Nuova Musica Italiana – 6 recensioni
I.D.P. (Istituzioni di Diritto Proletario) – Beato chi c’ha n’occhio
Da Roma un ottimo EP con quattro brani a base di ska e swing tra testi impegnati e altri più leggeri in pieno stile Statuto e Vallanzaska oltre che debitore della grande tradizione dello ska moderno da Specials a Bad Manners)
SIMONE FRANCHI and his ALL FRIENDS – A Noi Piace Giocare
Esordio frizzante per la band di Frosinone, a base di un power pop rock sghembo che accenna a Weezer e Pixies, si avvale di buoni testi ironici e un andamento sonoro deliziosamente sgangherato. A corredo una buona cover de “La bambola” di Fred Buscaglione.
DAVIDE SOLFRINI – Luna park
Al quinto lavoro Solfrini raggiunge un invidiabile livello di maturità in virtù di un cantautorato italiano “classico” (da De Gregori a Bubola, Vecchioni, Gaetano) che guarda però deciso al roots rock americano di sapore 80’s (le chitarre che si avvicinano a Dream Syndicate, atmosfere alla REM) e non disdegna omaggi alla new wave (vedi “Luna park”).
FRANCO BAGGIANI – Memories of always
Il trombettista jazz paga dazio alla lezione del tardo Miles Davis più electro funk (di cui riprende anche “Black satin” originariamente sul capolavoro deep funk “On the corner” del 1972) e a John Coltrane in un lungo album (un’ora e 10 minuti inciso in live in studio in chiave di session). Non di facile fruizione se non si è appassionati del genere ma sicuramente un lavoro pregevole.
LETTERA 22 – Le nostre domeniche
La produzione di Paolo Benvegnù caratterizza notevolmente il secondo album del gruppo marchigiano che al cantautore, ex anima degli Scisma, si avvicinano parecchio a livello di ispirazione artistica. Indie pop di alta qualità, atmosfere color pastello, penombre sonore di grande freschezza e raffinatezza.
SANTO BARBARO – Geografia di un corpo
Quarto album per un progetto nato in duo ed espanso ora ad un collettivo di ben nove elementi. Sound che pesca a piene mani dalla new wave classica (Joy Divisio, primi Depeche Mode) ma soprattutto da quella “via italiana” tracciata originariamente da Diaframma e Viridanse tra i tanti e ripresa ed evoluta poi da CSI e Marlene Kuntz. Album complesso, colto, a tratti “difficile” ma di notevole spessore.
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