMARE – Ti odio, ANASTASIA – Nuda, ANGELICA e MIKE SPONZA – Shine, ANIMAUX FORMIDABLES – Bubblegum, ATIPICO – Scarpe, BABYSCREAMERS – Ogni volta, JOE BARBIERI – Il mio miglior nemico, BEASTS – The Shearing, BIANCA FIORE – Portami dove, BIG RIVER – Mustang Hood, BIOVOID – No land, MICHELE BITOSSI – Sono non sono, BOCCANEGRA – Carmona – Alegrías, BOHRIS – Pezzi di vetro, BRAVE HEARTS FACTORY – The Truth In Your Eyes, CASTA – 2+2=5, CLAUDIO CLEMENTI – Così simile, GIUSEPPE COFONE – Io e te, COLETTE – In quella casa, DAMIGIOR – Dove tutto scompare, DECI – A cosa servono i grattacieli, DeeCRACKS with Andrea Manges – Merry Christmas (I Don’t Want to Fight Tonight), ELLI DE MON – El me moro, LUCA DI MARTINO – Torna Natalì, MARCO DI NUNNO – Parto da me (studio session), LUCA DI STEFANO – Undone, DOUBLE G – Ricordati di me, DRUNKEN CROCODILES – Autojektor, ELSO – Gentilezza, ENZØ – Wah, EPHEMERAL – The Last Picture, MARIO PIGOZZO FAVERO – La tua Maddalena, MARTA FERRADINI – Rane nella pancia, FILIPPO FERRANTE – Unici, FILARMONICA FLUIDA – Paprika, THE FLOW – The window, FRANCESCO e i PASSABANDA – Matti Like, GENIO PER DUE – Va bene così, ROBERTA GENTILE – Chimera, GEREMIA – Tagli sul cuore, GIADÌ – Vabbé, FRANCESCO GILBERTI – Ogni notteMARCO GIRARDI – Giorni, GRIME SPITTERZ, & RIC DE LARGE – Mantidi feat. Local, HAMBURGO – Occhi, HUSQWARNAH – Wheel of Torture, IL PEGGIO È PASSATO – Tungsteno, IL SOGNO DELLA CRISALIDE – Tutti Esauriti, INDRA – Another spell, KIMELE – Cadere, LANOBILEA ft Catera Sisters – Sogni che cadono, LIBELLULE – Nuovo ordine, BARBARA LUNA – Il libro dei ricordi, LYSA – Soli per errore, LEOMECONI – Ghiaccio, THE LIZARDS – Rainbow, LOR3N – Altalene, M’AYO – La mia canzone d’amore, MAISON DIEU – Ellys, IVAN MARGARI Feat Ricky Portera – Gin & Canzoni (Avvelenami), ANDRES SAORIN MARTINEZ – E’ solo buio, DAVIDE MATRISCIANO – 29 luglio, MEXICO86 – Deflesso, MIRIANA – Christmas is here, , DENISE MISSERI – Christmas ShineMONDAZE – Lines of you, MONNAELISA – Eli, MOREA – Una ragione di più, MOUTH WATER – FireFlies, GIULIA MUTI – Perfetto, EMANUELE NASELLI – Chiamami stanotte, NEIDA con ANNALUNA BATANI – Ogni Natale, NESSUNO ESCLUSO – Incontro di boxe, NICOLAINMUSICA – Tornerò a sud, GAETANO NICOSIA & ELLE – I am everyone, OB – Mitad, ODIRAA & CHRISTIAN LISI – Out Of My Mind, IGOR NOGAROTTO – Pater Noster qui ES, OTTODIX – Marco Polo, OVERNOVA – Per gridare mamma, PALAZZO ROSA – Città vuota, GERMANO PARISI – Noi, MARCELLO PIERI – Per una volta no, PIUMA – Festa, POZZETTO/ODORICO – Cjant a la Tor, ALESSIO ROSATI – Ci sarò, SADIST – Jugular bells, SAITTA – Che vuò?, VINCENZO SANTOVITO – Cherry, MASSIMO SCHIAVON e UGO MAZZEI – Come un film, SKIOFFI & DEVIL – Tutto bene, DAVIDE SHORTY feat. Casadilego – Lacrime Di Felicità, STEFANELLI – Case cubiche, STOMP COLLISION – First round, TACET TACET TACET – Pertinence, TOOMA ELETTRICA – Sugnu do suli, TORACE – Quando meno me lo aspetto, TWENTYTHREE – Con me, ANDREA RENZI – L’ultimo addio, RESPIRO NOCIVO – Portami Via ( Feat. Fix @ Madbeat), REVERSED CHAKRA – Dust, WALTER RICCI – Uè, STEFANIA ROSATI – Là dove vive il senso, VINCENZO SANTOVITO – Cherry, SCORPIUS – Etero, SOUTHLANDS – On the Border, UNFAUNO – Frisbee, BARBARA VAGNINI – Piove su di noi, GIOVANNI LUCA VALEA – Dicembre, metà, VEE JECK, KIDA – On the road, VIRTUS ft. DUB ALL SENSE – Warning, YUTS AND CULTURE – I hope it was worth it, WAY TO BLUE – Life is a big joke

Antonio Bacciocchi

Scrittore, musicista, blogger. Ha militato come batterista in una ventina di gruppi (tra cui Not Moving, Link Quartet, Lilith), incidendo una cinquantina di dischi e suonando in tutta Italia, Europa e USA e aprendo per Clash, Iggy and the Stooges, Johnny Thunders, Manu Chao etc. Ha scritto una decina di libri tra cui "Uscito vivo dagli anni 80", "Mod Generations", "Paul Weller, L’uomo cangiante", "Rock n Goal", "Rock n Spor"t, Gil Scott-Heron Il Bob Dylan Nero" e "Ray Charles- Il genio senza tempo". Collabora con i mensili “Classic Rock”, "Vinile" e i quotidiani “Il Manifesto” e “Libertà”. E' tra i giurati del Premio Tenco e del Rockol Awards. Da sedici anni aggiorna quotidianamente il suo blog www.tonyface.blogspot.it dove parla di musica, cinema, culture varie, sport e con cui ha vinto il Premio Mei Musicletter del 2016 come miglior blog italiano. Collabora con Radiocoop dal 2003.

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