TS BLUES – Na spiranza
https://www.youtube.com/watch?v=4guooYLjkMs&list=UUAuOKlMcKvyimOOIpExyg9g
‘Na spiranza è un invito al fare, un’esortazione pragmatica verso chi pensa che sia impossibile portare a termine i propri obbiettivi piuttosto che il solo provare a sognare.
E’ la mancanza di sogni e la susseguente apatia verso l’intraprendenza a rendere l’uomo inerme verso il suo destino.
Ed è invece “na spiranza” l’unica in grado di dargli quell’incentivo a credere nei propri progetti, quel quid in più.
Non basta vivere di speranza, bisogna “farsi” speranza.
BIOGRAFIA
Antonio Spina (aka TS_Blues1) è un catanese doc, classe ’89 è immerso nella musica fin da piccolo, grazie al padre batterista che gli trasmette l’amore per il rock anni ’70.
All’età di 14 anni viene “fulminato” sulla via di Damasco dall’ascolto di un Best Of di Jimi Hendrix che lo orienta verso un certo tipo di sonorità e la riscoperta dei grandi classici del blues e del rock’n’roll.
Una laurea in Politica e Relazioni Internazionali attraversa la sua strada, ma la musica rimane una priorità di vita. Le prime band lo vedono seduto alla batteria, strumento che non disdegna, ma non gli permette di esprimersi al meglio ed è la chitarra, anzi il dobro, il suo strumento. Con questo, una cassa e la voce gira per mezza Italia suonando root music.
Un viaggio in America, attraversando città come Chicago, St Louis, Nashville, Memphis e New Orleans inizia a cambiare il suo modo di sentire e vivere la musica, ottenendo l’effetto di avvicinare i suoni che ha sempre amato a quelli della sua terra e a spingerlo alla scrittura di versi che diventeranno vere e proprie canzoni.
Nel 2016 incontra Daniele Grasso (NiggaRadio, Diego Mancino, Afterhours, Cesare Basile, ecc..), come docente ad un master di audio pro, con il quale nascerà una collaborazione artistica vera e propria.
Un primo scambio di idee dà ad Antonio la consapevolezza delle proprie capacità, imbracciato il dobro e accompagnato dall’armonica, inizia con Daniele Grasso per Dcave records, un viaggio alla riscoperta del blues, della contaminazione elettronica e della tradizione popolare Siciliana, per dare un ‘suono’ alle sue canzoni, che attraverso una strana commistione tra l’italiano e il dialetto si riempiono di colori mediterranei.
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