Sun Studio
Proseguendo l’immaginario itinerario iniziato la scorsa settimana, dopo il Museo Stax of American Soul Music, facciamo tappa in un luogo magico ed evocativo, il Sun Studio, il mitico studio di registrazione ben piantato in mezzo a un incrocio al 706 Union Avenue, sempre a Memphis, Tennesee.
La città è particolarmente simpatica, zeppa di luoghi cari alla musica e il Sun Studio non fa eccezione. Inaugurato il 3 gennaio 1950 per volontà di Sam Philips ha visto passare al suo interno nomi da far girar la testa, da Johnny Cash a Carl Perkins, passando per Jerry Lee Lewis e Elvis Presley che qui ha registrato il suo primo disco, una X sul pavimento indicherebbe addirittura il punto esatto in cui si trovava in quel preciso momento.
Tutti questi artisti erano sotto contratto con l’etichetta Sun Records grazie alla lungimiranza proprio di Philips e di suo fratello, talent scout dotati di una straordinaria capacità di scoprire futuri mostri sacri, oppure, secondo i detrattori, molto bravi a leggere il trend del tempo, grazie a un fiuto particolare per gli affari.
Sia come sia, l’etichetta con il sole e lo spartito a mo’ di cornicetta ha sfornato i più grandi successi degli anni ’50 e ’60, guardandosi bene dall’arginare l’ondata rock ‘n roll e rockabilly, strizzando spesso l’occhio al country. Tutto questo fino al 1989 quando fu ceduta e vide cessare ogni attività discografica, fino al 1987 quando lo stabile fu riaperto col nome, appunto di Sun Studio che, ancora oggi, vive di luce riflessa per lo straordinario potere evocativo di quelle mura, in grado di attrarre artisti del calibro degli U2 che qui registrarono “Rattle and Hum” nel 1989.
Anche questo luogo val bene una visita, è facile da trovare: luccica, è rumorosa e sulla facciata troneggia una chitarra di tre metri.
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