Human library: storie di maestri
Ogni storia vale la pena di essere raccontata. Se poi all’improvviso le storie, invece di chiudersi fra le pagine di un libro, cominciano ad avere una voce e un cuore che batte, ecco servita una Human Library. Dopo diverse esperienze all’estero la biblioteca vivente trova spazio anche in Italia, a Torino sotto la supervisione artistica di Enrico Gentina con Marco Pollarolo: a raccontare non sono libri cartacei, ma persone in carne e ossa. Un esperimento letterario grazie al quale ogni libro umano racconta una storia che l’ha visto protagonista, per venti minuti, a coloro che vogliono ascoltare. Oltre a libri, la performance prevede la presenza dei librai, fra i quali alcuni diplomati della Scuola Holden, che orientano i lettori nella scelta delle storie.
Fra le venti narrazioni selezionate, il cui tema era quello dei “maestri”, la storia di Michele Bernabei, dal titolo tanto strano, quanto accattivante Il mio papà musicale – “Belìn tu ce l’hai scritto sulla maglietta che non c’hai voglia di fare un cazzo”. La maglietta è quella che indossava a quindici anni quando si presentò ai corsi a Umbria Jazz, quella di un ragazzotto che si sentiva arrivato; la frase è opera dell’ingegno di colui che diventerà il suo maestro e padre musicale, in un percorso di crescita con sottofondo jazz. Da allora Michele di strada ne ha fatta, oggi è diplomato al conservatorio di Torino, lui Romano, transfugo a Genova e oggi Torinese. Recentemente è impegnato in uno spettacolo originale e molto interessante, di ispirazione pasoliniana, dal titolo “Nuvole”.
“Nuvole” è puro spirito, fusione artistica fra musica e disegno, una straordinaria contaminazione fra arti che vanno in scena su una superficie bianca, dove le immagini realizzate da Stefano Giorgi si muovono accompagnate dalla musica di Michele Bernabei. La luce del proiettore fa emergere le figure che danzano fra note, tratti e segni.
Tra Umbria Jazz e “Nuvole” si costruisce la storia musicale di Michele, che poi è la sua vita. Chi ha scelto il suo libro nella biblioteca umana ha letto questa sinossi: “ Michele suona la tromba e ha una famiglia musicale. E’ speciale la famiglia di Michele, padre musicale, nonno musicale, bisnonno musicale. Tra di loro non sono parenti, ma sono legati indissolubilmente, da quando Michele, in un cortile a Umbria Jazz, sentendo un suono sporco, riconosce la nota del suo destino, quella emessa da Giampaolo Casati, maestro aspro e selvatico come solo i Genovesi sanno essere. E’ lui che con un fil di voce racconta della fuga del nonno da Dachau ed è sempre lui a immergerlo fra le nubi di fumo e luce al neon della NY degli anni ’50, quella del bisnonno Lanny Tristano. Michele raccoglie quel testimone e oggi, maestro anche lui, continua con l’armonia di un soffio la sua genealogia musicale”.
Magia.
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