“E uscimmo infine a riveder le stelle” (PSR FACTORY LABEL), il nuovo singolo di Stona.
“E uscimmo infine a riveder le stelle” è la title-track del nuovo disco di Stona che prende in prestito il famoso passaggio dell’Inferno Dantesco tratto dalla Divina Commedia, storpiandolo un po’ (l’originale recita infatti “e quindi uscimmo a riveder le stelle” – Inferno XXXIV, 139), ma il significato resta lo stesso: ritornare alla normalità dopo un periodo di angoscia, di difficoltà o di pericolo; in questo caso specifico s’intende il ritorno alla normalità dopo gli anni del Covid, dopo vicissitudini e problematiche personali.
La copertina dell’album mostra un ragazzo con indosso un visore per la realtà virtuale, come a chiedersi se le nuove generazioni saranno davvero mai in grado di tornare a riveder le stelle dopo tutto questo passato oppure ciò che rimane è qualcosa di surrogato, di finto?
La copertina del singolo omonimo, invece, mostra un frame estratto dal videoclip ufficiale del brano con due astronauti intenti ad esplorare un pianeta, a rappresentare l’uomo intento ad indagare sul proprio futuro, mai come adesso così nebuloso, alla luce anche degli ultimi eventi in Ucraina.
Il brano è stato registrato presso il PSR Recording Studio di Peveragno e prodotto da Guido Guglielminetti e vede Stona alla voce, chitarra e tastiere e lo stesso Guglielminetti al basso, chitarre e programmazioni.
Spiega l’artista a proposito del brano: “… la cosa più incredibile dopo una tempesta e tornare alle proprie vite e saper accettare il fatto che probabilmente non saranno mai più le stesse comunque…”
In collaborazione con la community di MART Production, Stona prende in mano la regia e il montaggio per questo nuovo videoclip ambientato in un possibile futuro di esplorazione marziana o su di un qualunque altro pianeta.
Il messaggio è il saper costruire il proprio futuro al meglio delle proprie possibilità: i due esploratori protagonisti del video rappresentano l’uomo alla ricerca continua del proprio domani, con il rischio di tralasciare ed abbandonare il presente. Sono anche il simbolo delle maschere e dei filtri che ci poniamo ogni giorno addosso per il fatto di non saper affrontare le nostre paure e di non avere il coraggio, troppo spesso, di saperci mostrare per come siamo realmente.
Girato fra California, Nevada e Arizona, il clip vede protagonista il “Mojave”, uno dei più grandi deserti statunitensi con al suo interno parchi naturali come la famosa Death Valley (Zabrinskie Point) o il Joshua Tree, reso famoso dal celebre scatto sulla copertina dell’omonimo album degli U2. |
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