Spandau Ballet
Ebbene sì, quarantacinquenni in delirio a Torino ieri sera per il concerto degli Spandau Ballet. A dar retta alla rete, libera uscita per i genitori, lacrimoni e commozione al ricordo degli anni del liceo, insomma un tuffo negli ottanta, di quelli che divertono da pazzi e imbarazzano i figli. Ma tant’è.
Tony Hadley è un po’ ciccio (ma ancora tanto carrrrinnnnno, a sentir le voci), però canta benissimo e tutti insieme i vecchi Spandau riportano sul palco l’energia della loro musica, la bellezza passata e il fascino di oggi: insomma tanta roba, soprattutto perché i signori, che piacciano o no, sono musicisti all’altezza e non sfigurano neppure dopo due ore di spettacolo.
Espressione del New Romantic d’antan, alfieri di quel pop che vendeva tanto e faceva stracciare le vesti alle ragazzine, gli Spandau Ballet facevano da contraltare agli altrettanto famosi e britannici Duran Duran per la gioia di tanta gioventù italiana e non, paninara e non. Sciolti, passati per le vie legali, i cinque si sono riuniti dopo qualche tentativo da solisti, consapevoli dell’affare che rappresentano insieme, leggi alla voce macchina da soldi.
Sul palco di Torino ieri sera non hanno più ammiccato, ma intrattenuto un pubblico più maturo, di ex giovani dalle vesti stracciate, ma ancora tanto languide e con l’occhio liquido. Con loro tanti uomini a ballare e a saltare in aria quando con “Gold” ha ripreso vita il Pala Alpitur e con esso la voglia di esserci ancora di tanti giovani di qualche anno fa.
Gli Spandau Ballet si fermeranno in Italia per altri tre concerti, il 27 marzo al PalaFabris di Padova, il 28 marzo al Mandela Forum di Firenze e il 30 marzo al PalaLottomatica di Roma.
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