PopOFF! – La Giostra del Carillon
popOFF! è un gioco di parole tra la famosa canzone del goffo cosacco dello Zar e l’idea di valicare le barriere di genere e di età.
Ecco il punto di partenza della nuova sfida diretta da Paolo Fresu, ornata da un pizzico di follia: si tratta della rivisitazione in chiave jazz di alcune di alcune canzoni dello Zecchino D’Oro, la mitica manifestazione canora dedicata all’infanzia e famosa in tutto il mondo.
Il progetto nasce dal desiderio del trombettista di rendere omaggio alla città che lo ha accolto fin dagli anni ’80, quella Bologna che nel 2017 gli ha conferito il prestigioso Nettuno D’Oro.
Il pensiero è andato immediatamente allo Zecchino D’Oro: Bologna è infatti la città dell’Antoniano, sede storica della manifestazione.
L’interesse di Fresu per i progetti dedicati all’infanzia dura da tempo: con la moglie Sonia Peana (violinista e fondatrice del quartetto d’archi presente in questo album nel nutrito cast di musicisti) cura il progetto Nidi di Note, nato nel 2010 sempre a Bologna, e volto a far scoccare fin dalla tenera età la scintilla per l’interesse e la passione verso la musica.
E dove registrare tutto il materiale, se non nei mitici studi felsinei della Fonoprint, casa di Dalla, Vasco, Curreri, Carboni e Bersani, per citare solo alcuni tra i tanti che da lì sono passati a registrare la loro musica?
Grazie ad un bando di Bologna UNESCO City of Music questo omaggio è diventato un disco in uscita il 1° ottobre per la Tǔk Kids, sezione della Tǔk Music dedicata all’infanzia e inaugurata proprio da popOFF!
La sfida si presentava non semplice: coniugare il rigore musicale e le atmosfere contemporanee alla leggerezza, all’ingenuità e al gioco che si respira in brani che vanno da “Quarantaquattro Gatti” e “Il Valzer del Moscerino” al “Caffè della Peppina” e “Volevo un Gatto Nero”, canzoni che hanno accompagnato diverse generazioni da piccoli e anche da grandi e ormai entrate nell’immaginario collettivo.
E altrettanto immediatamente il pensiero di Fresu su quale voce scegliere per interpretare questi brani è andato direttamente a Cristina Zavalloni, cantante bolognese completamente a suo agio sia col jazz che con la musica classica contemporanea, “figlia d’arte” dato che suo padre Paolo Zavalloni – alias Zavallone – è stato direttore musicale dell’Antoniano di Bologna dal 1989 al 2003. Con questo disco, inoltre, la Zavalloni è riuscita anche a coronare un sogno di bambina: cantare allo Zecchino D’Oro!
La formazione musicale è composta dal Quartetto d’archi Alborada (Anton Berovski al violino, Sonia Peana al violino, Nico Ciricugno alla viola e Piero Salvatori al cello), arrangiato per l’occasione da Cristiano Arcelli, che si cimenta anche al sax soprano, al clarinetto basso, al flauto e alla melodica, e accompagnato al pianoforte e al philicorda di Dino Rubino, e dal contrabbasso di Marco Bardoscia; fa il suo esordio musicale Luca Devito, factotum dell’etichetta Tǔk Music dalla solida preparazione musicale, che è presente al flauto nel brano ‘Il Valzer del Moscerino’.
La sfida è stata vinta?
E’ lo stesso Fresu che analizza il quesito nelle note del ricco booklet: “Non ci è dato saperlo né riteniamo sia importante. ciò che conta e il nostro esserci ritrovati bimbi a ripercorrere storie che ci appartengono.”
La magnifica copertina e le immagini interne sono opera del disegnatore Lorenzo Mattotti, nato a Brescia e ora residente a Parigi; anche la sua straordinaria carriera è transitata da Bologna dove ha fondato il collettivo di fumettisti e illustratori Valvoline, insieme a Igort e Daniele Brolli.
Il cerchio si chiude con un progetto di videoclip realizzati da Claudio Stanghellini, che parte proprio con La giostra del carillon, girato in alcuni luoghi storici della città felsinea e che saranno le immagini sul nostro YouTube ufficiale a svelare.
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